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Recensione "Il meglio della vita" di Rona Jaffe (Beat)

Creato il 18 giugno 2012 da Maila Tritto

Tra dirigenti sadici e feroci e colleghi ambiziosi e affascinanti, le tre ragazze svolgono con distratta grazia il loro lavoro, sognando di conquistare tutto quello che ogni giovane donna può desiderare, all'alba degli anni Cinquanta, a New York: the best of everything, il meglio della vita, il meglio di ogni cosa. 
Recensione Titolo: Il meglio della vita
Autore:
Rona JaffeEditore: Beat
Traduttore:
Marina BonettiData di pubblicazione: 21 marzo 2012
Prezzo:
9,00 Euro
Pagine:
560 pp.
ISBN:
978-88-6559-081-2Sinossi: In una gelida mattina del 1952 a New York, Caroline Bender, completo grigio di tweed, borsetta di cuoio con miseri cinque dollari all'interno, varca la soglia della casa editrice Fabian - cinque piani ad aria condizionata, poltrone di cuoio e interni dalle geometrie déco - per il suo primo giorno di lavoro. Nella casa editrice, altre due ragazze condividono con lei l'emozione del debutto: April Morrison, una texana col viso così bello da togliere il respiro, e Gregg Adams, una bocca che fa sembrare peccaminoso persino fumare una sigaretta. Tra dirigenti sadici e feroci e colleghi ambiziosi e affascinanti, le tre ragazze svolgono con distratta grazia il loro lavoro, sognando di conquistare tutto quello che ogni giovane donna può desiderare, all'alba degli anni Cinquanta, a New York: “the best of everything”, il meglio della vita, il meglio di ogni cosa.
Recensione: Nel 1958, la casa editrice americana Simon & Schuster pubblica, per la prima volta, uno dei più importanti romanzi scritti da Rona Jaffe (1931-2005). Si tratta de Il meglio della vita, un romanzo caratterizzato dalla focalizzazione interna dei personaggi, perlopiù femminili, le cui esperienze di vita risultano affini a quelle di tante protagoniste dei più conosciuti serial tv, Sex and the City e Desperate Housewieves, ne sono un esempio. Protagonista è la donna, nelle sue abitudini di vita tipiche degli anni Cinquanta; con i suoi buoni propositi a livello educativo-professionale, nonché impegnata in estenuanti battaglie per la parità dei sessi. E così, sono le donne che «popolano», per così dire, il romanzo scritto dalla Jaffe. E sono sempre loro ad essere legate da esperienze comuni. Infatti, per affermarsi nel mondo del lavoro, saranno costrette a subire, in un certo senso, «il primato dell’uomo» ma, nonostante ciò, si prodigano affinché abbiano parte importante nella società: caratterizzata, purtroppo, dalle varie forme di emancipazione sia femminile che razziale. L’ambiente in cui tentano di costruirsi un ruolo, in questa società che predilige il lavoro maschile, non è certo dei più semplici. Si tratta, infatti, di un ambiente elitario: caratterizzato dalla presenza dei mass media, che sempre più, si inseriscono nella vita dell’uomo: dal settore giornalistico alle case editrici, al cinema. E, successivamente, alla televisione che sarà considerato come il ‘mezzo di comunicazione’ per eccellenza. I messaggi che ricevono queste donne sempre da parte della società sono relativi a forme di autoesibizionismo; di perfezione del proprio corpo. Il corpo diventa il luogo in cui riporre tutti i propri sforzi e uno dei primi requisiti per assumere il personale femminile. E questo, ancora prima di una vera e propria valutazione delle capacità cognitive. Di conseguenza, le donne che ambiscono ad impieghi ben pagati e elitari, entrano in competizione; tanto che, a volte, tra loro non c’è neanche rispetto. E così, Rona Jaffe invita il lettore a riflettere sul contenuto del libro, facilitando la lettura con l’adozione di uno stile fresco e frizzate e un tono, non poco, ironico. Esso, probabilmente, è uno degli espedienti fondamentali per l’autrice affinché si mettano in evidenza i «difetti» di una società caratterizzata puramente dall’immagine. Il romanzo è, inoltre, destinato ad indagare i temi importanti per una donna: la carriera, la famiglia, i rapporti con l’altro sesso, e di qui anche le varie idee sociologiche che hanno analizzato le nozioni di ‘identità sessuale’ e ‘identità di genere’. Ne conseguono, si sa, le varie lotte condotte dalle donne per le pari opportunità. Ecco che, quindi, Il meglio della vita non è più solo un romanzo che narra di un esercito femminile che parte alla conquista del mondo; ma qualcosa di ben più «importante»: la società analizzata dal punto di vista di una donna. E con ciò non intendo unicamente le protagoniste di un romanzo che si potrebbe definire anche ‘corale’ per la compresenza di più punti di vista, di idee, pensieri che sono valutati tutti allo stesso modo —, ma anche dell’autrice che scrive le sue esperienze e il suo punto di vista, come donna appartenente al periodo storico degli anni Cinquanta. Ad ogni modo, la trama si presta bene ad una sua trasposizione cinematografica. Infatti, nel 1959 viene prodotto — dalla Twentieth Century Fox — un notevole film, dal titolo omonimo, con protagoniste, tra le altre, Joan Crawford,  Suzy Parker e Hope Lange.Al di là delle tematiche evidenti, e di cui ho accennato già prima, ci sono altri temi delicati e difficili quali: il sesso, la verginità, l’aborto, il mobbing. Ma, come già detto prima, il tutto viene affrontato con uno stile ironico tipico del genere chick lit. Anzi, il romanzo della Jaffe potrebbe essere considerato una sorta di «precursore» dei più attuali romanzi destinati ad un pubblico femminile. In fondo, gli elementi ci sono tutti: donne in carriera, alle prese con l’amore o la famiglia. Tuttavia, Rona Jaffe inventa nuovi cliché che sono legati ai vari temi difficili, com’è difficile la società analizzata, appunto. In conclusione, consiglio la lettura di questo romanzo sicuramente a un pubblico femminile che troverà, nelle protagoniste, una sorta di «portavoce» dei propri intimi pensieri, paure e desideri di realizzazione sia professionale, che sentimentale.


(A cura di Maila Tritto)
 

Recensione L'AUTRICE: Rona Jaffe (1931-2005) ha scritto numerosi libri di successo, quali Class Reunion, Family Secrets, The Last Chane. Il meglio della vita è l'opera che le ha dato la fama, con milioni di copie vendute e una fortunata trasposizione cinematografica con Joan Crawford, Suzy Parker e Hope Lange.

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