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[Recensione] Hitman – Damnation di Raymond Benson

Creato il 30 ottobre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Hitman – Damnation di Raymond BensonTitolo: Hitman – Damnation

Autore: Raymond Benson

Editore: Edizioni Multiplayer.it

ISBN: 9788863551914

Numero pagine: 309

Prezzo: 15 euro

Voto:

[Recensione] Hitman – Damnation di Raymond Benson

Trama: L’Agente 47, è un letale assassino, creato dall’organizzazione ICA (“l’Agenzia”) con avanzatissime tecniche di clonazione.

L’agente viene  assoldato in una nuova missione, forse la più difficile che si sia mai trovato a dover portare a termine nella sua lunga “carriera” da killer, in cui dovrà usare fino all’ultimo grammo tutta la sua sagacia, forza e tecnica di copertura.

L’Agenzia tenta di attirarlo allo scoperto affidandogli un incarico molto difficile: l’assassinio di alcune figure politiche di alto livello, ma sottostima l’Assasino Silenzioso e le sue reali intenzioni. 47 infatti riscontra che alcuni aspetti della missione non quadrano e così viene coinvolto in una fitta rete di bugie ed inganni.  Questa volta, l’Agente 47 non morderà soltanto la mano stessa che gli dà da mangiare, ma la strapperà ed annichilerà chiunque si metterà sulla sua strada.

Recensione: Scrittevoli utenti buonasera e bentrovati! Come al solito eccomi di nuovo a proporvi la recensione di una nuova uscita della Multiplayer Edizioni: Hitman Damnation, il triller prequel al videogioco in uscita Hitman Absolution. Da tempo l’agente 47 sembrava caduto nel dimenticatoio, con un cliffangher videoludico (parliamo di Hitman Blood Money ) e un non proprio riuscito adattamento cinematografico non si sapeva bene cosa sperare. Ad oggi invece non solo la saga videoludica vedrà presto un atteso sequel, ma addirittura una sorta di spin-off letterario, oggetto della recensione.

Tecnicamente non c’è nulla da dire, nonostante il costo medio il libro si presenta con una copertina in cartone morbido, accattivante dal punto di vista estetico, un punto a suo favore. Tecnicamente la casa editrice fa sempre del suo meglio per curare l’editing e la traduzione, dalle prime opere si vede come il registro sia cambiato e la cura dei dettagli si sia elevata. Nonostante una lettura attenta non ho trovato nulla da segnalare, refusi o errori che inficiano la qualità della lettura. Non si può però dire che sia una lettura intensa ed elettrizzante, come di norma ci si aspetterebbe da un romanzo di questo genere ed estrazione, ma non credo che ciò sia dovuto alla traduzione o ad un pessimo editing.

Sostanzialmente l’opera si divide in due punti di vista: quello in prima persona, la narrazione diretta dell’agente 47, il quale racconta i fatti momento per momento e le proprie vicissitudini mentali e le parti principali viste dal narratore esterno. Da questo punto di vista a mio avviso l’autore ha fatto una pessima scelta: spesso un capitolo visto dagli occhi di 47 si ripete poi in terza persona, così come alcuni capitoli riprendono in breve parti della trama attraverso altri personaggi, senza una precisa logica o un particolare fine. Non che sia una pessima cosa, se fatta a modo e con periodicità, qui troviamo un capitolo sporadico ogni tanto con il solo scopo di far saltare la continuità della trama.

Dalle prime pagine non ero molto entusiasta, nonostante un inizio vivo e incalzante (il quale mi faceva ben sperare) tutto si è drasticamente ridotto a un capitoletto di tre pagine seguito da un quantomeno piatto viaggio interiore (primo di molti, tutti poco vividi) nella mente di 47. Nonostante questo non mi sono fatto prendere dallo sconforto e ho continuato la lettura, deciso a non farmi influenzare da questo inizio singhiozzante. La scelta si è rivelata azzeccata, poiché nonostante gli intermezzi diretti, capitoli a random e una trama interessante quanto facilmente intuibile (sin dai primi capitoli si riesce a capire dove l’autore vuole andare a parare) la lettura procedeva liscia. Condita da qualche colpo di mano ben posizionato e un po’ di sana azione omicida alla Hitman, il tutto si è rivelato alla fine piacevole e moderatamente coinvolgente.

