Ringrazio Amanda Melling per avermi dato l’opportunità di leggere e recensire il suo libro, e per quelle cose che ho scoperto sull’Irlanda, e mi scuso di non essere riuscita ad apprezzarlo. Ma spero di aver spiegato bene il perché.
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Titolo: Il peso sul cuore
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Autore: Amanda Melling
- Casa Editrice: Antonio Tombolini Editore
- Data pubblicazione: Novembre 2015
- Pagine: 112
- Genere: Romantico
- Trama: Conoscete il mal d’Irlanda? È la nostalgia di una terra piena di leggende e colori, di un’isola dove la gente suona nei pub antiche ballate tradizionali, con l’allegria nel cuore. È il desiderio di tornare in quel luogo incantato dove nascono storie di folletti e forti fatati, tra scogliere, muschio umido e colline di un verde vibrante. Questa è la storia di Erica, approdata sull’isola di smeraldo per cercare la zia, scomparsa molti anni prima in circostanze misteriose. Attraverso i racconti degli anziani del villaggio di Cong, la ragazza scoprirà che spesso la fantasia e la realtà non sono così inconciliabili, non in terre irlandesi. Un viaggio letterario alla scoperta dell’anima di un paese ricco di folklore sul Piccolo Popolo.
Opinione personale:
Questa recensione arriva con un po di ritardo, un bel po’, a causa di varie cose da fare qui sul blog, ma più di tutto a causa di una grande indecisione.
Ho ricevuto la segnalazione di questo libro, e ho deciso di leggerlo, perché la trama aveva evocato in me tutta un’atmosfera irlandese che non avevo sinceramente mai sperimentato, ma che mi incuriosiva. Ho quindi iniziato a leggere di Erica, ragazza di Sanremo, che si reca in Irlanda, in occasione dell’apertura del bed and breakfast di Finn, marito della scomparsa Fiona, zia di Erica. Ciò che lei vuole, in realtà è scoprirne di più a proposito della scomparsa: per farlo dovrà imparare a comprendere la cultura di un’intera comunità e di un intero popolo. Senza contare che la trama non prende mai davvero corpo neanche per quello che riguarda lo scopo principale del viaggio: ci si ferma ad un detto/non detto che può dar luogo solo a semplici supposizioni.
Se un umano assiste ad una festa fatata non può più tornare a casa.
O meglio, io pensavo che fosse così: in realtà ho passato praticamente tutto il libro in attesa del momento in cui avrei respirato davvero l’aria irlandese, mitica e mistica che mi aspettavo, accontentandomi di tanto in tanto di sprazzi singoli. Gli irlandesi vengono raffigurati come un popolo che crede, ingenuamente, alle superstizioni e alle storie di elfi e folletti. Ma questo è purtroppo il massimo dell’identità popolare a cui ho preso parte. Fanno eccezione alcune storie e legende molto carine, che però non si inseriscono in tutto il resto, ma restano ai margini.
I personaggi, purtroppo non sono ben articolati, e scadono purtroppo in cliché: la mamma e la nonna che restano come ombre sullo sfondo, in Italia, nella loro attività; il ragazzo, semplicemente irresistibile ma non si sa bene per quale motivo… Ad un certo punto tutto è diventato prevedibile: aspettavo solo una rivelazione, su cui non sapevo fare speculazioni, per poi scoprire che non ci sarebbe stata.
Mi è piaciuto lo stile, però: leggero, descrittivo al punto giusto, evocativo. Se la trama si fosse sviluppata come avrebbe dovuto (a mio parere e non in senso assoluto, ovviamente), questo stile ne sarebbe stato la cornice perfetta, l’immersione totale in un mondo molto intrigante. Che però, a mio avviso, è stato solo accennato: potrebbe benissimo essere che, la scelta di dirottare la trama da tutt’altra parte, sia stata ben consapevole. Ma in questo caso, non avrebbe senso tutta l’impostazione iniziale. O potrebbe anche essere che io non abbia capito quanto valessero i singoli riferimenti, presi nella loro unione.
Ad ogni modo non sono riuscita ad apprezzarlo come avrei voluto: tutte le cose che ho tentato di spiegare in questa recensione, più il fatto che di immedesimazione ne ho vissuta praticamente zero, mi hanno condizionato negativamente, rendendo pesante la lettura.
Quando raggiungeva gli scogli, lasciava una pelle di foca, per poi assumere sembianze umane. Le selkie sembrano donne comuni, sapere, quando sono sulla terra ferma. . In realtà possono entrare e vivere nel mare quando vogliono. Per avere una pesca abbondante, basta prendere la pelle di foca e nasconderla, bloccando la sirena per sempre nel mondo umano. E così fece mio padre.
Il mio voto:
L’autrice:
Amanda Melling: 1977, scrittrice e direttrice editoriale per la casa editrice Antonio Tombolini editore, dal 2013 vive in Irlanda con la sua famiglia.