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Recensione: "Honeymoon"

Creato il 16 novembre 2015 da Giuseppe Armellini
Recensione: Bea e Paul si amano.
Ma succede qualcosa di strano una notte nel bosco. 
E niente sarà più come prima. 
Un film psicologico che si traveste da horror, una specie di Antichrist per non eletti.
spoiler dopo i puntini
Mi sono accorto che dopo averne visti centinaia, forse migliaia, sopporto sempre meno i lunghi prologhi dell'horror. Certo non pretendo che comincino senza un minimo di presentazione dei personaggi e degli status quo, ma ho notato che guardo questi primi 10,15,20 minuti sempre con meno interesse, con mezzo occhio.
Ecco, poi ci sono film come It Follows che ti sparano dei prologhi pazzeschi e quello è un altro discorso.
Spiace aver tirato fuori questa lamentela proprio su Honeymoon che, in verità, non ha un inizio nemmeno malvagio. ma la cosa mi è venuta in mente ora e ora la dico.
Opera prima.
Di una giovane donna, poco più che una ragazza.
E sarà che quando uno quando sa queste cose poi vede tutto con occhi diversi ma a me pare che la mano femminile si veda, e parecchio.
Specie in quello che io considero il miglior pregio del film, probabilmente passato nascosto ai più (non nel senso che io vedo cose che gli altri non vedono, ma che mi interessano cose di solito non tanto importanti).
E con ciò mi riferisco alla grandissima verosimiglianza e al modo in cui la regista ci fa arrivare il rapporto tra Bea e Paul. Dalle piccole cose, dalle piccole frasi e dagli sguardi capisci benissimo quanto si amino, quanto la loro storia sia leggerissima, e così "vera" che anche ogni singola incomprensione la risolvi con un sorriso o un parlarsi.
Per restituirci tutto questo, alla regista, l'aiutano anche i due bravissimi attori.
Recensione:
Io credo che in fase di sceneggiatura questo non solo sia stato l'aspetto più curato ma anche quello che si doveva curare di più. Perchè Honeymoon è un film che sotto il velo dell'horror (anzi, di un altro genere ancora, ne parleremo sugli spoiler) racconta invece del disgregarsi di un rapporto, del non riconoscersi più, dell'arrivo di tensioni non più dissolvibili con un solo sorriso.
A voi sembra di vedere un horror ma se doveste raccontare il primo e il secondo tempo di Honeymoon quali sarebbero i punti focali?
L'armonia del primo e la dissonanza del secondo.
Film psicologico quindi, e sarà questo aspetto, sarà quel bosco, sarà quel continuo richiamo all'utero e alla vagina, ma a me per larghi tratti questo film è parso quasi un Antichrist per non eletti, senza piedistallo o zone troppo oscure.
Recensione:
Un piccolo film che non vuole ergersi a capolavoro (come quello di Trier) e che, un pò come Babadook, nasconde dinamiche puramente umane e psicologiche dietro vestiti gotici e inquietanti.
Il non essere più sè stessi parte da minime cose come non ricordarsi più come si fa un caffè per arrivare quasi alla dimenticanza dell'altro.
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E questo accade quando nella vita entra in testa qualcosa di a te alieno (termine non casual), qualcosa che mina fortemente quella struttura che sembrava così forte, il tuo io, la tua anima.
E per Bea quel qualcosa è entrato in quel bosco.
A volte questi morbi che ti infettano sono così forti che non riesci a controllarli, crescono e crescono, fino a cambiarti per sempre.
Non sapevo niente del film. E ho amato moltissimo scoprire dopo quasi un'ora che in realtà non stavo vedendo un film sul Male, sui boschi stregati, paranormale, ma che forse quelle luci che si vedevano avevano altra matrice. Ecco, scoprirlo poi (anche se ho paura che il film ti voglia far stare col dubbio fino alla fine, ma no, si capisce benissimo molto prima) è stato davvero bello.
E sì, magari l'incontro ravvicinato del terzo tipo rende tutto molto più "fisico", più vero, ma io credo che, come in Signs, gli alieni siano solo un mezzo, non il fine. Un mezzo per arrivare a quella disgregazione di cui parlavo sopra.
Recensione:
La stessa cornice horror del resto è solo mezzo. Questo non è un film che vuole fare horror, ma un film che usa l'horror per parlare della pazzia, dei cedimenti, dei crolli.
Credo che i riferimenti alla gravidanza iniziali siano importantissimi. Non solo perchè, come scritto, la vagina e l'utero saranno parte fondamentale del film, ma anche perchè, nella mia visione puramente metaforica, quei discorsi potrebbero essere stati il morbo di cui parlavo, l'infezione che ha iniziato a cambiare Bea.
Non è un caso che la prima e unica piccola tensione tra loro sia stata in quell'occasione.
E la "luce accecante" che lei dice di aver visto nel bosco (e rivedrà nel finale) in questa lettura è la luce accecante che obnubila la ragione, che non ti fa più vedere quello che vedevi prima.
In una location praticamente identica a Funny Games, in un'atmosfera di minaccia esterna e interna costante vi vedrete un bel film che, per essere amato, vi chiede di entrare un pò nel profondo.

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