La caratterizzazione del protagonista è fortunatamente buona, l’agente 47 è vivo e freddo nella sua impassibile ferocia. L’autore riesce a rendere in modo ideale questa sua estraneità a tutto ciò che lo circonda, a tutte le routine dei normali esseri umani. Per lui il lavoro è tutto ciò che lo riguarda, in fondo è stato creato per essere il top delle prestazioni psicofisiche e il top degli assassini. Nonostante non mi siano piaciuti però devo ammettere che gli intermezzi psicologici in prima persona sono estremamente utili, poiché finalmente fanno intravedere nella fredda e pragmatica mente di 47 lo spettro del dubbio: il dubbio di non essere solo una macchina creata da zero per uccidere. Sebbene non approfondita come quella di 47, anche l’essenza degli altri protagonisti è ben resa, visti nel contesto della trama potrebbero sembrare dei cliché già visti (e purtroppo secondo me lo sono), ma si riesce comunque ad apprezzarli e a desiderare di vederli finire in pasto all’agente.

L’unica critica vera che mi sento di fare riguarda uno dei personaggi chiave della serie: Diana Burnwood, l’operatrice di supporto di 47. Lei è il collegamento con l’ICA, la risorsa che garantisce a 47 tutto il supporto esterno necessario e, per sua stessa ammissione, l’unica persona al mondo di cui potrebbe quasi fidarsi. Nonostante questo, nonostante il ruolo chiave nel romanzo e nel videogame di prossima uscita, appare e scompare nel primo capitolo, per poi tornare nelle ultime dieci righe. Perché? Perché dico io? Sprecare capitoli per ripetere parti della storia da un’altro punto di vista quando si poteva spendere spazio utile analizzando i fatti che hanno portato Diana a fare quello che ha fatto, a “tradire” 47 senza che lui si degnasse di scoprire qualcosa o investigare sul perché.

In soldoni? Un libro che vale la pena leggere. L’emozione non è certo il suo punto forte, il pathos non tiene incollati alle pagine, ma permette comunque di arrivare sino alla fine senza annoiarsi. Di Hitman c’è quasi tutto, dell’agente 47 anche. Vale la pena leggere per capire quella sottilissima vena filosofica presentata dall’autore nelle descrizioni in prima persona dell’animo di 47. Vale la pena leggerlo perché la trama sebbene già vista ha i suoi momenti di furore ben resi a livello visivo.

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L’autore: Tra il 1996 e il 2002 Raymond Benson si è occupato delle avventure di James Bond, scrivendo e pubblicando in tutto il mondo sei romanzi di 007, fra cui Conto alla rovescia, I sogni non uccidono e L’uomo dal tatuaggio rosso, tre adattamenti cinematografici e tre racconti. Nel 2008 è stata pubblicata un’antologia delle sue opere, intitolata The Union Trilogy. Il suo libro The James Bond Bedside Companion, un’opera enciclopedica sul fenomeno di 007, è stato pubblicato nel 1984 e nominato per il premio Edgar come Miglior opera critica/biografica. Benson ha anche scritto altri romanzi, tra i quali Face Blind (2003), Le ore del male (2004) e Sweetie’s Diamonds (2006). The Pocket Essentials Guide to Jethro Tull è stato pubblicato nel 2002. Con lo pseudonimo “David Michaels”, Benson ha anche scritto i best-seller Tom Clancy’s Splinter Cell (2004) e il seguito Tom Clancy’s Splinter Cell: Operation Barracuda (2005). L’ultima fatica di Benson è una serie di “thriller rock’n’roll”: il primo, A Hard Day’s Death, è stato pubblicato nell’aprile 2008; il seguito, Dark Side of the Morgue, è stato pubblicato nel marzo 2009. Benson ha anche scritto il sesto romanzo d’avventura di “Gabriel Hunt”, Hunt Through Napoleon’s Web.

Di Raymond Benson, Multiplayer.it Edizioni ha già pubblicato Metal Gear Solid, Metal Gear Solid: Sons of Liberty e Homefront: La Voce della Libertà (scritto a quattro mani con John Milius).


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