Titolo: I colori del buio
Autore: Kathryn Erskine
Editore: Mondadori
Data uscita: 14 giugno 2011
Pagine: 210
Prezzo: 9,00 euro
Caitlin non ama essere toccata e ha un rapporto difficile con le persone intorno. Adora disegnare, ma solo in bianco e nero perché i colori la confondono. Ad aiutarla a capire le sfumature del mondo c’era Devon, il fratello adorato, ma da quando è morto in una tragica sparatoria nella sua scuola tutto sembra andare in frantumi. È solo la caparbietà di Caitlin a spingerla a rimettere insieme i pezzi, ad accettare il dolore. E, soprattutto, a farlo insieme agli altri: qualcosa di caldo e luminoso di cui non potrà più fare a meno.
RECENSIONE: Un tema delicato e una tragedia inaspettata. Un racconto profondo e toccante. Un nuovo modo di vedere il mondo, attraverso gli occhi della piccola Caitlin...
Ma che bella sorpresa! Quello di Kathryn Erskine è un romanzo davvero splendido e toccante, che mi ha emozionata non poco. Un libro che può passare inosservato, pubblicato nella nuova collana Gaia della Mondadori e proposto al ragionevolissimo prezzo di 9 euro. A fronte di tanti romanzi ampiamente pubblicizzati – libri che poi, nella sostanza, non sempre meritano – mi chiedo come mai questo piccolo gioiello se ne sia uscito quasi in sordina, quando avrebbe davvero meritato una maggiore attenzione e, magari, anche una veste più elegante (rilegato come si deve e con sovra copertina).Capisco che viene fatto rientrare nella letteratura per adolescenti di cui si occupa appunto la collana Gaia, ma “I colori del buio” è un romanzo che può essere apprezzato anche da un pubblico adulto.
Non è il primo libro che leggo sulla sindrome di Asperger, anzi, è stata proprio la presenza di questo tema a indurmi all’acquisto (oltre al fatto che ha vinto il National Book Award). E’ strano mettersi nei panni di Caitlin, la giovane protagonista del romanzo. Le sue sono congetture davvero insolite, il suo comportamento, la sua logica e i suoi pensieri seguono schemi che per i non affetti dalla sindrome possono risultare spesso contorti o insensati. L’autrice è stata veramente molto brava e ha scavato a fondo nella psicologia del personaggio, permettendo al lettore di vedere il mondo attraverso gli occhi della piccola Caitlin.Undici anni circa, Caitlin Smith vive con il padre e l’adorato fratello Devon, di tre anni più grande. Una situazione delicata, ma quanto meno stabile. Fino al giorno in cui una tragedia sconvolgerà le loro vite. Perché non solo Caitlin è affetta dalla sindrome di Asperger – che dal punto di vista pratico può essere riconducibile a una lieve forma di autismo – ma improvvisamente viene a mancare il suo punto di riferimento e di collegamento con il mondo esterno: Devon.Il racconto inizia proprio con il suo funerale: il ragazzo è rimasto vittima di una sparatoria a scuola, un evento tanto tragico quanto insensato e folle (l’autrice si è ispirata al noto episodio di cronaca nera accaduto alla Virginia Tech University nell’aprile del 2007, con un bilancio di 33 vittime e diversi feriti).La morte di Devon segnerà profondamente il padre e porterà Caitlin a reagire in un modo tutto suo, apparentemente apatico e privo di tatto. Del resto l’abituale comportamento della ragazzina è spesso difficile da comprendere: detesta il contatto fisico ed è pertanto particolarmente gelosa di quello che chiama il suo “Spazio Personale”; non coglie l’ironia nelle battute, così come le metafore, e interpreta sempre tutto alla lettera; ama il bianco e il nero, tinte precise e facili da intepretare, mentre – a suo dire – i colori sono troppo complicati, si fondono l’uno nell’altro in una miriade di sfumature sempre diverse e non sono pertanto un qualcosa di fisso e immutabile, regolato da una logica ferrea che non prevede tonalità o eccezioni; i libri le danno