Sinossi: Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all'omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l'hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l'amicizia dei suoi simili, ma anche l'impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni...
TITOLO: Il figlio del cimitero
TITOLO ORIGINALE: The Graveyard BookAUTORE: Neil GaimanCASA EDITRICE: MondadoriANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009PAGINE: 345
Come forse qualcuno di voi lettori ricorderà, ero rimasta piacevolmente colpita da L'oceano in fondo al sentiero ( cliccate sul titolo se volete leggere la recensione), libro scritto sempre da Gaiman, e mi ero ripromessa di leggere al più presto qualcos'altro di suo, sperando che quel pizzico di magia e di logicamente impossibile che tanto mi aveva catturata nel romanzo sopraccitato si ripresentasse. Per fortuna, e per una volta, le mie aspettative non sono state deluse, e anzi sono felice di aver iniziato il 2015 con Il figlio del cimitero.
Ho capito che questo libro mi sarebbe piaciuto fin dalla prima pagina, da quando ho letto la prima riga. Gaiman ha qualcosa nel suo modo di scrivere, un qualcosa che non riesco a definire, ma che è in gradi di catturare l'attenzione del lettore fin dal primo istante. E' evidente che l'autore, nell'impostare l'intero libro, ha pensato di rivolgersi ad un pubblico giovane, ai ragazzi delle medie in particolare, ma anche io, che pure mi sto avviando ormai ai 20 ( sto invecchiandoooo \o/\o/) sono stata ammaliata nelle spire di questo libro.Confermo quello che ho già detto di Gaiman nella precendente recensione: ha un tocco magico, un'abilità tale da far sembrare anche le cose più assurde perfettamente naturali. In genere, in un qualsiasi romanzo fantasy accadono cose "umanamente impossibili e impensabili" ma in un modo o nell'altro, almeno io, ho sempre la consapevolezza che si tratta soltanto di invenzione. Con Gaiman questa consapevolezza arriva soltanto in un secondo momento, perchè anche quando scrive di fantasmi, di gohul, di Mastini di Dio e di strane creature, lo fa in modo del tutto spontaneo, come se stesse scrivendo ad un amico circa il tempo delle ultime settimane.Inoltre, già la trama prometteva bene. Insomma, quante volte capita di leggere un libro ambientato in un cimitero, i cui abitanti sono ovviamente tutti morti? E' stato molto divertente fare la conoscenza degli Owens e di tutti gli altri "morti" del Cimitero.E Bod, anzi, dovrei dire Nobody Owens, è stato adottato da questi fantasmi all'età di un anno e mezzo. Vive e cresce nel cimitero, con Silas, un fantasma che non è proprio un fantasma, non è nè proprio vivo nè proprio morto, ma è il tipico personaggio per cui io non posso che provare simpatia, a fargli da tutore. E prima o poi, arriverà anche per Bod il momento di affrontare il suo passato e l'uomo che ha ucciso la sua famiglia, e in questo, sarà aiutato proprio dal Cimitero che gli ha fatto da casa per tutta la vita.Non posso qui non ricordare le illustrazioni. Non sono mai stata un'amante dei libri illustrati, ma ammetto che in questo caso danno davvero uno tocco particolare.
In conclusione, sono rimasta soddisfatta da questa prima lettura: posso dire di aver iniziato bene l'anno e che i libri di Gaiman dovranno guardarsi da me la prossima volta che farò un po' di shopping libresco.