Il domani che verrà
Pagine 251
Euro 14.90
ISBN 9788876250804
Australia, contea di Wirrawee. Nella campagna vicino Melbourne la vita scorre lenta e monotona, ma otto ragazzi hanno trovato un modo di sconfiggere la noia che li assale ogni estate: una gita nella natura selvaggia del bush australiano. Macchina, bagagli, tende, provviste, tutto è pronto per una nuova avventura. Hell è la loro destinazione: una radura luminosa e isolata che sarà la loro casa per una settimana, un paradiso chiamato Inferno. Davanti al fuoco a raccontarsi storie, a scambiarsi i primi baci e leggere classici di altri tempi, gli otto ragazzi non sanno che al loro ritorno la vita non sarà più la stessa. Le loro case vuote, i loro animali domestici morti, un’aurea di desolazione che avvolge ogni cosa. L’Australia è stata occupata dalle forze militari, i cittadini sono stati rinchiusi in prigione: tra i detenuti ci sono i loro genitori, i loro fratelli e sorelle. Affrontando paure e indecisioni, gli otto ragazzi decidono di combattere, sapendo di essere i soli nelle cui mani c’è ancora una possibilità di salvezza, di riprendersi il loro domani.
RECENSIONE
Ho letto questo libro parecchie settimane fa, ma purtroppo non ho avuto il tempo di recensirlo a dovere ed è arrivato finalmente quel momento. Il domani che verrà è uno di quei libri che leggi tutto d'un fiato, non vedi l'ora di sapere come vada a finire, ma allo stesso tempo ti dispiace che non ci siano più pagine da divorare. Meno male che si tratta solo del primo capitolo di una saga!
La storia inizia con un espediente narrativo molto carino: uno dei protagonisti racconta la sua traumatica esperienza in una sorta di diario che testimoni la sua avventura. Non è una novità, ma aiuta il lettore ad ambientarsi e ad entrare piano piano nell'atmosfera del romanzo. Finita questa breve presentazione degli eventi, si raggiunge velocemente il centro della storia. Il ritmo è serrato, carico di suspance, senza momenti vuoti. Mi ha ricordato molto Il signore delle mosche del premio Nobel William Golding.
Marsden gioca con le nostre paure e ci accompagna in un paese devastato da una fantomatica Terza Guerra Mondiale scoppiata per motivi che scopriamo parzialmente attraverso il racconto dei personaggi. L'ambientazione è perfettamente distopica, ma allo stesso tempo è terribilmente realistica. Il clima del campo dei prigionieri è cupo e ansiogiono, molto simile a quello di un regime totalitario. Il continuo via vai dei soldati e gli elicotteri che sorvegliano la zona contribuiscono a creare un'atmosfera soffocante, molto diversa dai tipici paesaggi australiani.
L'autore non gioca solamente con l'atmosfera, ma anche con la psicologia dei protagonisti. Questi otto ragazzi devono fare i conti con una situazione d'emergenza potendo contare solamente su sé stessi e devono maturare in fretta per poter sopravvivere. Corrono rischi che non avrebbero mai potuto immaginare e imparano che ad ogni loro azione corrisponde una reazione. Nonostante siano otto individui con caratteristiche diverse, devono mettere da parte il loro orgoglio e le loro paure per combattere per lo stesso obiettivo. Una rappresentazione letterale del motto "L'unione fa la forza". La loro avventura è caratterizzata da alti e bassi, momenti di speranza e di sconforto, ma l'obiettivo finale è troppo importante per mollare. Riunirsi con la propria famiglia e riprendere possesso dei propri beni sembra impossibile, ma la speranza è l'ultima a morire.
Marsden è eccelente nell'alternare sentimenti e azione e mette sullo stesso piano l'azione vera e propria e l'evoluzione umana dei personaggi. Grazie a questo equilibro, anche un lettore che non ama particolarmente l'avventura può affezionarsi ai personaggi e seguire le loro vicende empaticamente. Un libro che mi sento di consigliare. Non vedo l'ora di leggere il resto della saga.
VOTO:
4 STELLE