Titolo: Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde
Autore: Fabrizio Valenza
Editore: L’età dell’acquario
ISBN: 9788871363004
Numero pagine: 315
Prezzo: € 16,00
Voto:
Trama:
Nel villaggio di Senfe, ai margini inferiori del Masso Verde, una finestra illuminata si staglia contro il cielo. Nella sua stanza il giovane Geshwa Olers guarda rapito la nonna che per l’ennesima volta gli racconta la storia della quercia e del taglialegna. La luce si spegne e Geshwa rivolge lo sguardo all’esterno. La notte non gli ha mai fatto paura. Quanti esseri vivono là fuori, nel buio più fitto? E quanti sono i suoni della natura che ancora non conosce? A un tratto, il vetro della finestra trema. Nar, il suo amico di sempre, immerso fino alle orecchie in una spessa pelliccia, gli fa cenno di uscire. La solita scorribanda notturna, pensa Geshwa. “Seguimi, resterai senza parole!” Corrono, anzi volano. La strada si fa impervia ma quando giungono in cima alla collina l’orizzonte anziché aprirsi si chiude. Sopra le loro teste il cielo si è fatto nero e sulla Palude di Sobis, in mezzo alle rovine della città abbandonata, una brace lancia lapilli e lingue di fuoco verso il cielo. Il regno di Grodestà è in pericolo. La Palude è sotto il malefico incantesimo dei Maghi. La salvezza è lontana. Oltre il bosco, al di là del Masso Verde. Insieme a suo padre, Geshwa si mette in cammino. Incontrerà orchi e streghe, donne-serpente e uomini di argilla, maghi e saltimbanchi. Avrà visioni e incubi, correrà pericoli indicibili, riceverà minacce e subirà maledizioni, farà scoperte a cui nessuno sembra disposto a credere. Scoprirà la bellezza dell’amicizia, il significato del dolore. E diventerà uomo.
Recensione:
Premessa: per un qualsiasi lettore che abbia letto e apprezzato Tolkien, è decisamente meglio non avventurarsi nella lettura di questo libro. Non che sia un plagio, fortunatamente, ma l’emulazione dello stile è abbastanza palese; e, in quanto imitazione di un grande scrittore con un posto saldo nella grande letteratura, risente molto del confronto.
Si tratta del primo volume di una saga il cui ambizioso obiettivo è arrivare a sette volumi, quindi c’è da tenere conto anche del fatto che con un progetto così lungo sia in qualche modo ammissibile una narrazione lenta. Peccato che rimanga per tutta la durata del romanzo troppo lenta. Il tutto appesantito da un tale accumulo di stereotipi del fantasy che in certi momenti la lettura è stata pesantissima e noiosa: il protagonista predestinato che deve intraprendere un viaggio avventuroso per fuggire dai nemici, rimanendo perlopiù illeso e affrontando un nemico finale che lo porterà alla completa maturazione di sé.
L’intera vicenda è incentrata sulla figura di Geshwa e segue la sua evoluzione psicologica, ma la caratterizzazione lo rende in certi momenti insopportabile: lo stesso sedicenne che in un paragrafo è infantile e giocherellone diventa poche righe dopo un eroe pronto a fare sfoggio di comportamenti adulti e coraggiosi. Il che toglie anche il già ridotto spazio riservato agli altri personaggi e agli antagonisti: di questi ultimi si sa solo che il loro obiettivo è quello di invadere il regno usando forza bruta e magia (che in questa storia ha tratti negativi e porta a discriminazione), contrapposta alla buona volontà e al coraggio del protagonista.
C’è però una nota estremamente positiva, e riguarda le descrizioni dei paesaggi: foreste e sentieri sembrano provenire dalle migliori panoramiche di qualche buon film fantasy, e rappresentano gli unici momenti in cui un lettore può sentirsi coinvolto nella vicenda. Anche lo stile narrativo è molto buono, privo di errori e con un editing curato nei minimi dettagli, per questo nel tirare le somme ho ritenuto opportuno concludere su una nota positiva.
C’è da sperare che i volumi successivi siano più interessanti e meno appesantiti da clichè, e che questo sia stato un caso isolato dovuto a una struttura fondamentalmente introduttiva. Senza dubbio è una buona lettura per chi cerca un fantasy ben fatto ma assolutamente privo di sorprese e innovazioni.