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Recensione "Il mio cuore sconosciuto" di Charlotte Valandrey (Longanesi)

Creato il 21 giugno 2012 da Maila Tritto

  Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce Blaise Pascal


  Titolo: Il mio cuore sconosciuto
Autore: Charlotte Valandrey
Editore: Longanesi
Traduttore: Marcella Uberti-Bona
Data di pubblicazione: 3 maggio 2012
Prezzo: 14,90 Euro
Pagine: 336 p.
ISBN: 978-88-304-3328-1
Sinossi: Charlotte è bellissima, ha quasi diciotto anni e un radioso futuro di attrice davanti a sé, quando scopre di essere sieropositiva. Per contrarre il virus le è bastato, come a tante altre persone, un rapporto non protetto. Al fine di evitare che il virus si sviluppi nell’Aids, deve sottoporsi a cure molto aggressive, che le danneggiano gravemente il cuore. Il primo infarto la colpisce a soli trentaquattro anni, il secondo a breve distanza. È viva per miracolo ma il suo cuore è compromesso, e solo il trapianto potrebbe salvarla. In una notte fredda e piovosa del 2003 un incidente stradale in cui una giovane donna perde la vita le offre la possibilità di farcela. Dopo l’intervento e una lunga riabilitazione, Charlotte rinasce. Ma la sua incontenibile e contagiosa gioia di vivere è turbata da strane sensazioni di déjà-vu, inspiegabili cambiamenti nei gusti e incubi ricorrenti. E proprio quando sembra aver ritrovato tutto, persino la piena felicità di un nuovo amore, la vita ha per lei in serbo un altro, sconvolgente colpo di scena. Questa è la storia di Charlotte Valandrey. Sembra un romanzo e invece è tutta incredibilmente vera.
Recensione: Quando la realtà diventa più interessante di un’ipotetica storia inventata, penso che il coinvolgimento sia maggiore proprio perché quella storia è stata “vissuta”. Essa non attrae per i suoi caratteri di ‘verosimiglianza’ — o, piuttosto, di ‘veridicità’ —, bensì per la ‘realtà’. Tuttavia, l’autore ha il merito — o demerito — di coinvolgere il lettore; di renderlo partecipe mediante le sue parole; il suo scritto e il suo stile. Queste sono cose che, bene o male si conoscono. Quante volte vi è capitato di sentirvi delusi da un romanzo? Magari, all’inizio, avevate aspettative diverse; e, almeno in parte, migliori. Il lettore ha bisogno di provare ‘emozioni’; di sentirsi partecipe di una storia che sia diversa dalla sua realtà, o che piuttosto gli sia d’insegnamento. È quanto mi è capitato leggendo il romanzo autobiografico scritto dall’autrice francese Charlotte Valandrey: Il mio cuore sconosciuto, edito da Longanesi.Fin da subito, quello che mi ha attratta è stato il titolo: ho pensato ad una storia in cui, forse, il protagonista è alla ricerca di se stesso; magari ha vissuto difficoltà e, ad un certo punto, si trova nella situazione — molto comune — in cui ha bisogno di fermarsi e riflettere. Tuttavia, leggendo la sinossi ho compreso come il romanzo sia ben altro. Si tratta, infatti, di una storia toccante che «scava» nell’animo; che indaga nei sentimenti e stupisce per la delicatezza con cui vengono trattate determinate tematiche. A raccontarsi è la stessa Charlotte che, purtroppo, ha avuto una vita «difficile» sin da giovanissima. Infatti, all’età di diciassette anni ha scoperto di essere sieropositiva; per contrarre il virus le è bastato un rapporto non protetto. Quello stesso amore che, successivamente, la farà soffrire: un amore, di certo, adolescenziale ma che le lascerà una profonda cicatrice, indelebile nella sua memoria. Anzi, un nuovo cuore. Questo perché a trentaquattro anni Charlotte ha il suo primo infarto, che la colpisce e il secondo a breve distanza. La donna ha