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Recensione "I Watson e Emma Watson" di Jane Austen e Joan Aiken (Tea)

Creato il 01 giugno 2012 da Maila Tritto
I Watson, il romanzo incompiuto di Jane Austen,che i fan della grande scrittriceavrebbero sempre desiderato leggere 'sino in fondo',trova finalmente compimentoTitolo: I Watson e Emma WatsonAutore: Jane Austen- Joan AikenEditore: TeaTraduttore: Alessandro ZabiniData di pubblicazione: 26 aprile 2012Prezzo: 13,00 EuroPagine: 240 pp.ISBN: 978-88-502-2709-9Sinossi: Era il 1803 quando Jane Austen mise mano alla stesura di un romanzo che non avrebbe mai trovato compimento e sarebbe stato pubblicato per la prima volta solo nel 1871, a cura del nipote dell'autrice, James-Edward Austen-Leigh, il quale lo intitolò "I Watson". Un'opera che gli amanti della grande scrittrice avrebbero sempre desiderato leggere per intero, avendo tutte le caratteristiche delle sue opere più mature (infatti fu scritta dopo la stesura di "Ragione e sentimento" e "Orgoglio e pregiudizio"). Finora, quindi, le avventure di Emma, l'eroina del romanzo, si interrompevano bruscamente lasciando nei lettori un misto di delusione e di curiosità insoddisfatta. Finora. Adesso, grazie alla straordinaria e felice creatività di Joan Aiken, famosa e apprezzata autrice di sequel austeniani, quelle vicende trovano compimento in un romanzo che riprende esattamente da dove la vicenda si era interrotta, intrecciando le vicende di nuovi e vecchi personaggi. E così sapremo finalmente cosa succede a Emma quando, dopo quattordici anni di assenza, fa ritorno nella sua famiglia d'origine e si ritrova a dover assistere il padre, ormai vecchio e molto malato, e farsi accettare dai fratelli, tra i quali i rapporti sono inquinati da piccole gelosie e invidie meschine. Ma la giovane Emma è all'altezza delle grandi eroine austeniane e affronterà con coraggio e determinazione le difficili prove che la vita ha in serbo per lei.Recensione: I Watson è il titolo che James-Edward Austen Leigh — nipote dell'illustre autrice Jane Austen — ha attribuito, nel 1871, al manoscritto — privo di capitoli e indicazioni di capoversi — che fino a quel momento era rimasto anonimo. Jane Austen ha scritto tale opera — che non ha mai avuto successo, proprio perché mai completata — fra il 1803 e il 1805. Sebbene i motivi per cui l'autrice non abbia portato a compimento l'opera siano, in realtà, diversi. Le cause potrebbero essere tante: dalla morte del padre della scrittrice, all'insuccesso della prima versione dell' opera conosciuta inizialmente come Susan e che, ad oggi, è nota come L'abbazia di Northanger, pubblicato postumo nel 1818. Secondo Elizabeth Jenkins, autrice di una biografia di Jane Austen, la scrittrice britannica non ebbe la giusta ispirazione — o, forse, voglia — per dedicarsi alla narrazione, facendosi prendere dal 'doloroso realismo'. Tuttavia è probabile che tale manoscritto abbia ispirato Jane Austen per la stesura dei successivi romanzi che, si sa, hanno tutt'ora successo. Anche ne I Watson si vivono le incantevoli atmosfere del mondo Regency: caratterizzato dalle chiacchiere nei salotti; dalle ferree regole e convenzioni della classe piccolo-borghese, ma anche dalle ambizioni matrimoniali. È questo il periodo, che è il Settecento, di cui si occupa la Austen; figura di spicco della letteratura preromantica. Ad ogni modo, gli avvenimenti bellici non sono mai stati degni di attenzione da parte della scrittrice che si è occupata, principalmente, di determinati temi ricorrenti nei romanzi quali: le storie d'amore e la famiglia, trattati con ironia e arguzia.È l'universo femminile ad ispirare l'autrice, che è presente anche nel manoscritto. La protagonista è la coraggiosa e arguta Emma, che possiede i tratti tipici delle eroine austeniane. Con I Watson e Emma Watson, pubblicato dalla casa editrice Tea il 26 aprile, la scrittrice inglese Joan Aiken (1924-2004) — famosa per aver scritto una serie di sequel delle più famose opere austeniane, tra i quali: Lady's Necklace, sequel di Orgoglio e pregiudizio, e Jane Fairfax, sequel di Emma —  ha tentato di completare il romanzo incompiuto. Per le jeneites — che amano tutti i romanzi della Austen, nonché i sequel e gli spin-off — è sicuramente un libro da non lasciarsi sfuggire. Joan Aiken riprende la storia, narrata in terza persona, focalizzando l'attenzione su Emma che — almeno come nome — ricorda la protagonista dell'omonimo romanzo, pubblicato nel 1815. Se Jane Austen avesse voluto compiere una scelta stilistica-contenutistica di tale tipo, non è dato sapere. Tuttavia, la Aiken ha scritto qualcosa di molto vicino allo stile austeniano  — che, per me, resta comunque inimitabile. La caratterizzazione dei personaggi è affrontata in modo ironico, e sono presenti anche i consueti prototipi che fanno sì che emergano i temi ricorrenti. Emerge, in ogni caso, il modello di donna emancipata  — rappresentato dalla protagonista  —, determinata a seguire gli ideali e, soprattutto, il cuore. Forte è anche l'idea della famiglia tipico borghese, con i suoi doveri educativi  — sebbene, in qualche caso, tale dovere non sia del tutto rispettato. Emergono, infatti, anche l'arrivismo economico e sociale; nonché l'avarizia che è il vizio capitale predominante. Il lettore assisterà, quindi, alle vicende di Emma e alle sue estenuanti 'piccole battaglie' affinché sia accettata da tutti i membri della famiglia che, tuttavia, le attribuiranno sempre un ruolo marginale. Alla fine, però, avrà modo di riscattarsi e di vivere la vita come ha sempre desiderato. (A cura di Maila Tritto)L'AUTRICE: Joan Aiken (1924-2004), scrittrice inglese prolifica ed eclettica, ha raggiunto la fama soprattutto come autrice di libri per bambini e ragazzi, e grazie ai suoi sequel alle opere di Jane Austen, tra i quali ricordiamo Lady Catherine's Necklace, sequel di Orgoglio e pregiudizio, e Jane Fairfax, sequel di Emma. 

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