“Tutta colpa di Freud” è stata una rivelazione. Uno di quei film che non ti aspetti possano stupirti ma invece in qualche modo ci riescono.
Diretto da Paolo Genovese, il film regala allo spettatore una bella storia capace di coniugare momenti di comicità e di tenerezza senza mai essere né volgare né eccessivo.
La storia racconta di un padre (interpretato da Marco Giallini) di professione analista che vive e condivide la vita con le proprie tre figlie, rispettivamente Vittoria Puccini, che interpreta Marta, Anna Foglietta, nel ruolo di Sara e Laura Adriani, Emma la piccolina che è innamorata di un uomo di 32 anni più vecchio di lei, Alessandro, interpretato da Alessandro Gassman.Il filo conduttore, come nelle migliori storie è l’amore, vissuto sotto diversi punti di vista dai quattro protagonisti: amore segreto, onirico, nascosto e amore confuso. Le sorelle, insieme al padre, cercano di capire come trovare il compagno perfetto e soprattutto come tenerlo!Le storie delle ragazze sono intrecciate tra di loro, soprattutto quella di Sara, “ex omosessuale” che viste le numerose delusioni d’amore da parte del gentil sesso, decide di avventurarsi in storie eterosessuali. Le sue sorelle insieme al padre, cercheranno di spiegarle il funzionamento degli uomini, così da andare a colpo sicuro!Anche Federico, il papà, vive un amore segreto nei confronti di Claudia (impersonata da Claudia Gerini). Insomma, direi che l’amore è al primo posto su tutto!La fotografia, per quanto mi riguarda, è stata ben diretta ed è riuscita a rendere protagonista la città di Roma, sotto scorci inusuali per il cinema italiano, dando al film un sapore ancora più romantico.Tante cose mi sono piaciute: il rapporto che le figlie hanno con il proprio padre, aperto e saggio, la storia, dove si può ridere, ci si può commuove e perché no si può riflettere, il borgo, dai profumi familiari, la libreria dove lavora Marta, i costumi ed infine mi sono piaciute tantissimo le scenografie. Ogni casa che compare ha un arredamento bellissimo (forse anche merito dello sponsor “Ovvio”?). Non ne è comparsa una che non fosse calda e accogliente!