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[Recensione] I tredici fiori della guerra di Gelin Yan

Creato il 05 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] I tredici fiori della guerra di Gelin YanTitolo: I tredici fiori della guerra
Autrice: Geling Yan
Editore: Rizzoli
Prezzo: 16€
Pagine: 195
Codice ISBN: 978-88-17-05706-6
Voto: [Recensione] I tredici fiori della guerra di Gelin Yan

Trama:
Inverno 1937. La guerra è arrivata a Nanchino. Le allieve del collegio di Santa Maria Maddalena, sotto la guida di padre Engelmann, devono lasciare al più presto quel luogo in procinto di sprofondare nel terrore e nel caos. Mentre attendono sulla banchina l’arrivo del vaporetto che dovrebbe condurle a Pukou, un gruppo di soldati feriti viene fatto passare davanti a loro. Sulla barca non c’è più posto per le ragazze, e padre Engelmann non può far altro che riportarle al collegio: restare al lo scoperto è pericoloso per chiunque, figuriamoci per delle fanciulle di buona famiglia terrorizzate e sotto shock. Tra loro c’è anche Shujuan, giovane zia del l’autrice. Da giorni aspetta invano che i genitori, in viaggio negli Stati Uniti, tornino a prenderla nella città assediata dai giapponesi e dalla fame. Ma quando tredici prostitute poco più che bambine e un drappello di soldati cinesi si presentano al collegio in cerca di rifugio, una realtà dura e aliena quasi quanto la guerra irrompe nella vita di Shujuan e delle compagne. Costrette a fare i conti con un mondo del quale ignoravano l’esistenza, le ragazze scopriranno che i fiori più belli, a volte, si nascondono dove meno te lo aspetti.

Recensione:
Ispirato a una storia vera, è stato un successo di pubblico e di critica in patria e all’estero. Personalmente l’ho trovato un pò superficiale e abbastanza prevedibile ma analizziamo meglio il romanzo.
Innanzitutto il titolo vuole fare riferimento alle tredici giovani e pure ragazze che vivono nel collegio, le quali presto dovranno fare i conti con una realtà a cui non erano preparate; pronte a schernire, a deridere e a offendere persone diverse dal loro status, solo perché prostitute e non ritenute alla loro altezza. Ma dovranno ricredersi, perché saranno quelle prostitute a salvargli la vita e a fare in modo che riescano a scappare e a non essere stuprate e uccise dai giapponesi.
Ho trovato interessante la descrizione delle prostitute, che non è stata banale anzi, l’autrice è riuscita a far emergere più la persona che la prostituta; ha descritto e posto in rilievo la storia di queste donne, la loro infanzia, i loro ricordi, il loro vero essere, non soffermandosi sulle apparenze di donne civettuole e adulatrici ma quelle di donne forti , con una grande dignità e pronte a sacrificarsi per degli ideali di purezza.
Questo romanzo mette in rilievo due aspetti della guerra: da un lato la solidarietà e la lealtà, di persone anche di diversi ranghi sociali, che grazie al loro animo umile è pronto ad aiutare il prossimo senza pretendere nulla in cambio, a costo della loro stessa vita; dall’altro la desolazione, la crudeltà che la guerra porta con sé, rendendo le persone incapaci di provare qualsiasi tipo di sentimento ma solamente pronti a uccidere e a distruggere l’altro per sentirsi più forti e potenti.
L’autrice snoda il romanzo in modo abbastanza fluido e semplice; la storia appare superficiale in alcuni punti, non venendo approfonditi certi passaggi il lettore rimane confuso, non capendo completamente l’avvenimento o la situazione. La conclusione l’avevo indovinata già dal quarto capitolo anche se poi l’autrice riesce a stupire e a lasciare al lettore una sensazione di mistero nelle ultime righe, anche se secondo me è un estremo tentativo di rendere piacevole un romanzo un po’ noioso.


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