Voglio raccontarvi la storia di come io abbia letto per la prima volta, il romanzo di Donatella Perullo e di quanto, lo stesso romanzo, abbia fatto presa nel mio cuore fin dal nostro primo incontro.
Ogni anno partecipo al torneo letterario IoScrittore, forse qualcuno di voi lo conosce, ma in due parole, questo torneo letterario, consiste nel ricevere in lettura alcuni incipit da valutare poiché essi possano o meno passare alla fase successiva del torneo. Quell’anno io partecipavo con “Il gioco dei ricordi” e fra le tante letture assegnatemi c’era un fantasy che mi colpì dalle prime righe. Premetto che vige l’assoluto anonimato durante la partecipazione del torneo, però ricordo bene come parlavo entusiasta di un romanzo che avrei voluto leggere per intero e lo facevo con gli amici partecipanti alla gara, fra i quali vi era anche Donatella.
Il romanzo in questione, a quei tempi, aveva il titolo di Demoni e Meraviglie. A torneo finito, la mia amica ha potuto svelare l’identità dell’autrice di quel capolavoro che tanto mi era rimasto nel cuore e io ho avuto l’onore e il piacere, di potermi gustare tutta l’anteprima di uno dei romanzi fantasy più belli che abbia mai letto.
Ho spesso tenuto incrociate le dita per Donatella, affinché trovasse un editore serio che permettesse ai suoi personaggi di raggiungere i lettori e poi, finalmente, è arrivato il contratto con la Butterfly e Demoni e Meraviglie si è trasformato in “Il fato degli dèi-Lacrime d’ametista”
Ora voi vi chiederete cosa possegga di tanto particolare questo romanzo e perché io ne parli in maniera così entusiastica.
Ve lo spiego subito, così finiamo i preamboli e passiamo alla recensione vera e propria!
Lacrime d’ametista è un fantasy. Diciamocelo, il panorama editoriale negli ultimi anni, si è riempito di questo genere letterario, ma per leggere un buon fantasy e non la solita accozzaglia di cose inventate senza una logia, è necessario che alle spalle del romanzo ci sia un autore che conosce bene le regole di questo genere letterario, ma che soprattutto le sappia mettere in pratica.
Donatella ha creato un mondo, e voi potreste chiedervi cosa ci sia di così speciale. E’ facile, direte, basta inventarsi un nome, un paio di riferimenti di luoghi, quali tipi di creature vogliamo farvi vivere e via dicendo. Purtroppo non è così facile, soprattutto se il vostro mondo, come quello di Donatella, prevede lo svolgimento della storia in tre volumi distinti. Quando si inventa un mondo nuovo lo si deve rendere reale agli occhi del lettore. Mentre si legge non ci si deve sentire spiazzati di fronte alle stranezze con cui questo mondo è governato, ma ci si deve sentire parte. Bisogna fare in modo che quando i nostri occhi incontrano una creatura magica, non la trovino fantastica, ma viva, come se scendendo le scale di casa propria sia possibile fare lo stesso incontro.
Donatella questo lo fa. Ci regala un nuovo mondo da esplorare e conoscere, lo fa seguendo una logica definita per cui ogni comportamento dei personaggi e ogni loro pensiero è perfettamente inserito nel contesto che l’autrice vuole farci vedere.
Un mondo dicevamo, un mondo diviso in tre parti, tante quante erano le divinità creatrici, o meglio i figli della divinità principale. Bene, male e una via di mezzo che è popolata da umani, o incompleti come vengono chiamati nel romanzo. Questi mondi si mescoleranno, (non sarò io a raccontarvi come, ma voi a doverlo scoprire), fino a dare origini alla nostra storia.
Le descrizioni degli ambienti sono accurate, ma ben dosate. In questo Donatella ha una grande maestria, scrive solo ciò che è necessario, non si dilunga in particolari inutile che spesso annoiano il lettore. Eppure, con le sue pennellate, ci mostra esattamente ciò che ha in testa e allora, Boscobuio ci sembrerà familiare, quanto lo sarà il regno di Fomoria.