sicurezza, poiché indipendentemente dal numero di volte che possono essere letti e riletti, le parole e le frasi non cambiano, sono sempre quelle e sempre nello stesso posto… a differenza delle persone, così mutevoli nelle loro espressioni e nei comportamenti altalenanti; ama i peluches – ne possiede circa centocinquanta – e si diverte a dare i nomi ai vermetti gommosi prima di mangiarli. E’ bravissima nel disegno – rigorosamente bianco/nero – e passa il tempo libero a studiare le parole sul Dizionario ( o a leggere qualsiasi libro le capiti sotto mano). Questa è Caitlin, una ragazzina speciale ma tutt’altro che stupida (sebbene sia solo in quinta elementare, il suo quoziente di lettura è pari a quello di un adulto). Caitlin detesta le parole “emotivo, amichevole, estroverso, espansivo, socievole”, ritiene che l’uso del maiuscolo non debba seguire le regole grammaticali bensì l’importanza del significato di una determinata parola (ad esempio il termine “cuore” merita per forza la lettera maiuscola, sempre e comunque).Caitlin comprende in parte le sue difficoltà e talvolta si sforza di comportarsi come gli altri vorrebbero che lei facesse. A scuola la signora Brook la sprona a fare amicizia con gli altri bambini, a guardare di tanto in tanto le persone negli occhi, a fare delle passeggiate nel cortile. Spesso per Caitlin è difficile, quasi impossibile ottenere un risultato davvero soddisfacente. Nonostante si impegni è come se non riuscisse a sentirsi a proprio agio. Si impone di fare determinate cose perché così le viene chiesto di fare, ma una parte di lei continua a ribellarsi e ad agitarsi, quasi si sentisse “imprigionata” in modi e abitudini che non comprende e non condivide. Più e più volte fa ricorso al termine “Afferrare”, sia quando cerca di spiegare sé stessa agli altri, sia quando comprende ciò quello che le viene richiesto. E’ come parlare due lingue diverse e tentare di intuire , per vie traverse, cosa intende l’altro. Afferrare, per l’appunto.Una delle pochissime persone con cui riuscirà ad instaurare un legame è il piccolo Michael, un bambino di prima elementare che ha perso la madre nella stessa sparatoria in cui è morto Devon. A differenza di molti altri ragazzini, Michael sembra apprezzare l’originalità di Caitlin e i suoi maldestri tentativi di confortarlo.La cassapanca che Devon stava costruendo come progetto per i Boy Scout – e rimasta incompiuta dopo l’improvvisa scomparsa del ragazzo – diventerà un pensiero fisso per Caitlin. Completarla diventerà per lei un percorso alla ricerca di quella misteriosa “Pacificazione” di cui sente tanto parlare. Riuscirà – non senza fatica – a coinvolgere nell’impresa anche il padre, inizialmente contrario e chiuso nel suo dolore. Sarà un balsamo per le loro ferite, e sebbene il dolore rimarrà immutato troveranno però la forza e il coraggio di guardare avanti, verso una vita che – pur senza Devon – merita di essere vissuta.Lo stile ricalca perfettamente la psicologia di Caitlin, ritraendola in maniera così vivida e precisa da sembrare veramente reale. Compassione, meraviglia, pena e stupore trasudano dalle pagine, mentre la trama si srotola tra fatti e sensazioni. E’ un romanzo delicato, toccante e splendido, per il modo in cui è scritto, per ciò che rappresenta, per la storia che racconta. Arriva dritto al cuore, non c’è verso di restare indifferenti.Un romanzo che consiglio sia a lettori adulti che adolescenti. Agli adulti, perché apprezzeranno con una maggiore sensibilità il tema trattato. Agli adolescenti perché è un libro che lascia dietro di sé qualcosa, qualcosa di veramente buono, non come i mille young adult (che di young ormai hanno solo il nome) che sempre più spesso propongono ragazzine che ragionano e si comportano al pari di adulte ben più navigate.Quattro stelline tonde tonde.