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[Recensione] I giorni dello scirocco di Fabrizio Fondi

Creato il 12 marzo 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] I giorni dello scirocco di Fabrizio FondiTitolo: I giorni dello scirocco
Autore: Fabrizio Fondi
Editore: Autopubblicato
ISBN: 9788863699456
Numero pagine: 188
Prezzo: € 0,99

Voto:

[Recensione] I giorni dello scirocco di Fabrizio Fondi

Trama:
L’Isola della Corona è una terra a due facce: silenziosa e triste in inverno, affollata e solare in estate. La pesca è ormai poco più di un ricordo, rimpiazzata da un turismo di massa che adesso ne condiziona pesantemente la vita. Ma qualcosa sconvolge periodicamente la sua tranquillità. Qualcosa di inspiegabile e misterioso che, ormai, un solo abitante sull’isola conosce e intende combattere. È un evento che si produce più o meno ogni sessanta anni e provoca la morte di decine di persone per mano di qualche abitante che viene rapito da una follia inarrestabile. Il romanzo si apre con la descrizione di uno di questi eventi, quello del 1887. Nel 2004 Franco Bernardi, detto Barbanera, è ormai l’unico a conoscere la storia occulta e sotterranea dell’isola, le sue sofferenze e le reali cause delle sanguinose vicende del suo passato. E adesso è sicuro che quel passato stia per tornare e che l’evento stia per ripetersi ancora una volta. Prigioniero del suo segreto e delle sue certezze, cercherà di battere sul tempo una maledizione che si scaglia sull’isola con violenza e che nessun altro riesce a interpretare per ciò che è veramente. E proprio quando comincerà a pensare di essere riuscito a superare indenne questa sfida, e di essersi sbagliato nelle sue previsioni, il destino gli rovescerà di nuovo addosso la sua crudeltà…

Recensione:
Di questi tempi, partire con un autopubblicato in mano significa molto spesso dover fare i conti con una buona dose di pregiudizi. Ora che accedere alla pubblicazione è sempre meno una questione di merito, e sempre più una faccenda di soldi o di pubblicazioni che sarebbe un complimento definire mediocri, l’editoria italiana è letteralmente sommersa di obbrobri letterari fin troppo facili da reperire.
Il romanzo si apre con una narrazione lenta, lentissima, che indugia sui particolari e compie frequenti cambi di prospettiva e di tempo. Il lettore si ritrova immerso nelle tradizioni dell’isola, ma senza farne immediatamente parte, come se fosse un turista che si addentra in un paese ancora sconosciuto. A questo punto, se ero partito prevenuto, ero già pronto a lamentarmi.
Invece, questo è l’unico punto debole dell’intero libro.
Mi sono appassionato dopo i primi capitoli, sempre più coinvolto dalla vita che mi si dipanava davanti agli occhi. La leggenda e l’accuratezza storica, il delirio e il realismo, l’infanzia e la vecchiaia sono i tre grandi binari su cui scorre il racconto, in un climax crescente che si risolve alla fine con un ideale contrappeso alla lentezza iniziale.
È inevitabile, da metà in poi, sentirsi uno degli isolani. I locali, le strade e i personaggi assumono una tridimensionalità rara da trovare in un libro. Li ho seguiti nei loro racconti, tra scogliere scoscese e bicchieri di vino locale, vedendo e sentendo l’incubo di un vento diabolico e chiedendomi se, dietro leggende tanto simili le une alle altre, si nasconda dopotutto un’ombra di verità.
Libro consigliato, che vale la pena di leggere (anche perché costa davvero pochissimo) e non merita di cadere nel dimenticatoio digitale.


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