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[Recensione] Il mio ragazzo – R. Raj Rao

Creato il 28 dicembre 2011 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il mio ragazzo – R. Raj RaoTitolo: Il mio ragazzo
Autore: R. Raj Rao
Editore: Metropoli d’Asia
ISBN: 9788896317051
Num. Pagine: 306
Prezzo: 14.50€
Voto: [Recensione] Il mio ragazzo – R. Raj Rao

Trama:
L’autore ci racconta una intensa storia d’amore omosessuale tra un giornalista e un intoccabile, in una Bombay tanto apparentemente placida e tenera, quanto invece sordida e violenta. Dopo un fugace incontro sessuale in un bagno della stazione ferroviaria, il giornalista quarantenne Yudi inizia una relazione con il diciannovenne Milind, e lo ospita nel suo appartamento nelle settimane in cui a Bombay scoppiarono le bombe sui treni urbani che fecero centinaia di morti, segnando ancora una volta la vita della città. Nel tempo di attesa che si apre loro davanti, prima che la città ricominci a vivere, i due tentano una convivenza nella quale misurano le proprie rispettive appartenenze di ceto sociale. Yudi vuole iniziare il giovane senza casta alla lettura, e a sua volta Milind prova a minare le certezze intellettuali del compagno giornalista. Quando Yudi introduce il dalit nella propria cerchia di operatori dei media e del cinema, Milind improvvisamente scompare insieme a un produttore televisivo, iniziando la propria ascesa come modello e attorucolo nel sottobosco della Bollywood più corrotta. Percorrendo la città alla ricerca del giovane, preoccupato per le frammentarie notizie che si fanno via via più inquietanti, il giornalista inizia il suo viaggio dapprima nella Bombay del cinema e della moda, poi, sulle tracce della famiglia di Milind, nella comunità degli intoccabili, fino a partecipare alla loro marcia commemorativa, nella festività nazionale dedicata alla difesa dei diritti dei senza casta. Ritroverà il compagno tanto simile e tanto diverso da lui?

Recensione:
Un libro carino, delicato e armonioso. Apre al lettore un mondo esotico e così tremendamente lontano dall’occidente a cui è abituato, scavalcando anche l’ultima ondata di film di Bollywood che si sono dati poco la pena di spiegare come fosse vivere realmente in una Bombay caotica e priva di un equilibrio costante: da una parte la società più borghese – in cui vivono i ricchi, i colti e le persone rispettabili – e dall’altra le periferie dove sono relegati gli intoccabili, persone indegne di mischiarsi col resto della popolazione, destinati per sempre a nascondersi tra indifferenza, astio e tradizioni profondamente radicate nell’animo.
Questo romanzo è stato davvero una sorpresa. L’autore ha dato una completa panoramica delle usanze e degli usi indiani in una maniera coinvolgente e originale, esaustiva ma mai pesante, il personaggio di Yudi – intellettualoide conscio di una globalizzazione innovativa e quindi dall’ampia mentalità – si districa tra i diversi ceti con gentilezza, senza declassare né decantare, dipingendoli con realismo e obiettività.
La storia d’amore tra i due protagonisti mi è piaciuta un po’ meno: Yudi è un giovanotto profondamente innamorato, che spende i suoi soldi e il suo tempo con Milind, un ragazzetto che tuttavia si dimostra un ingrato e infantile; le sue azioni sono dettate dall’ignoranza prodotta dalla segregazione nei suburbi, è un personaggio volubile e pretenzioso, che però risulta di un certo fascino, e che non disdegna le attenzioni del giornalista. Anche se non è chiaro se il suo interesse sia verso Yudi o i suoi soldi.
E’ un libro particolare. Diverso da quello a cui la media degli italiani è abituata, scritto in toni sciolti e disincantati, non è volgare né paternalista, piacevole.
Le ultime pagine sono amarognole ma che lasciano aperte le speranze per qualcosa che forse non arriverà mai.


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