Titolo: Gulasch di cervo. Caccia al tesoro nel cuore della Baviera
Autore: Graf & Neuburger
Editore: Emons
Traduttore: Antonella Salzano
Pagine: 304
Prezzo: 12,50 €
Il mio voto: 4 piume
Trama
La blogger Ljuba, la studiosa di storia Marjana e l’ex eroe dei tempi di Chernobyl Viktor sono l’improbabile e spassoso terzetto lanciato alla ricerca del tesoro di Hitler ancora sepolto tra le montagne bavaresi. I tre, inseguiti da killer di mafia e trafficanti di banconote false, attraversano l’Europa tra alberghi extralusso, scarpe di Prada, fughe spericolate e calate in grotta alla ricerca del loro personale Eldorado. Puntuale e documentato su avvenimenti storici poco noti, al tempo stesso avvincente ed esilarante nel concatenarsi delle vicende e nella costruzione dei personaggi, il romanzo ci fa attraversare l’Europa e la sua storia novecentesca con intelligenza e ironia.
La recensione
Ho acquistato questo libro esclusivamente per merito della sua copertina. Ero in centro, con un amico, e stavo guardando inutili romanzetti per signora perché questo mio amico doveva fare un regalo. Qualunque cosa meno "scontata" gli proponessi, rispondeva che no, era un libro troppo complesso per la lettrice in questione. Stavamo lì da circa mezz'ora e non facevamo altro che distrarci, guardando cose che sarebbe piaciuto leggere a noi. Dopo aver trovato il libro per questa signora, che ho assolutamente rimosso dalla memoria, mi sono voltata perché distratta da un rumore e il mio sguardo è andato sulla parete di fronte: era piena di Gulasch di cervo. Piena di teste di cervo che, piazzate su uno sfondo conigliettoso, mi guardavano. E mi sono innamorata.Mi accade di rado che il libri di cui mi sono innamorata a prima vista, poi siano in effetti i libri di cui ho bisogno in quel momento. Spesso prendo delle cantonate, altrettanto spesso il libro acquistato di getto non si rivela bello neanche la metà di quanto avevo sperato. Non è successo con Gulasch di cervo di due autori, Lisa Graf & Ottmar Neuburger, che ammetto di non aver mai sentito nominare. Eppure, pare che Lisa Graf – in barba alla mia ignoranza – abbia già scritto ben cinque romanzi prima di questo. Dalla mia posso dire che non conosco il tedesco e ho letto davvero pochissimi libri appartenenti alla letteratura tedesca, una mancanza che mi toccherà colmare prima o poi.
Gulasch di cervo dovrebbe – condizionale necessario! – essere un giallo tedesco, dice anche la collana all'interno del quale il romanzo è collocato. Ma questo, secondo me, è invece vero solo per metà.Di romanzi gialli ne leggo davvero pochi, perché succede spesso di incappare in intrecci che reputo banali dati gli anni di allenamento grazie a tutti i CSI e i Law & Order che potete immaginare, ammetto quindi che comprare questo libro è stato un po' strano per me; ma la sensazione che si sarebbe rivelato ciò di cui avevo bisogno in questo momento era troppo forte per ignorarla.
Quindi, giallo o no, l'ho portato in cassa con me. E ho fatto bene.Perché, appunto, Gulasch di cervo è un giallo solo per metà; è vero, c'è un delitto, che non sappiamo bene come sia avvenuto e per quale motivo fino a più o meno metà romanzo (anche se un po' lo sospettiamo con l'andare degli eventi), e ci sono anche le indagini, certo, ma credo che sia più corretto dire che si tratta di un romanzo. Un romanzo con delitto. E infatti, quello che mi incuriosiva di più e che mi spingeva a fare tardi leggendo – e che mi ha fatto mandare a monte la lettura condivisa che facevo con quello screanzato del mio amico di cui sopra – non era scoprire in che modo e perché il morto era effettivamente morto, ma capire quale sarebbe stato il destino di Marjana, Ljiuba e Viktor. Ce l'avrebbero fatta a trovarlo, questo benedetto tesoro o sarebbero morti di vecchiaia nel tentativo di imparare a barcamenarsi tra grotte e scalate?
Dico questo perché il terzetto protagonista di questa caccia al tesoro è, in effetti, un terzetto a dir poco improbabile. Marjana, una storica del Terzo Reich che si occupa della distrubuzione dei fondi alle vittime del nazismo, Ljuba, una blogger che vaga per la Zona colpita – e successivamente in gran parte evaquata – dal disastro di Chernobyl, e Viktor ex eroe popolare ai tempi di Chernobyl e con il vizietto del riciclaggio del denaro, non avrebbero nulla in comune se non un vivo interesse: andare alla ricerca del famoso tesoro di Hitler, nascosto nelle grotte che si trovano tra le al confine tra Austria e Baviera.Il rischio che questo romanzo si rivelasse essere una sciocchezza era molto alto e, invece, non è successo. Tutto è trattato dagli autori con molta serietà e professionalità, così che l'idea che sia una storia della stessa leggerezza che pervade Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve sparisce non appena Ljuba e Marjana s'incontrano e decidono di dedicarsi, insieme, a questa assurda impresa.Scritto bene e curato nei dettagli storici e geografici, non risulta sciocco o forzato né nell'intreccio della trama, né nella caratterizzazione dei personaggi.
A me, lettrice di romanzi e di romanzi con delitto, è una lettura che è piaciuta molto e ha soddisfatto di molto le mie aspettative, non trattandosi di un vero e proprio giallo. E neanche di un poliziesco. Peccato per i numerosi refusi (e per un piccolo cliché che riguarda i giovani italiani – ma glielo perdoniamo, i tedeschi in genere non pensano belle cose dell'italico popolo) che, spero, in una prossima ristampa verranno corretti. Non sapevo che la Emons, oltre che alla produzione di audiolibri, si fosse dedicata anche alla pubblicazione. Un'altra casa editrice da tenere d'occhio!