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[Recensione] Fortuna, il buco delle vite di Jolanda Buccella

Creato il 17 novembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Fortuna, il buco delle vite
Autore: Jolanda Buccella
Editore: CIESSE edizioni
ISBN: 978-88-6660-044-2
Numero pagine: 592
Prezzo: € 22,00
Voto: [Recensione] Fortuna, il buco delle vite di Jolanda Buccella

Trama:
Quando ci si accorge di essere vicini alla morte è quasi inevitabile tentare di fare un bilancio della vita che si è vissuta.
Ed è proprio quello che tenta di fare “Fortuna”, la protagonista di questo romanzo mentre uno strano individuo, che assomiglia spudoratamente a un etereo angelo del Signore, la sta accompagnando verso il cortile dove verrà eseguita la sua condanna a morte. Soltanto che, a differenza di altri, Fortuna deve cercare di tracciare il bilancio di ben tre vite.
È impossibile vivere tre vite completamente diverse l’una dalle altre?
La storia di Fortuna ne è un raro esempio.

Recensione: Questo romanzo di quasi seicento pagine parla di una persona fin da prima della sua nascita, raccontandone tutta la vita, dalla dagli albori fino alla conclusione. Fin dall’inizio capiamo che Fortuna si sta avvicinando alla morte, ma prima vuole fare un bilancio delle sue tre vite.
Si tratta quindi di una trama complessa, piena di personaggi di ogni tipo, sono quelli che la protagonista incontra nel corso di decine di anni. L’autrice ha pensato a tutto, perché ogni singola apparizione ha una storia da raccontare. Non ci sono mai figure solo positive o solo negative, a partire dalla stessa Fortuna, che è tutto fuorché perfetta. Poi ci sono la sua famiglia, il gruppo di senzatetto, i bambini dell’ospedale e tanti altri.
Nonostante la mole, è un libro che si legge in fretta, perché un tale volume è dovuto appunto alla lunghezza delle vicende e non a uno stile troppo prolisso, e questo è un bene a parer mio. Lo svolgimento forse è un po’ troppo lineare e privo di grandi colpi di scena, ma comunque è piacevolissimo da leggere.
Ci sono due questioni in particolare che mi hanno spinta ad abbassare un voto che, fino alle ultime venti pagine, avrei creduto molto più alto. La prima cosa che mi ha fatto storcere parecchio il naso è la prima scena di violenza sessuale, non mi dilungherò in dettagli per non rivelare troppo della storia. Ciò che non mi è piaciuto è che da violenza si trasforma in un rapporto pieno d’amore, perché lei (senza rivelare il nome) si rende conto di amare il proprio aggressore. Ehm… no. Insomma, può amarlo quanto vuole, ma resta una violenza. Se invece la situazione fosse stata diversa, se la donna fosse stata un po’ riluttante ma se alla fine si fosse concessa al suo amato, il mio giudizio al riguardo sarebbe stato completamente diverso.
In secondo luogo (ma non per importanza), il finale. L’ho trovato davvero privo di senso e scollegato dal resto, se il libro fosse terminato qualche pagina prima ci sarebbe stato solo tanto di guadagnato. È un peccato, perché il romanzo mi stava piacendo, ma la conclusione  mi ha fatto rivalutare il tutto, costringendomi a rivedere la visione nell’insieme. Mi è sembrato un tentativo da parte dell’autrice di dare una maggiore profondità alla storia, ma la rivelazione che arriva nel finale mi è parsa fuori luogo, non in precedenza non c’era stato nessun indizio che potesse far pensare a un risvolto del genere.
Il titolo può lasciare un po’ perplessi, ma nel corso della lettura se ne comprende il senso.
In definitiva, si tratta di un libro che comunque ho apprezzato, lo consiglierei nonostante quelle due pecche che lo penalizzano.


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