Inizialmente avevo pensato di non recensire questo libro perché non sapevo se quello che avevo da dire sarebbe venuto fuori come volevo, o se sarebbe risultato polemico o confusionario. Poi però mi sono impegnata per esprimere ciò che volevo ed è venuto fuori così <3"><3"><3
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Titolo: Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?
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Autore: Antonio Dikele Distefano
- Casa Editrice: Mondadori
- Data pubblicazione: 6 Giugno 2014
- Pagine: 192
- Genere: Biografico, Romantico
- Trama: C’è una storia d’amore importante, durata un anno e osteggiata da tutti, il primo grande amore e la sua fine. Perché Antonio è nero e per i genitori di lei il ragazzo sbagliato. E poi c’è la famiglia di Antonio, gli amici, la scuola e altri attimi del cuore. Ci sono incontri, amori, momenti che fanno crescere, istanti indimenticabili. Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti? è la vita di un ragazzo raccontata di getto, inseguendo le emozioni, passando da un’immagine all’altra. Pagine cariche di sentimento, frasi che colpiscono il cuore e destinate a essere scritte e riscritte. Un racconto fatto di momenti singoli, come singole canzoni, che insieme fanno la playlist di una vita.
Opinione personale:
Ho deciso di leggere questo libro perché ne ho sentito molto parlare, tra post sui vari social network, e il nome dell’autore nel programma del FLA di quest’anno. Poi sono andata a leggere varie interviste all’autore, la sua storia, perché mi incuriosiva il nome italiano. Se vi interessa, ho scoperto che Distefano è in realtà un cognome angolano, così come lo è la sua famiglia, mentre lui è nato qui in Italia.
perché dimenticare una persona con un’altra è come fotografare il sole e sperare che di notte ci scaldi.
Beh, come descrivere la trama di un libro che non ne ha una vera e propria? Non credete a ciò che leggete qui su, alla trama ufficiale. Non parla di una storia d’amore condizionata dai genitori di lei, razzisti. Sì, c’è anche quello, ma in minima parte e fareste un errore a leggere il libro aspettandovi questo. Una trama vera e propria non c’è nemmeno: è un continuo flusso di pensieri, anche sconnessi tra loro, che seguono vicende varie, personaggi ancora più numerosi e particolari, e si rincontrano di tanto in tanto in temi comuni.
Posso assicurarvi che non mi lascio influenzare da ciò che ho letto al di fuori del libro, quando dico che l’impressione è quella di tanti post su un social network. Ne vengono fuori riflessioni sui temi più vari, che perdono il loro intento di profondità, di fronte a quella poeticità di immagini che però non convince. Si parla in modo troppo generico della gioventù di oggi, di Ravenna, città malata; si parla di razzismo, e giudizi, ma in modo troppo poco articolato e troppo frammentario. Si parla di amore, e le parole sono bellissime, ma non c’è un inizio e non c’è una fine, e quello che vuole essere un flusso di coscienza, con la pretesa di un ritratto sociale moderno, male utilizzato, diventa un gran modo di far confusione.
Mi sono piaciuti quei personaggi, a cui venivano dedicate una manciata di pagine: sognatori, appassionati, impegnati ognuno nella loro battaglia. Mi è piaciuto il ricorrere del tema delle discriminazioni, presentato sotto vari aspetti e in varie circostanze.
Credo anche che Antonio Distefano abbia talento, che sappia scegliere con cura le parole più evocative, in equilibrio tra prosa e poesia, con quel ritmo che in alcuni tratti ricorda una melodia cantata. A volte il suo modo di ragionare è estremamente ingenuo, altre è profondo ma sempre con una certa innocenza. Purtroppo c’è sempre dietro quella costruzione forzata, come una mosca che ronza.
Non è vero che tutti tornano, perlomeno a me non è mai successo, credo sia più corretto tutti se ne vanno
Mi sono sentita chiedere già una volta cosa ci trovassi di male in chi ricorda lo stile da social network (se esiste uno stile che possa definirsi così, e se riuscite a capire cosa intendo). Voglio spiegarmi meglio: in quanto a definizione, parlo di quelle riflessioni, polemiche o poetiche che si usano per esprimere un pensiero un sentimento a cui ormai sono dedicate interi profili o pagine. Non è un caso che Antonio Distefano, prima ancora di pubblicare questo libro, gestisse una pagina simile, tra l’altro seguitissima; e non è un caso, che l’altra autrice che mi ha dato questa impressione fosse stata blogger prima ancora che scrittrice. Perché non le apprezzo? Apprezzo in realtà questo tipo di blog, molto, soprattutto se chi c’è dietro sa scrivere, come è il caso dell’autore. Ma che cosa succederebbe se tanti articoli, che seguono a volte uno stesso filone, ma a volte anche no, fossero accorpati uno dietro l’altro? Non ci sarebbe trama, logica. E soprattutto si avvertirebbe una pesantezza di fondo: perché in nessun ambito reale qualcuno parla come un filosofo, e non è possibile che il ritmo della riflessione non abbia respiro con quello della narrazione o della descrizione. E poi, se compro un libro, che mi viene presentato con una simile trama in quarta di copertina, io mi aspetto di leggere una storia, che abbia una trama. Anche se questa viene tessuta dai pensieri del protagonista, o anche se non c’è una trama canonica: giuro che mi piace sperimentare, ma questo proprio no. Non è un libro, ma un diario personale, tanti pensieri, e anche rabbia, che si è tentato di incorniciare con varie storie. Ma non reggono.
Il prossimo 16 Febbraio uscirà il secondo libro dell’autore e chissà che io non legga, in fondo spero si sia capito che non è un disprezzo generale e incondizionato.
Per ora non ve lo consiglio, nel suo complesso, purtroppo, non è nulla di più di quanto potrete leggere dalle sue parole su internet.
Mi hai insegnato a baciarel eferite, i nomi dei filosofi e dei fiori, ad amare il mare e l’alba che è negli occhi di ogni singola persona, ad affogare le paure e la tristezza nei sorrisi, ad essere leggero senza essere vuoto, a non dare ascolto alle persone.
“Per loro il tuo sogno sarà sempre o troppo grande o troppo piccolo”
Mi hai insegnato che la soluzione non esiste, ma la direzione giusta sì, a percorrere i corridoi più nascosti di me, a camminare perché il tempo non corre quando si ama, che bisogna staccare la spina e spegnere tutte le luci perché non è mai troppo tardi, che bisogna recuperare del tempo per stare con se stessi.
Il mio voto:
L’autore:
Antonio Dikele Distefano: 23 anni. Nasce a Busto Arsizio da genitori angolani. Vive a Ravenna. È diventato conosciuto usl web grazie alla sua seguitissima pagina facebook prima ancora di pubblicare il suo primo libro. Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?, originariamente selfpublished, è edito da Mondadori. Per la stessa casa editrice, uscirà il prossimo 16 Febbraio Prima o poi ci abbracceremo.