Benvenuti a tutti, mettetevi comodi, prendete i pop corn e cominciamo a rivedere insieme il film dei Japril. E’ una puntata insolita per questo show. Difficilmente abbiamo avuto nella storia della serie episodi incentrati in modo così intenso su una coppia. Qualcosa di simile era stato fatto con Owen e Cristina nell’ottava stagione ma comunque non a questi livelli. Generalmente io non amo i film o le serie strutturate in questo modo. Non mi piace il continuo passaggio dal presente al passato e il saltellare da un flashback all’altro. Però questo è Grey’s Anatomy e come sempre per me rappresenta un’eccezione perché riesce a farmi piacere anche cose che di solito non amo.
Sostanzialmente in questo episodio abbiamo ripercorso tutta la storia dei Japril alternando moneti di gioia a momenti di tristezza, siamo passati in un attimo dalla felicità delirante di cui parla Bill Parrish in Vi presento Jo Black al dolore lancinante di cui invece purtroppo parla la vita. Guardando il promo non mi aspettavo nulla di diverso, anzi a dire il vero mi aspettavo di riuscire a prendere una posizione e decidere finalmente chi avesse ragione, almeno secondo me, tra April e Jackson ma così non è stato. Ripercorrere la loro storia mi ha fatto capire che nessuno dei due ha ragione semplicemente perché non si può avere ragione. Non c’è nessuna ragione. Ci sono solo due persone che hanno vissuto una delle esperienze più dolorose che esistano e che ora devono trovare la forza di ricominciare.
April e Jackson rappresentano i due modi più estremi che l’essere umano ha di reagire ad un dolore e non esiste possibilità che questi due modi si incontrino. Non hanno punti in comune. Sono diametralmente opposti e ci vuole tanta, tantissima forza per potersi ritrovare insieme in pace dopo la tempesta. Non esiste un modo giusto per affrontare la morte. Ognuno lo fa a modo proprio e nessuno può permettersi di criticare. Bisogna solo accettare, anche senza comprendere. Ecco, il problema dei Japril sta proprio qui: loro non si sono accettati.
April, dopo la morte di Samuel, ha avuto bisogno di andare via, di scappare il più lontano possibile e di andare a rischiare la propria vita per sentirsi di nuovo viva ed andare avanti. Lo so che può sembrare un controsenso ma non lo è. La morte, o meglio, la paura della morte è ciò che più spinge l’essere umano verso la vita ed in alcuni casi è l’unica motivazione che lo porta ad uscire dall’oblio in cui è precipitato. Se avete visto Il Cavaliere Oscuro-Il Ritorno di Cristopher Nolan penso che riconoscerete questo discorso.
Jackson invece ha deciso di restare e combattere quella tragedia in un altro modo. Ha cercato di mantenere in piedi la sua vita, di andare avanti nonostante il dolore che lo stava uccidendo. Si, perché anche lui stava morendo. 
Ha sbagliato April a pensare il contrario ed è totalmente assurdo che l’idea l’abbia anche solo sfiorata. Qui veramente avrei voluto prenderla a schiaffi. Come può dire una cosa del genere? Era anche suo figlio e il fatto che non lo portasse in grembo non significa che non abbia sofferto quanto lei.
Jackson ha cercato di essere un supporto per April accantonando il suo dolore e questo è stato uno degli errori più grandi che potesse fare fondamentalmente per due motivo. Il primo è quello più banale e scontato. Accantonare un dolore e cercare di farlo tacere sommergendolo di vita “normale” non fa altro che logorare. E’ un processo lento ma inesorabile che alla lunga cambia le persone. Il secondo motivo è che così facendo lui ha messo April al centro di tutto. L’ha fatta diventare la sua unica ragione per andare avanti, la sua zattera di salvataggio ma era un ruolo che April non avrebbe mai potuto ricoprire. Non in quel momento. Purtroppo questo l’ha portato ad odiarla più del dovuto e non gli ha permesso di capire la sua necessità di andare via.
Potrei continuare per ore a parlarne, un po’ come loro potrebbero aprire e chiudere la stessa macchina per secoli, ma non arriverei mai ad un punto. Perché davvero non c’è un punto a cui arrivare. Il punto va solo messo per chiudere con tutto quello che è successo e andare avanti.