Parliamo adesso dei personaggi. Ci sono i buoni, i cattivi e coloro destinati a diventare eroi. Potreste obbiettare che non c’è nulla di nuovo, ma io sono già pronta a contraddirvi. I personaggi di Donatella sono imprevedibili. Il loro animo non sempre si mostra per quello che è in realtà o per quello che vorrebbe essere. Ognuno di loro ha un segreto che porta nel cuore e questo segreto cambierà, inevitabilmente, le sorti delle loro esistenze. Sono tanti, dalla vecchietta Iosò, capace di apparire ogni volta che un incompleto ha bisogno e colei che crescerà Roswita nella foresta, a Irmin, la vera perfidia di questo romanzo, ma mi fermerò solo su tre: Roswita, Fredric e Nem.
La prima è la protagonista indiscussa, una giovane ragazza cresciuta in mezzo ai boschi che ha per amica una lupa e esseri magici. Per tutta la sua vita non ha incontrato un umano, almeno finché i principi ereditari non hanno deciso di addentrarsi nel bosco…
Roswita, come capirete da subito, ha un destino da compiere, qualcosa che la cambierà e, da fanciulla apparentemente indifesa, si trasformerà in una donna coraggiosa, pronta a combattere contro il male più feroce, pur di far vincere l’amore. Il suo amore, un sentimento che nasce prepotente verso la persona sbagliata. Ci siamo abituati a eroine imbranate che vengono salvate dall’eroe di turno, ma vi assicuro che Roswita non è niente di tutto questo. non la vedrete mai piangersi addosso, ma reagirà alle avversità con orgoglio e determinazione.
Fredric è il figlio secondogenito del re Felmasio. Un ragazzo nato in seconde nozze la cui madre è la regina Irmin, erede del regno di Fomoria. Egli ha un animo lacerato che lo divide fra il bene che gli è stato insegnato dal padre e la natura della madre che lo porta invece a cibarsi dal male. Indossa un ciondolo d’ametista in grado di proteggerlo dall’influenza materna, ma purtroppo Fredric non sa quanto importante sia quel gioiello.
E poi c’è Nem, figlio nato dall’amore, primogenito e erede al trono. Nem dall’animo buono, pronto a tutto pur di compiacere il padre, un animo fiducioso che non riesce a scorgere il male nemmeno quando se lo trova accanto. Io amo questo personaggio, voglio dire pochissimo di lui perché temo di raccontare troppo, ma sono sicura che conquisterà anche i vostri cuori.
Dicevo che ogni personaggio sarà influenzato da un segreto in grado di cambiargli la vita. Questi segreti celati per amore, o per paura, saranno il motore principale degli avvenimenti. La trama è ricca, tanto che non vi troverete mai in un punto morto del romanzo. Donatella mescola sapientemente ciò che avviene con quello che è avvenuto dandoci al contempo la spiegazione di come si è arrivati a determinati eventi e del motivo per cui i personaggi compiono determinate scelte.
Vi troverete in una storia dentro la storia che vi assicuro non vi permetterà facilmente di posare il romanzo per dedicarvi ad altro!
E’ una trilogia, quindi vi troverete alla fine del libro quando la storia vera prenderà il sopravvento. I tasselli del puzzle saranno al loro posto, tutto sarà stato scombinato dai piani originali e alcuni colpi di scena vi lasceranno senza parole.
Potrei andare avanti ore a parlarvi dei pregi di questo romanzo e, caso mai voleste trovarvi un difetto, sono sicura che non ci riuscirete. sono contenta di aver scoperto questo romanzo nell’anonimato perché l’affetto che provo per la donna che l’ha scritto, non ha potuto influenzare in alcun modo il mio giudizio su questa storia.
Ora lascio a voi il piacere di scoprirlo. Un romanzo che non solo vi consiglio di leggere, ma che mi sembra quasi un peccato che non abbiate nella vostra libreria!