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[Recensione] Il mistero dei libri perduti di Miriam Mastrovito

Creato il 20 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna
Il mistero dei libri perdutiTitolo: Il mistero dei libri perduti
Autore: Miriam Mastrovito
Editore: Zero91
Anno: 2011
ISBN libro: 9788895381381
Prezzo: Euro 17,00 (disponibile in eBook)
Pagine: 271
Voto [Recensione] Il mistero dei libri perduti di Miriam Mastrovito

 

Trama: Tea Reali sta per realizzare il suo sogno: pubblicare un romanzo. Si presenta in via delle Dune 696 per un colloquio con la Wizard edizioni. L’incontro la confonde, non è entusiasmante. Le manca tuttavia il tempo di raccogliere le idee che qualcuno (un Troll, ha visto bene?), le sottrae il prezioso manoscritto. Lanciatasi al suo inseguimento, un po’ come Alice dietro il suo Bianconiglio, finirà inavvertitamente catapultata in un mondo alla rovescia, in un paese con ben poche meraviglie.
E’, Büchenland, un universo fatto di libri e tuttavia luogo del loro scempio. Essi vengono adoperati al posto della calce e dei mattoni per erigere case; le strade in cui si cammina sono lastricate di copertine delle quali sopravvive un titolo: ecco Alice nel paese delle meraviglie, il Mago di Oz, Fahreneit 451.
Allora è questa la fine che fanno le milioni di copie vendute dei libri stampati e mai letti? Diventano mobili, strade, tappezzerie, edifici quando non sono destinate al macero?
Con l’ingresso di Tea è avvenuto qualcosa di grave. Il varco che consente al mondo degli uomini  di comunicare con quello dei Troll si è chiuso, forse per sempre. L’aspirante scrittrice è prigioniera di una dimensione che non le appartiene, i Troll che la abitano dovranno affrontare un periodo ancora più cupo di quello che già li opprime, non potendo rifornirsi dell’importante materia prima. A meno che…

Recensione: Nonostante si tratti di un’altra dimensione, separata dall’alba dei tempi da quella degli uomini, stupisce ciò che le accomuna.
La curiosità si è spenta, non si domanda più niente. Il tempo si è fermato, si vive succubi dell’alternarsi delle stagioni, è interrotto l’ordinario fluire delle cose.
Paese strano, quello: chi scrive libri fa il decoratore, riempie di segni incomprensibili semplici fogli di carta. Che la scrittura possa  servire ad altro è inconcepibile.
Gli abitanti di Büchenland non sanno leggere, quel poco che conoscono è tramandato oralmente, come il testo di un’antica profezia che nessuno è in grado di leggere o ricordare integralmente.
Se questo è il contesto, non ci stupiamo che un Troll come Marvin, nonostante discenda da una stirpe di maghi e guaritori, non sia tenuto in grande considerazione dalla sua comunità: la sua dote è praticata dentro un guscio dal quale non ha modo di uscire. In fondo Büchenland stessa è un grande guscio come, per certi versi, il mondo dal quale Tea proviene.
La crisi in cui versa il mondo dei Troll è causata da Nefasto. Già il nome intimorisce, nessuno intende  armarsi per fronteggiare la vera causa della decadenza, del malessere. Si cercano soluzioni lontane dal giusto bersaglio, che sanno di espediente: “Sospendere tutti i lavori, preservare le scorte per le riparazioni urgenti”.

(Dove ho già sentito questi discorsi? mah!)

Eppure qualcosa si muove:

“Vedi questi segni? Ciascuno rappresenta un suono. Chi sa interpretarli può sapere cosa voleva dire o cosa stava pensando il suo autore quando li ha scritti…”
“E’ come una magia…”.

La nuova venuta, la straniera, ha portato con sé un dono prezioso che consentirà di ribaltare la situazione, una magia che porta a termine una contesa tra due fratelli gnomi, che consente a una maga di ricordare e inventare le rime di un incantesimo, di raccontare una storia, preservare la memoria.
Di tutto questo Tea non sembra consapevole, nemmeno quando accetta la missione che le è stata affidata: risvegliare Wakandha, la sovrana del regno, prigioniera nella Cascata Parlante, tra i picchi Silenti.
Grazie al suo intervento e ad Adelindo, il Troll che la affianca, a Igor e ad altri compagni di ventura, non si temporeggia, si arriverà presto alla resa dei conti.
Qui mi fermo per non svelare troppo a chi non ha ancora letto il libro.
Dirò soltanto che quando, alla fine,  si propone a Tea di restare a Büchenland, ho desiderato che accettasse, specie ora che  è divenuto un mondo più bello, il paese di vere meraviglie che avrebbe fatto la felicità di qualunque Alice.
Ma a cosa sarebbe servita la storia? La pappa pronta non è il premio dei giusti, ma causa di nuovi guai.
Tea Reali deve riappropriarsi della sua dimensione, mettere a frutto la sua avventura, consapevole che già solo per questo il luogo in cui si torna non è mai lo stesso da cui si è partiti.


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