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Recensione "Il Cattivo tenente" (1992)

Creato il 03 ottobre 2013 da Giuseppe Armellini

piccoli spoiler
Che Ferrara sia uno dei registi più maledetti della nostra epoca non lo testimonia soltanto la sua, a volte
schizzata, cinematografia ma basta e avanza il personaggio stesso.
Questo qua è senz'altro uno dei film che più lo rappresenta e forse quello suo più conosciuto al grande pubblico se non altro per il remake con prezzemolino Cage.
Partiamo dalla fine.
C'è qualcosa che non mi convince, che mi lascia tanti dubbi, qualcosa di poco genuino o forse di troppo complesso per un'analisi superficiale.
Questo ha tutti i crismi per essere un film sulla redenzione, sulla purificazione d'animo, sulla finale abiura di ciò che si è stati.
Ma...
Se quando il tenente è entrato nella baracca dei due ragazzi i Dodgers fossero stati avanti nel punteggio, se quell'ultima maledetta partita l'avessero vinta loro, siamo sicuri che avremmo avuto lo stesso finale?
Peppino Prisco era solito dire che un minuto prima di morire voleva diventare milanista così se ne sarebbe andato uno di loro.
Che valore ha una redenzione all'ultimo minuto con la tua vita ormai mortalmente segnata?
Che valore ha un gesto di estrema misericordia e grazia quando in questa vita ormai non porterà nessun giovamento?
Ecco, a questo punto è lecito chiedersi quanto davvero sia genuina la catarsi del tenente, quanto abbia di realmente umano o quanto non sia, magari inconsciamente, una furberia trascendentale.
Che poi, ed è qui l'assurdo del film, se è vero che Ferrara ci dipinge un personaggio ormai in grave stato di decomposizione, squallido, cinico, violento e distruttivo in realtà tutta questa violenza e distruzione è in gran parte solo verso sè stesso. Il tenente non uccide nessuno, non spara a nessuno, non mena nessuno, anzi, manda via i due ragazzi che hanno rubato al chiosco, grave errore di sceneggiatura perchè quella sì sarebbe stata la scena da contrapporre a quella finale. Corco di botte i due furfantelli e lascio liberi i due terribili stupratori, cerchio chiuso.
Invece nulla, se non fosse per la magnifica scena della fellatio simulata (che coincidenza vederla subito dopo Killer Joe) il tenente in realtà è molto meno duro di quello che sembra, un semplice cocainomane, eroinomane, alcoolizzato e perverso che difficilmente fa male a qualcuno.
Molto bella la struttura del film che va a braccetto con le 4 partite di rimonta dei Mets, struttura per la quale più i Dodgers vengono rimontati nella serie più il tenente prosegue la sua strada verso la perdizione. E alla fine l'analogia lascia però il posto al contrappasso, i Dodgers perdono la serie ma il tenente dopo l'indimenticabile incontro col Cristo ha la sua redenzione.
Resta da capire se tale redenzione arrivi più dal dialogo con la suora, dalla crisi mistica o dalle scommesse perse.
Meraviglioso Keitel.
Ovviamente.
( voto 7,5 )

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