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[Recensione] Hello daddy! – Claudio Rossi Marcelli

Creato il 04 novembre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Hello daddy! – Claudio Rossi MarcelliTitolo: Hello daddy!
Autore: Claudio Rossi Marcelli
Editore: Mondadori
ISBN: 9788852020261
Num. Pagine: 188
Prezzo: 17,50€
Voto: [Recensione] Hello daddy! – Claudio Rossi Marcelli

Trama:
È andato tutto secondo copione. Claudio è stato svegliato nel cuore della notte al primo cenno di contrazioni: è arrivato il momento. Bisogna solo mettere quattro cose in valigia e correre all’ospedale. Peccato che l’ospedale sia dall’altra parte dell’oceano Atlantico. Ma il viaggio di Claudio e Manlio, due giovani gay determinati a diventare genitori, è stato molto più lungo di un volo intercontinentale. Scartata l’adozione, in Italia vietata alle coppie omosessuali, ai due non resta che un’ultima possibilità: la Gpa. Ovvero la “gestazione per altri”, meglio nota con la definizione di maternità surrogata. Claudio e Manlio partono così per gli Stati Uniti, e grazie all’aiuto di Tara, tornano in Italia con due gemelle in braccio. E scoprono una società molto più aperta di quanto immaginassero. A dare una mano ai neogenitori, c’è un microcosmo di amici e parenti, una galleria di personaggi teneri ed esilaranti. E poi l’incontro con gli uffici pubblici, il pediatra, la scuola, tutti obbligati a fare i conti con la nuova realtà che si trovano di fronte. Dall’Ohio alla Svizzera, dall’Australia al Giappone, questa è la storia vera di un nucleo familiare costruito con l’aiuto di persone appartenenti a mondi diversi. Un racconto che affronta con delicatezza e autoironia un tema di grandissima attualità e mette in crisi l’idea di famiglia tradizionale, creando una nuova normalità.

Recensione:
Un grazioso libro autobiografico che, senza sciorinare spiegoni morali e senza fare criticaH socialeH, ci racconta le avventure dell’autore, Claudio, e del suo compagno attraverso le peripezie dell’avere un figlio – ma anche due.
Sfogliando le pagine prima prendiamo confidenza col narratore, che capitolo dopo capitolo ci dà informazioni su di sé, sul luogo dov’è nato, sull’ambiente, sulla propria famiglia e sulle prime esperienze romantiche che l’hanno portato a conoscere Manlio. Veniamo messi al corrente di come le persone, gli amici, i genitori, i fratelli e sorelle influenzano le loro vite, sia da vicino che da lontano, e abbiamo un’infarinatura apparentemente superficiale ma in realtà assai eloquente di come si pongano le diverse istituzioni e micro culture rispetto alle dinamiche omosessuali.
Il desiderio di avere un figlio è sempre stata una prerogativa di Claudio, come lui stesso ci spiega, e assistiamo tra le righe alla trafila che li porta a conoscere Tara, colei che qui in Italia verrebbe chiamata grezzamente “utero in affitto”, quando è stato coniato un termine più obiettivo ed esaustivo: “gestazione per altri”.
L’affetto che si stabilisce tra i neo-genitori e la famiglia di Tara, poi i vicini statunitensi, i “fratellastri” delle due gemelline che nasceranno, e dopo ancora il trasferimento e l’entrare in contatto con una nuova realtà svizzera bel lontana da quella del Bel Paese.
Hello daddy! è un ritratto allegro e spensierato di una nuova realtà, dipinge con tratti divertenti e quotidiani come diventare genitori gay e soprattutto come comportarsi da tali tra scuole, viaggi, pappette e il tempo che scorre e che sembra appianare ogni diversità.
Non dico che sia un capolavoro di letteratura né di narrativa, ma è un romanzo simpatico. La prosa appartiene evidentemente a un uomo che sa adoperare le parole ma non è uno scrittore, indi per cui ci troviamo di fronte a frammenti di cronaca slegati, qualche salto temporale non segnato e paragrafi che si inceppano un po’ l’uno sull’altro, ma il fatto che sia stato redatto con uno stile volutamente disimpegnato, accattivante e colmo d’ironia lo rende godibile, mai pesante o incomprensibile.
Ho apprezzato il tono ben lontano dalla polemica etica che alcuni autori e autrici di solito si sentono in dovere di inserire nelle loro opere per mera formalità, e anzi mi auguro che molte coppie omosessuali italiane riescano a seguire questo percorso e a realizzare i propri sogni di paternità o maternità. Mi rendo conto che quello di Claudio e di Manlio è stato un cammino quasi lineare, fortunato, appoggiato da tante persone che hanno creduto, e probabilmente credono ancora, nella causa, ma ciò dimostra che niente è impossibile.
Se volete passare un pomeriggio di risate e tenerezza, leggetelo.


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