Che l’amore sia la malattia più fastidiosa e, in alcuni casi, più recidiva della nostra esistenza, non c’è dubbio. Che la categoria di persone più segnata dalle relazioni amorose sia il gentil sesso, di nuovo, non c’è dubbio. Ma che addirittura più del 90% degli uomini siano inadatti a noi, è un dato preoccupante di cui dovremmo farcene una ragione, stante la nostra smania di essere contagiate in continuazione da… l’amore, appunto.
“Tutta colpa di Freud”, la nuova commedia a tinte rosa di Paolo Genovese, è appena approdata al cinema, per farci ridere con una famiglia quasi perfetta ma anch’essa sensibile ai problemi di cuore. Anzi, le tre figlie di Francesco, il protagonista, stanno attraversando le fasi più delicate della crescita e dell’innamoramento (stanno subendone tutte le fastidiose conseguenze). Per fortuna che papà è di quelli aperti, pronti a rispondere alle domande e al passo con i tempi! Peccato che la situazione s’ingarbuglierà ancor di più dato che il signore in questione è uno psicoanalista, abbandonato dalla consorte alla nascita della terzogenita, e da allora abbia chiuso con le donne.
Il regista romano si rivela un acuto osservatore della sfera femminile, delle dinamiche padre-figlio, della famiglia, dei sentimenti e delle diversità. Esatto, il diverso è un elemento che al momento attrae profondamente Genovese che qui ci racconta la storia di una giovane che fa i conti con la sua omosessualità, di una sorella che s’innamora di un ladro che poi si rivela essere sordo-muto, e di una ragazzina poco più che adolescente che si invaghisce di un uomo maturo, versione irresponsabile del padre. Ma non solo, le diversità esplorate sono talvolta piccoli dettagli che nell’insieme ci mostrano come tutto, alla fine, sia normale.
Un così fine occhio non poteva che trovare il cast perfetto ed è così che la splendida Anna Foglietta, forte di un taglio corto molto glam, si trasforma in Sara, che per amore si trasferisce a NYC; l’affascinante Vittoria Puccini diviene Marta, la dolce libraia che farà i conti con un nuovo amore differente dai precedenti; e la giovane Emma (Laura Adriani) prova un amore sconfinato per un maturo architetto (Alessandro Gassman). Il ruolo del malcapitato padre è invece tutto del bravissimo Marco Giallini, qui in panni differenti rispetto al passato.
Il film di Genovese è divertente, mostra in modo sobrio e mai volgare tre tipologie di donne comuni con cui è facile sentirsi in sintonia e ci fa ridere di gusto, senza mai perdere di vista la realtà. Alla fine però, ironicamente, ne esce una cartolina di famiglia tanto perfetta quando irreale. Che sia un desiderio/ suggerimento a osare che, nella vita, tutto è possibile?
L’opera è ritmata e colorata, le tre dame sono splendide e i maschietti sono affascinanti, e Claudia Gerini qui vi stupirà interpretando il personaggio più raffinato, riservato e… triste. Anche in questo caso, molto simile a tante di noi.
In attesa di leggere i vostri commenti, vi lasciamo con una certezza: il film è adatto a coppie in amore, a genitori in cerca di risate, a single impenitenti. Uscirete tutti col sorriso