Recensione "Frollini a colazione (ma io volevo la brioche...)" di Sandra Faé

Creato il 11 febbraio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
oggi vi parlo di un romanzo brevissimo, edito da ExCogita editore e scritto dall'esordiente Sandra Faé. Non rientra sotto nessun aspetto nella sfera delle mie letture abituali, ma l'ironia della protagonista, brillante e iperproduttiva, è trascinante e non può non coinvolgere anche chi generalmente non è un frequentatore abituale del genere! Lo capirete anche dai brevi brani che ho citato. Enjoy yourself ^.^
Trama“Io invece bevevo svogliatamente il mio latte e Orzobimbo, coi frollini tristi, sognando la brioche calda con la quale Marco iniziava la giornata. (…) Di solito aveva sul viso una macchia di marmellata o di cioccolato, a seconda di quale brioche stava gustando, e ci sorridevamo: eravamo entrambi molto felici di rivederci, come se non ci fossimo salutati solo poche ore prima. (…) E così, pian piano, frollino dopo frollino tra un’Irene perfetta e tutta una serie di bastardate ben lontane dalla perfezione, la bambina con la mantellina gialla diventava donna. Pronta per tutta una serie di rappresentanti dell’Homo bastardus che le sarebbero toccati in sorte: altro che frollini…” Un’irresistibile single alle prese con problemi di cuore, colleghi e capelli.RECENSIONELa protagonista Ilaria è una trentaduenne single che lavora come contabile -nonostante un’incrollabile avversione per i numeri- nella redazione di un giornale per teenagers, gestito da menti giovani e fresche come potrebbe essere stata quella di Matusalemme alla fine dei suoi giorni. In una manciata di pagine ci racconta i pochi mesi che da agosto a fine anno la portano alla scelta drastica di cambiare vita! Con uno stile pimpante, spumeggiante, quasi debordante, Ilaria inanella piccoli eventi, pensieri, opinioni (ha un’opinione proprio su tutto!), ricordi (legati ai passati incontri con la specie Homo Bastardus) e soprattutto le immancabili liste che stila con ironia e sagacia su ogni aspetto della sua vita: sulla “colazione ideale”, sulle “domande sceme alle quali una magra deve rispondere”, sulle “cose false trovate nei libri veri”, su “chi cena con l’aperitivo”…
COSE CHE FACCIO ABITUALMENTE, A COSTO DI VENIR DERISA
-  Non mangiare schifezze davanti alla TV.-  Non guardare le schifezze della TV, mangiando quelle di cui al punto precedente (ho un televisore soprammobile, senza televideo, funzionante tuttora pur essendo stato acquistato quando Perry Mason era ancora all’Università).-  Andare in palestra (vado, mi impegno e faccio gli addominali).-  Imparare a fare da sola (mi faccio persino la ceretta all’inguine, con corredo di ematomi).
Nella prima parte del libro Ilaria è così frizzante, i suoi pensieri così rapidi, i salti di argomento così repentini, che quasi ci si sente frastornati da tanta iperproduzione! Ma anche la fiamma viva di Ilaria si attenua dopo i colpi a mitraglia che le riservano il lavoro e soprattutto i due esemplari di Homo bastardus del momento: Occhiverdi di cui è innamorata, dopo averle dato un bacio che poi nega, si presenta alla festa che lei organizza a casa sua accompagnato da una meravigliosa “Kylie Minogue all’orientale”; Vip, l’ex che Ilaria ha lasciato con dolore perché troppo concentrato su se stesso e sul proprio portafogli, torna di prepotenza nella sua vita per poi farle passare una serata umiliante e mortificante, certamente l’ultima insieme!

<<Sai che mi piacciono i tuoi nuovi capelli, Ilaria?>> È mio padre a dirlo, e io gli salto letteralmente addosso coprendolo di baci e chiedendomi perché, dopo la sua nascita, di uomini come lui si sia perso anche lo stampino e gli siano invece subentrati branchi di Homo bastardus. Regressione razziale?
Nonostante gli amici fedeli, Gianni, Tiz e Gabry, e i genitori vicini, la vita di Ilaria sembra svuotarsi, ma è proprio ciò che le permette di mollare il lavoro e l’attesa di un uomo per bene, per incamminarsi con Milena (l’amica che ha perso gli anni della sua giovinezza chiusa in casa ad aspettare l’sms dell’uomo sposato cui era legata che le diceva sarebbe arrivato) verso un nuovo futuro. Con pochi soldi, pochi uomini, forse, ma sicuramente luminoso: insieme apriranno un bar sulla costa ligure, il SINGLEBELL: un nome, una filosofia di vita, o un’accettazione della realtà della vita. Il libro chiude infatti così, ancora ironico ma venato di una certa amarezza:
C’è sempre qualcuno pronto a dirmi che la felicità è dietro l’angolo: peccato che si dimentichi di dirmi di quale strada…
L'AUTRICE
Sandra Faé, milanese, adora inventare storie. ha una gemella con la quale condivide la passione per gli hobby creativi, e un marito per 3/4 greco con il quale condivide tutto il resto.
Blog dell'autrice QUI

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