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[Recensione] Il ragazzo che corre di Sara Monetta

Creato il 24 agosto 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il ragazzo che corre di Sara MonettaTitolo: Il ragazzo che corre
Autore: Sara Monetta
Editore: Badiglione | Cielo Terra
ISBN: 9788896756027
Numero pagine: 56
Prezzo: € 9,50
Voto: [Recensione] Il ragazzo che corre di Sara Monetta

Trama:
Ismail è un giovanissimo pastore sudanese che trascorre un’esistenza serena nel suo villaggio nel cuore dell’Africa. Lo scoppio della guerra e la devastazione del suo paese, alla quale lui riesce fortunatamente a sfuggire, getteranno nel caos il suo mondo. Ismail dovrà attraversare gli orrori della guerra ma riuscirà a fuggire in America grazie all’aiuto dell’amico Mohamed. Negli Stati Uniti il ragazzo crescerà e comincerà ad allenarsi nella corsa ma non riuscirà mai a dimenticare le proprie radici, come accade nella maggior parte dei casi agli immigrati di prima generazione.
Ismail potrà superare la forte nostalgia del suo paese e di tutte le persone che amava e che ha perso solo nel momento in cui, gareggiando, riuscirà a ritrovare se stesso e a capire che in realtà il Sudan e i suoi amici non lo avevano mai abbandonato perché lui ne aveva conservato sempre vivido il caro ricordo nel cuore.

Recensione:
Fin dalla prima riga, la narrazione si rivolge in tono quasi fiabesco al lettore, trascinandolo a identificarsi nel protagonista: un ragazzo semplice come tanti altri, forse molto più dei coetanei a cui il libro è destinato, dal momento che per lui il mondo è quello essenziale e intimo di un piccolo villaggio africano. E fin da subito si notano i disegni di Giovanna Ghedini che abbelliscono tutto il libro: ombreggiature e sfumature di matita che spesso incorniciano l’intera pagina, con un’attenzione fotografica per i dettagli che completa alla perfezione uno stile rapido e a toni leggeri.
Sebbene uno dei temi principali sia la guerra, non viene mai ostentata come fanno parecchi altri libri in cerca di pietismo: perfino quando Ismail e la sua anziana compaesana Nana attraversano i villaggi che i guerriglieri hanno devastato, quest’ultima gli copre gli occhi per impedirgli di vedere gli orrori più atroci rimasti dopo gli scontri. Per questo anche chi legge si sente in un certo senso protetto, e può concentrarsi sugli altri due temi che lasciano un messaggio positivo e speranzoso.
Innanzitutto l’amicizia tra Ismail, sudanese, e Mohamed, arabo: in un presente in cui l’intera Africa è dilaniata da conflitti razziali, etnici e religiosi fa sempre piacere imbattersi in un racconto che non tiene affatto conto delle possibili differenze culturali e si concentra solo sull’amicizia, valore che trascende qualsiasi possibile distinzione. Anche nella seconda parte della storia, quando i protagonisti si trasferiscono in America per sfuggire alla guerra, non c’è traccia di discriminazione: continuano a vivere come fratelli, crescendo insieme e integrandosi nella società senza incontrare alcun pregiudizio.
Soprattutto fa sorridere il finale, l’attaccamento di Ismail alle sue radici e ai suoi valori, e la sua genuina semplicità che rimane immutata anche quando ormai la sua vita adulta si è consolidata nella fama sportiva: caratteristiche ormai difficili da trovare, perlomeno così profonde.
È un breve libro per ragazzi, poche pagine che tuttavia non appaiono mai sommarie o frettolose, che ho letto in un attimo ma gustandone ogni pagina. A mio parere adatto a tutte le scuole elementari e anche medie, in particolare quelle multietniche, ma anche come lettura di svago per chi ha voglia di trascorrere un’oretta con una bella lettura.


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