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Recensione: Forte come l'onda è il mio amore, di Francesco Zingoni
Creato il 10 dicembre 2012 da Mik_94Titolo: Forte come l'onda è il mio amoreAutore: Francesco ZingoniEditore: FaziNumero di pagine: 607Prezzo: € 17,50 Ebook: € 4,99Sinossi: "Buttato sulla sabbia, accecato dal fulgore di un paradiso perduto, le palpebre incollate dal sale. Riapro gli occhi. La mia mente è vuota: nessun ricordo, nessuna parola. Una tabula rasa. Non posso formulare un pensiero. Non so più distinguere i miei sentimenti, dare ordine alle mie percezioni. Qualcosa che non conosco ha annientato la mia vita. È un sogno a salvarmi: il viso luminoso di una donna. Impossibile per me riconoscerla, o ricordare il suo nome. Ma quel sorriso mi riscuote dall'oblio, diventa l'unica ragione per sopravvivere e fuggire. A guidarmi è un libro, trascinato sulla spiaggia dalla mareggiata di un tifone. Tra le sue pagine distrutte si è salvata solo una misteriosa poesia. E sembra parlare di me. Attraverserò il mondo per sapere chi sei. Vestirò nuove identità per ritrovarti. Cavalcherò un'onda paurosa per scoprire cosa nasconde il suo cono d'ombra: il nostro ultimo segreto, cancellato dall'amnesia. E alla fine sapremo solo una cosa, la più grande. Forte come quest'onda che nessuno può cavalcare fino in fondo." La recensione Questa recensione avrebbe dovuto avere un inizio, uno svolgimento e una fine.Sarebbe dovuta essere una delle tante, l'ennesima, e avrebbe dovuto seguire, come di norma, le tre coordinate temporali che, nel corso della sua carriera, ogni bravo insegnante ha fatto imparare ai suoi studenti. Ma procedere in questo modo avrebbe reso Forte come l'onda è il mio amore banale, ordinario, ovvio. Quello che il romanzo non è.Perché, come un sogno del cinema di Cristopher Nolan, non ha né inizio, né svolgimento, né fine, ma una struttura di riflessi e sovrapposizioni, ricordi violenti e delicate riflessioni, che lo rendono uno splendido ed incantevole caos. Perché, come la scia di lucciole sottratte alla notte, è un fuoco d'artificio in un barattolo. Un miracolo. E confesso di non avere di che farmene delle tante annotazioni che ho preso nel corso della lettura. Mi affido all'istinto e, invano, prego di riuscire a toccare un po' delle sponde di quegli infiniti lidi sul quale il romanzo naufraga. So che non ne sarò in grado. Ad ornarli, le onde della serendipità, della magia, dell'amore, del destino.E' stato proprio il destino, forse, a condurmi tra le braccia di questo romanzo. Ero nel luogo sbagliato e in un momento ancora più sbagliato. Tra il cinico ed il nostalgico, nella sala di un cinema affollato da sedicenni urlanti, volevo dare il mio personale addio (non infierite!) ad una saga di vampiri, cambiamenti e sentimenti che mi faceva compagnia ormai da un po'. Tra le tipiche pubblicità che precedono ogni proiezione, un trailer imprevisto mi ha lasciato con gli occhi lucidi e le parole imprigionate tra le macerie del disastro: The Impossibile, di Juan Antonio Bayona (qui). Una pellicola diretta dallo straordinario regista di The Orphanage e interpretata da due delle stelle più brillanti, per la storia altrettanto straordinaria di una famiglia che, separata da una forza più potente dell'amore che li aveva uniti, sullo sfondo del tremendo Tsunami del 26 Dicembre 2004, riuscì nell'impossibile. Ritrovarsi. Memore di quella sottilissima commozione che aveva prima incantato i cinema spagnoli, poi messo a tacere gli schiamazzi di qualche bambina isterica, mi sono avvicinato al romanzo pensando, erroneamente, che ne avesse ispirato la sceneggiatura. Il tema era simile, il titolo così poetico rimandava alla storia di un grande amore, la suggestiva copertina mostrava una barchetta in balia dell'oblio. Non volli soffermarmi sui particolari.Scoprire una storia del tutto nuova fu solo la prima di tante sorprese. Sorprese racchiuse in un'atlante geografico - restituitoci a cavallo di un'onda, conquistato errando lungo le sinapsi del cervello e le caverne del cuore – che contiene cartoline ed indagini, dati e statistiche, prosa e