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[Recensione] Ho danzato sulle rovine di Milana Torloeva

Creato il 06 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Ho danzato sulle rovine di Milana TorloevaTitolo: Ho danzanto sulle rovine
Autrice: Milana Terloeva
Editore: Tea
Num. Pag.: 184
Isbn: 978-88-502-2179-0
Voto: [Recensione] Ho danzato sulle rovine di Milana Torloeva

Trama:
Il libro incomincia e finisce con l’annuncio di un ballo. Il primo fu annullato, Era il 1994 era arrivata la guerra a Orechovo, il paese ceceno da cui proviene Milana Terloeva. Il secondo, invece, c’è stato, era il 2006. Dopo aver trascorso tre anni in Francia, Milana era appena tornata nel suo paese e ora danzava con le persone care, nonostante le sofferenze e i fantasmi del passato e che una guerra aveva lasciato. Tra questi due episodi simbolici, ci sono dodici anni difficili in cui Milana ha messo a repentaglio la sua vita a causa della difficile situazione nel suo paese, fino a quando un’associazione non le ha proposto di andare a studiare a Parigi. Questo è ciò che racconta Milana nel suo diario intimo e diario di guerra al contempo. Milana narra la partenza precipitosa da Orechovo poco prima dell’arrivo dei carri armati russi, la vita nelle cantine di Groznyj, il suo desiderio di  andare all’università a dispetto dei rischi, la fuga in Inguscezia sotto i bombardamenti, l’euforia fra le due guerre, i campi di filtraggio, la tanto sperata partenza per Parigi, la scoperta dell’Occidente, e il ritorno in Cecenia dove Milana voleva continuare a fare la giornalista stando vicino al suo popolo.

Recensione:
Bisogna innanzitutto chiarire che le rovine di cui parla il libro sono quelle della Cecenia, che ha vissuto due importanti guerra mentre la danza vuole essere una metafora per indicare quella voglia di vivere e di non farsi sconfiggere dalla guerra e dalle terribili conseguenze che ne derivano.
La storia dell’autrice si dispiega in forma di diario; consente una lettura fluida avendo l’autrice usato una scrittura semplice. Milana non vuole attraverso questo libro fare denunce ma semplicemente raccontarsi, e questo per lei è molto importante infatti lo ripete e lo chiarisce molte volte nel libro. In certi momenti stupisce per i toni pacati senza moralismo o retorica.
La giornalista Milana è riuscita attraverso il suo racconto a dar voce al suo popolo senza la volontà propagandistica di voler spiegare un conflitto, quello Ceceno appunto, che va avanti da decenni. Anzi attraverso il racconto delle esperienze sue e delle persone a lei vicine ci fa conoscere meglio le vicissitudini di questo popolo e la loro cultura.


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