Jackson non vuole divorziare, glielo si legge in faccia. April è l’amore della sua vita e lui non vuole rinunciare a lei. Il problema è che è ancora troppo arrabbiato e forse neanche se ne rende conto.
Ha ragione April quando dice che lui non ci ha nemmeno provato con la terapia. Ma non è colpa sua. Semplicemente quando lei è tornata, tutto sommato rinata, lui ha lasciato che il suo dolore si liberasse e lo ha inconsciamente canalizzato contro di lei. Di nuovo non mi sento di giudicarlo. Non sarebbe giusto farlo.
Mi sono piaciuti tantissimo i flashback riguardo al loro matrimonio perché in fondo da dopo la fuga dalla chiesa non avevamo visto nulla. Amo la capacità di Grey’s di mescolare nuove storie con ingredienti del passato. Pochissime serie lo fanno ed è un grave errore a parer mio. Ci vogliono dei riferimenti a quelli che sono stati i fatti e i personaggi fondamentali dello show soprattutto se esso è composto da molte stagione. Aiutano lo spettatore a mantenere una continuità e a legarsi ancora di più alla serie. Non che Grey’s Anatomy ne abbia bisogno visti gli ascolti che ancora fa dopo tutto questo tempo. Per lo stesso motivo ho adorato rivedere Cristina per una frazione di secondo, gli inizi ai tempi del Mercy West, il momento della fusione, gli istanti dopo la sparatoria e la prima volta Japril. E’ stato un piacevole viaggio del passato, sicuramente molto meno traumatico di quello fatto con Meredith la settimana scorsa. Scusate ma siamo oltre metà recensione e non averla ancora nominata mi sembrava troppo strano. D’altronde Meredith è la persona che chiede chi sia morto quando vede i suoi amici ballare. Rendiamoci conto dell’abitudine che questa donna ha alle tragedie.
Il ricordo che forse mi ha fatto più male però è stato vedere Jackson parlare di Sloan. MI manca la banda dei plastici, mi mancano i loro battibecchi che celavano un legame fortissimo. E soprattutto mi manca Mark, tantissimo.
Tutta la storia Japril è stata accompagnata da un parallelismo con un caso che all’inizio sembra completamente scollegato ma poi si è dimostrato perfetto per questo episodio. La storia della donna sfigurata è la rappresentazione della storia di Jackson ed April. Tutto inizia con un incidente, se ricordate anche l’inizio dei Japril è stato abbastanza casuale, prosegue con mille alti e bassi, momenti di difficoltà da cui sembra impossibile uscire e poi arriva ad una conclusione positiva. La donna che non vuole togliere le bende e che non ci permette di sapere se tutto sia andato per il meglio è come il non vedere Jackson firmare le carte del divorzio. Ha esattamente lo stesso significato. Non sappiamo ancora come andrà a finire, forse perché non è finita.
Proprio sul finale scatta l’altro parallelismo con il caso di Jackson perché finalmente vediamo la donna con il viso privo di ustioni, chiaro sintomo che tutto si è risolto per il meglio, e immediatamente dopo scopriamo che April è incinta. Se fosse un altro telefilm penserei che sia un caso e che non ci sia nessun significato nascosto dietro a queste scene che si svolgono in parallelo, ma non qui. Shonda non fa mai nulla per caso. Sembra il momento più sbagliato del mondo per una gravidanza e lo è, sicuramente lo è, ma potrebbe anche essere un’occasione per ricominciare. Non fraintendetemi, non penso che due persone debbano stare insieme perché hanno un figlio. Sarebbe profondamente sbagliato. Nel caso dei Japril però penso che possa essere una buona occasione perché loro si amano, lo vedono anche i muri del GSMH che si amano alla follia questi due, e hanno solo bisogno della giusta spinta per tornare insieme invece che mandare all’aria qualcosa di meraviglioso come il loro rapporto. Tutto questo è perfettamente racchiuso nelle parole finali di April accompagnate da un suo sorriso leggermente accennato:
Non puoi guarire ogni ferita. E va bene così. Devo credere che vada bene. Devo credere che anche se qualcosa sembra non poter essere sistemato non significa che sia rotto
Voto 7.5/10
Vi lascio il promo de prossimo episodio
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