bisogno di un cuore nuovo, per vivere. Il destino vuole che quello stesso giorno una donna — dall’identità, inizialmente, sconosciuta — perda la vita in un incidente stradale; ironia della sorte «salvando» la protagonista. E così, Charlotte vivrà una seconda vita, difficile — soprattutto a livello psicologico, non tanto professionale. Le difficoltà si presentano anche in campo lavorativo e per «riemergere dall’anonimato» e ritornare a quelle che lei, nelle pagine stesse, definisce ‘luci della ribalta’, il tempo dovrà fare il suo corso. Il riferimento al celebre film di Charlie Chaplin Luci della ribalta (Limelight), del 1952, non può che non essere fatto. In fondo, Charlotte è proprio come la ballerina del film: convinta di non farcela, di non riuscire ad imporsi sulla scena a causa dei suoi problemi fisici — che, comunque, sono superabili — e le impediscono la carriera, e di conseguenza il successo. Di Charlotte si vivranno le sue paure e la sua fragilità emotiva. Una caratteristica che, però, mi ha colpita è l’ironia con cui l’autrice si racconta. La donna non si abbandona a sé ma, in qualche modo, reagisce alla vita che non le ha sempre riservato degli «sconti speciali». È la stessa ironia che caratterizza lo stile della scrittura; che colpisce il lettore per il modo in cui affronta tematiche così difficili. Tanto che, poi, Charlotte Valandrey diventa una vera e propria ‘icona’ e un modello — da perseguire — per tutti coloro che hanno avuto la stessa sorte.L’autrice ci riporta le sue esperienze nelle pagine del libro, che sembra quasi una sorta di «diario personale» in cui esprime il proprio sé. Ad ogni modo il genere non è diaristico, piuttosto la sequenza temporale sembra quasi filmica. Ciò che emerge è la presenza di un narratore omodiegetico che racconta la sua storia personale, rievocando — con la presenza di flashback —  i suoi ricordi che riaffiorano, inevitabilmente, alla memoria. Anche l’ambientazione è piuttosto curata, sebbene non sia di fondamentale importanza per questo tipo di romanzo. Evocativa è quella relativa ai luoghi dell’India, ma anche di Parigi — città in cui vive la protagonista. "Ho vissuto senza precauzioni. Senza mezze misure, è la mia natura. Non ho mai saputo regolarmi in altro modo. Tutto mi ha colpito al cuore, sempre. Nulla mi è scivolato addosso. La vita, più che accarezzarmi, mi ha colpita, la vita brutale, assurda, e i suoi colpi bassi, le rotture, lo sguardo velato e rinsecchito di mia madre che muore. Tutto mi ha colpito al cuore.
E oggi me ne vado, solo a metà della vita, perché il cuore, di nuovo, mi abbandona. Più piano. Nulla resiste ai colpi del mio destino. Cado dalla corda. Da troppo tempo ci cammino sopra..." 
 
Il cuore, per Charlotte, non è solo un mistero puramente anatomico, bensì anche sentimentale. La scrittrice riporta una citazione di Blaise Pascal: Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Sono, queste, le parole che meglio rappresentano sia il contenuto del libro che la vita della scrittrice che potrebbe affascinare il lettore, al quale consiglio sicuramente il romanzo. 
(A cura di Maila Tritto)


 
L'AUTRICE: Charlotte Valandrey, attrice, ha esordito nel film A Parigi con amore, per il quale ha vinto l'Orso d'argento come migliore attrice al Festival di Berlino. Ha lavorato per cinema, il teatro, la televisione, e grazie al ruolo interpretato nella serie televisiva Il commissario Cordier è diventata un volto noto al grande pubblico. Il mio cuore sconosciuto è stato un bestseller in Francia, dove in poche settimane ha superato le 350.000 copie.  

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