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Recensione: Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas
Creato il 20 agosto 2014 da Lafenicebook @LaFeniceBookSono passate ormai settimane da quando ho finito di leggere Il Conte di Montecristo, ma ho dovuto e voluto riflettere un po' sulla lettura prima di scrivere la mia opinione al riguardo...
Devo ammettere però che non credo riuscirò mai a esprimere al meglio le sensazioni che questo libro mi ha trasmesso,ma ci proverò!
Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d'If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l'amicizia con un altro prigioniero gli procura l'evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata. Le mille identità che il conte assume per preparare la trappola ai suoi nemici, i suoi viaggi, gli avvelenamenti, gli intrighi, le scomparse, i ritorni: questo grande fiume creato dalla penna infaticabile di Dumas sa far voltare pagina come pochi altri, con la stessa urgenza con cui i lettori di due secoli fa aspettavano l'uscita della puntata successiva.Non troverò mai parole adatte a descrivere la bellezza e la perfezione di questo libro, quindi mi farò aiutare direttamente dalle parole di Dumas...
Tutta la saggezza umana sarà in queste due parole: aspettare e sperare!Il libro si apre su una scena portuale: una nave sta per attraccare al porto, condotta da un giovane uomo, Edmond Dantès, che grazie alle sue capacità e al suo buon carattere, sta per diventare Capitano in giovanissima età e grazie a questa nuova nomina potrà aiutare il padre ormai anziano e potrà sposare la ragazza di cui è innamorato, Mercedes...
Nulla sembra poter sconvolgere la sua felice esistenza, fin quando Edmond non viene accusato di essere un bonapartista e imprigionato ingiustamente; a causa della gelosia di chi lo circonda e di altre infauste circostanze, Edmond viene giudicato colpevole e rinchiuso in una delle segrete del Castello d'If dove passerà 13 lunghi anni meditando la sua vendetta...
Tutti quanti in un modo o nell'altro conoscono la trama di questo libro o almeno parte di essa, molti avranno sicuramente visto una delle trasposizioni cinematografiche dedicate a questo capolavoro, io invece me ne sono sempre tenuta lontana, perchè volevo leggere prima il romanzo, volevo leggere la storia del Conte, sapendo che l'avrei amata e così è stato. E come poteva essere altrimenti? Come si fa a non amare un libro del genere, uno di quei libri che oggi non si scrivono più?
Avevo già avuto un assaggio del genio di Dumas con "I tre moschettieri", ma è in questo libro, da tutti definito il suo capolavoro, che se ne comprende davvero la portata!
Imparare non è sapere; ci sono gli eruditi e i sapienti: è la memoria a fare i primi, ma è la filosofia che fa i secondi.
Edmond passa anni in prigione, anni in cui crede di diventare pazzo, finchè non conosce un altro prigioniero, l'abate Faria, che con pazienza prende il ragazzo sotto la sua ala protettiva, insegnandogli tutto ciò che sa e facendo di Edmond un uomo colto.
Oltre a tutto il sapere ricevuto, Edmond ottiene in eredità un tesoro inestimabile e grazie ad esso diventa il Conte di Montecristo e inizia ad attuare i suoi progetti di vendetta contro chi lo ha accusato ingiustamente e lo ha fatto marcire in una cella per 13 anni...
L'odio è cieco, la collera sorda, e colui che vi mesce la vendetta, corre pericolo di bere una bevanda amara...
Fin dove ci si può spingere per vendetta? A cosa è disposto l'uomo per raggiungere i suoi scopi, per quanto malvagi e subdoli siano?
E una volta raggiunta la vendetta, si è davvero felici?
Questi sono solo alcuni dei quesiti che Dumas solleva, narrandoci la storia della vendetta del Conte, che si scontra però con la coscienza dello stesso protagonista, che si rende conto di aver sbagliato a pensare di potersi ergere a Dio e decidere il fato di chi lo circonda...
Verso la fine del romanzo, il dubbio di Edmond si fa sempre più forte e, complice anche il rapporto che instaura con gli altri personaggi del romanzo, inizia a cambiare i suoi piani, a fare eccezioni durante il cammino e a scoprirsi più umano di quel che credeva...
La storia, la trama, i personaggi, tutto in questo romanzo è indimenticabile! La storia è appassionante, la mole del romanzo non dovrebbe spaventare chi si accinge a questa lettura, perchè le pagine scorrono via veloci, dopo aver iniziato non riuscirete a fermarvi e, come me, vi ritroverete a leggere le ultime righe senza rendervi conto di essere arrivati alla fine!
Non parlerò dello stile dell'autore, non mi soffermerò su particolari tecnici, perchè mi sembra superfluo: Dumas è definito il padre del romanzo storico, è stato un autore prolifico, uno fra gli scrittori francesi più famosi di sempre, quindi non credo proprio di poter aggiungere altro!
Gli intrecci nella trama, i mille colpi di scena sono talmente ben studiati che comprendo perfettamente chi all'epoca della sua pubblicazione, leggendolo a puntate, aspettava con impazienza di poter leggere il continuo della storia!
Si ama sempre ciò che nuoce.
Ho amato questo romanzo, credo che l'abbiate capito, la storia mi ha appassionato e mi sono affezionata ai molteplici personaggi, alcuni dei quali mi sono entrati nel cuore e non credo che li dimenticherò facilmente!Il Conte di Montecristo è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto ed è entrato prepotentemente fra i miei preferiti...A questo punto non mi resta che invitare chiunque non l'abbia ancora letto, a procurarsi una copia di questo meraviglioso romanzo e a perdersi nella prosa di Dumas e nella storia di Edmond!
In questo mondo non ci sono né felicità né infelicità, esiste solo il confronto tra una condizione e l’altra, ecco tutto. Solo chi abbia provato l’estremo dolore è in grado di percepire l’estrema felicità. Bisogna aver voluto morire, Maximilien, per sapere quanto è bello vivere.
Baci...
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