versi, musica, pensieri e parole e sul quale si legge un nome che mi auguro possa diventare noto a livello internazionale. Francesco Zingoni.Come accaduto per i suoi indimenticabili protagonisti, il destino l'ha fatto viaggiare a lungo tra i mari dell'editoria italiana e, dopo averlopubblicato con una casa editrice indipendente, il suo romanzo d'esordio è giunto, infine, in casa Fazi. Come un messaggio in bottiglia criptato, o una verità rivelata, è stato liberato tardi dalla sua cella di vetro e salsedine. Ma, vedete, l'importante è che sia arrivato. Da quando, con un nuovo titolo e una nuova veste grafica, a Novembre, è stato ristampato in larga scala, lo si è dovuto leggere, divulgare, amare. Intimidito dalla notevole mole e dal tono dispersivo dei primi capitoli, all'inizio mi ha fatto tanta paura. Era una storia “grossa” e alla portata di pochi, e di certo non alla mia. Alcuni elementi erano tirati troppo per le lunghe altre, ma altri mi lasciavano senza parole: naufraga con noi, dicevano. L'ineffabilità ha prevalso.Zingoni mi ha portato alla deriva, lontanissimo dal mondo e dalla riva. Circondato dall'oceano più grande del mondo, mi ha fatto morire di sete e di fame, in una regata epica in cui, accanto al protagonista senza passato, ho combattuto crudeli chimere, sentito richiami più assordanti di quelli delle sirene di Ulisse, superato le insidie di Scilla e Cariddi.Insieme, abbiamo inseguito un sogno e le parole di Dylan Thomas, poeta della libertà, e dall'Oceano Pacifico ci ha portati fino a una spiaggetta a forma di clessidra nel cuore nebbioso del Galles. Dell'Oceano ho conservato il calore, il bruciore della salsedine, la bontà, gli usi e i costumi di un popolo sotto lo schiaffo dell'onda, la riconoscenza di chi si sente ogni giorno un po' miracolato. Del Galles, tra spiagge spazzate dal mare d'inverno, ispirazione per alcuni e morte per altri, le grida delle ghost story più inquietanti e gli scorci selvaggi più affascinanti di un tramonto sul mare.Meraviglioso, inoltre, che il protagonista - che si chiami Mauke Nuha, Sebastian o Demian, poco importa! - venga raccontato in terza persona per poi diventare, con la scoperta della sua identità e del suo amore eterno, protagonista della sua stessa storia.Lo conosciamo senza identità e futuro, lo scopriamo giovane e ribelle nella sua fase “rock underground e ganja”, anima errante, amico, figlio, marito, guida spirituale. Delirante e strafatto, bohémien, avventuriero, detective e mistico, Demian Sideheart è balsamo per l'anima delle vite che tocca. Balsamo per la nostra, di vita. Tra un kolossal hollywoodiano, una melodia new wave, un concerto suonato negli anni ruggenti di Woodstock, Romeo + Giulietta, Al di là dei sogni e un visionario film di Terrence Malick, l'opera prima di Francesco Zingoni è un esordio che gareggia per la perfezione e, accanto all'ultimo capolavoro di King, si gioca il ruolo di migliore lettura dell'anno. L'ho terminato sabato sera e ho riflettuto a lungo su cosa scrivere, su cosa far trasparire. Ho avuto bisogno di interiorizzarlo come una preghiera o un viaggio spirituale su una surreale catena delle Himalaya affacciata a strapiombo sull'acqua e il sale.Ha cambiato la formazione del mio mondo e del mio cuore, facendomi avvertire ogni piccola pulsazione e rendendo quelle brutte e sanguinose vene che lo percorrono più calde, colorate ed intense delle luci di un albero di Natale. Dovete leggerlo. E' una spettacolare minaccia, la mia, che, credetemi, vi cambierà. Mi resta un solo rimpianto: quello di non averlo scelto come primo romanzo da leggere nell'imminente 2013. Un anno iniziato così avrebbe puntato alla perfezione e, durante il primo mese dell'anno, avrei avuto una sola lettura all'attivo, ma già un immensità di storie nell'anima.Forte come l'onda è il mio amore non è l'eclissi totale del cuore cantata, anni fa, da Bonnie Tyler. E' lo tsunami che manderà alla deriva voi e i vostri giorni su quella zattera sgangherata che diventerà il vostro petto.Il mio voto: ★★★★★Il mio consiglio musicale: Lisa – Oceano
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