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Recensione: "Hatchet"

Creato il 27 ottobre 2013 da Giuseppe Armellini
Recensione: Molto divertente.
Il mondo degli slasher ironici (e degli slasher in generale, specie nei teen horror) è forse quello dove, davvero, la ripetitività la fa da padrone.
C'è sempre un prologo, di solito atto a raccontare i bagordi del gruppo sacrificale di turno, c'è poi lo svolgimento dove i giovani vengono fatti fuori uno ad uno, c'è la final girl e, di solito, il lieto fine.
Sono pochissimi allora gli aspetti dove si può eccellere o avere un minimo di originalità.
Certo possono esserlo le ambientazioni, e in questo caso Hatchet vince la scommessa con le cinematograficissime paludi della Louisiana (anche se, dico la verità, ho la sensazione sia stato fatto molto in studio).
Certo può esserlo il grado di efferatezza degli omicidi e una certa originalità negli stessi.
E anche qua Hatchet riesce ad emergere con una serie di omicidi girati veramente alla grande, cattivissimi come pochi ,anche se, visto il generale clima di divertimento presente nel film, perdono un pò della potenza che avrebbero potuto avere.
Però l'uomo accettato, la donna a cui l'ottimo villain apre la faccia, il regista di film porno a cui viene girato il collo (magnifico), il ragazzo decapitato con la vanga, la ragazza prima "slabbrata" e poi impalata, quella fatta a pezzi, il neretto sbattuto nel muro come fosse un panno bagnato, dai, Hatchet regala momenti splatter davvero convincenti.
E il finale (tanto jasoniano) arriva davvero inaspettato.
Per il resto dialoghi almeno all'inizio imbarazzanti, il mostro che arriva dopo ben 45 minuti, l'ambientazione che seppur affascinante non cambia mai con gli omicidi fatti praticamente sempre sullo stesso posto, la leggenda buttata là e una certa incoerenza su cosa sia il mostro, persona reale o fantasma? Se fosse la prima non potrebbe sopravvivere sempre, se fosse il secondo non avrebbero senso tutte le varie "morti" cui deve sottostare, a meno che non ci troviamo davanti un fantasma a cui piace fare il gigione e l'attore.
Mostro poi derivatissimo nell'aspetto da cult come Wrong Turn e Le Colline hanno gli occhi ma buono dai, un bestione molto cattivo e bruttissimo.
Stupenda la protagonista mente le due zoccolette solo quello possono essere,non hanno minimamente la classe della prima.
Strana la somiglianza del protagonista maschio col nostro Ceccherini, soltanto un pò più bello, diciamo uno o due stadi evolutivi dopo.
Fa specie però che sia il titolo sia la leggenda di Crowley facciano continuamente riferimento all'accetta quando poi in realtà questa viene usata soltanto nel primo omicidio.
Divertente, abbastanza pazzo, leggermente originale, niente di che ma perfetto quando si ricerca un certo tipo di film.
Prima o poi vedrò il seguito, dello stesso regista, Adam Green.
Che tra un episodio e l'altro ha girato l'interessante Frozen, già passato da queste parti.
Un altro giovane regista horror non male.
Ma manca il vero fenomeno ancora, lo aspettiamo.
( voto 6,5 )

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