Magazine Cultura
L'autrice:
Scrittrice, sognatrice, riservata. Perché l'erotismo è arte, l'arte è piacere, e il mio piacere è scriverne.
La mia recensione:
Un incontro può dare una svolta alla tua vita, può cambiarti per sempre o farti diventare realmente quello che sei. È ciò che accade a Sara il giorno in cui accompagna suo fratello Andrea a farsi un tatuaggio. Vedere Ginko, il tatuatore, all’opera fa scattare qualcosa nella sua testa. Osservarlo maneggiare gli aghi, infliggere e padroneggiare il dolore con tanta naturalezza d’improvviso accende in lei un desiderio misto a curiosità. L’esistenza di Sara è stata avvolta nello zucchero filato sin dall’inizio: zuccheroso il padre che l’ha viziata e non l’ha mai punita, zuccheroso il datore di lavoro che la tratta con i guanti perché è una raccomandata, zuccherosi i ragazzi che ha avuto − compreso quello attuale − che l’hanno vezzeggiata e coccolata senza mai riuscire a farle sfiorare la vetta del piacere.
Forse è l’eccesso di dolcezza che l’ha resa frigida, forse una rapida immersione nelle tenebre potrebbe darle la scossa giusta. Tra i due aleggia una strana alchimia, probabilmente perché i simili non tardano a riconoscersi. Anche se lei ancora non lo sa, Ginko è un master e gli sono bastati pochi secondi per fiutare l’odore di una potenziale sottomessa. Quando tornerà nello studio di tatoo Sara sarà sola, offrirà la sua caviglia a Ginko affinché la marchi come meglio crede e... da lì avranno inizio i giochi. Al principio sembrerà proprio questo ad avvicinare i due protagonisti: un giochino erotico piccante e nulla più ma, ben presto, la situazione si evolverà in maniera imprevista. Sara scoprirà di non essere la donna che credeva, specchiandosi si ritroverà faccia a faccia con una parte di sé che non era mai affiorata in superficie ma che è la sua parte più autentica. D’improvviso realizzerà che piacere e dolore, sono per lei due facce imprescindibili della stessa medaglia perché è solo soffrendo che riesce a godere. Questa tuttavia, non sarà che la prima di una serie di altre scoperte, non sarà che il principio della discesa in un baratro destinata a coincidere anche con la massima ascesa. Dalla perfetta intesa sessuale all’innamoramento, per Sara il passo sarà breve e il suo amore assumerà i contorni di una vera e propria dipendenza. È una storia di amore e dannazione, di eros e perversione, quella che ci racconta con disarmante schiettezza Aurora D’Evals. Ancora una volta siamo in presenza di un romanzo erotico che sceglie di esplorare la declinazione sadomaso. Da questo punto di vista Il Marchio cavalca l’onda del momento impiegando la stessa formula che ha decretato il successo di altre opere precedenti, però riesce a elevarsi qualche gradino più su e a fare la differenza. Ciò che consente a questo romanzo di distinguersi e che, dal mio punto di vista, lo rende estremamente interessante, è l’attenzione dedicata all’introspezione psicologica unitamente alla credibilità della storia stessa e dei personaggi. La D’Evals non bara, non ricorre a improbabili espedienti narrativi. I protagonisti non hanno un passato di violenza alle spalle, la loro propensione per il sadomaso non è la logica conseguenza di angherie subite nell’infanzia. Qui non ci sono vittime che si trasformano in carnefici, ciascuno è vittima di se stesso piuttosto, giacché il meccanismo che conduce a certe predilezioni sessuali è molto più complesso, più raffinato… è qualcosa che striscia e tesse la sua tela a un livello inconscio molto profondo. L’autrice non si limita a descrivere sessioni hot fini a se stesse, non si ferma alla superficiale descrizione di un gioco, si spinge molto oltre. Ci fa penetrare nella mente di Sara, ci mostra l’iter che porta a galla la sua natura più recondita e ci mostra anche la faccia nascosta del piacere. La sottomissione di cui ci parla è qualcosa di ben diverso dalle sculacciate giocose ricorrenti in diversi libri ascrivibili allo stesso genere, la D’Evalsci conduce nei meandri del sadomasochismo più puro. Sono autentiche staffilate quelle che dispensa la sua penna, a volte così violente da far venire voglia di distogliere lo sguardo. Ginko è un master che fa sul serio e picchia duro, fa male nel fisico ma non meno nello spirito poiché l’umiliazione è una delle pratiche in cui eccelle. È un sadico al cui cospetto Mr Grey impallidirebbe, giusto per darvi un’idea di quel che vi aspetta. E Sara è una sottomessa dello stesso calibro, resiste quasi a tutto, gode e ringrazia. Essendo una vanilla fino al midollo, non vi nascondo che leggendo ho avvertito più un senso di angoscia che di tensione erotica. Ho provato essenzialmente pena per i due protagonisti ma, diversamente da quanto mi è capitato leggendo altri romanzi simili, sono riuscita a comprenderli in qualche modo e lasciarmi coinvolgere in pieno dalla lettura. Un romanzo che non lascia tregua, tiene sulla corda e riserva una sorpresa inattesa nel finale ma, allo stesso tempo, un’analisi quasi psicanalitica, lucida e particolareggiata del sadomaso. Intrigante e nel contempo profondo quanto basta per valicare il confine di genere.
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