Titolo: Il ragazzo persiano
Autore: Mary Renault
Editore: Corbaccio
Traduttore: Bruno Oddera
ISBN: 9788879727051
Num. Pagine: 478
Prezzo: 16,00€
Voto:
Trama:
Bagoa, nobile persiano, ha solo dieci anni quando vede la famiglia massacrata dai soldati del re Dario. Fatto schiavo, viene evirato e diventa uno dei tanti eunuchi che popolano la corte persiana. Ma qualcosa sta cambiando in Oriente, ed enormi saranno le ripercussioni sulla vita di Bagoa. Le truppe macedoni guidate da Alessandro hanno iniziato la loro marcia alla conquista di Babilonia, Susa, Porsepoli, rinnovando le glorie di quello che, per il giovane conquistatore, è stato il massimo re di tutti i tempi: Ciro il Grande. La bellezza di Bagoa gli guadagna il favore di Alessandro, di cui diventa amante, amico, confidente. La loro sarà una relazione passionale, salda e sincera: un rapporto che sarà troncato solo dalla morte del Conquistatore.
Recensione:
Ho iniziato a leggere questo libro con estremo interesse, sapete perché? Perché io ho adorato il film Alexander diretto da Oliver Stone (mea culpa) quindi come potevo sottrarmi a questa storia che racconta le vicende storiograficamente documentate di Alessandro il Grande? Non potevo!
Mary Renault (pseudonimo di Eileen Mary Challans) ha dato prova di un grande sforzo per intessere una storia che comprendesse il maggior numero di eventi che hanno segnato l’esistenza di Alessandro. Il ragazzo persiano infatti è il secondo libro di una trilogia; il precedente narra di come Alessandro divenne re della Macedonia, mentre il terzo racconta di come l’impero si disgregò dopo la sua morte. Questi due non sono mai stati tradotti in lingua italiana.
Voce narrante è Bagoa (vi ricorda qualcuno?), figlio di un nobile che venne tradito e reso eunuco per poter essere venduto nelle grandi corti persiane, che entra a far parte del seguito del grande re Dario e dopo, stabilmente, come amante di Alessandro. Attraverso i suoi occhi veniamo messi al corrente non solo degli usi e dei costumi delle diverse popolazioni dell’Asia, ma anche degli aspetti più dettagliati e secondari di quell’epoca. Le differenze di cultura, i sottili giochi di potere, le reazioni che variavano a seconda di quale uomo le dimostrasse, e allo stesso modo facciamo conoscenza coi personaggi che hanno fatto la storia, i loro caratteri, il loro modo di comportarsi non solo in battaglia ma anche nelle tende o a contatto con gli eserciti e negli scontri coi nemici.
Si tratta di un’intensa opera di ricerca e fusione, dalle numerosi fonti autentiche l’autrice ha cercato di romanzare un’epopea alimentandola con tutte le personalità che ne hanno fatto parte, definendo i loro caratteri in base alle ricostruzioni o in base alle parole più obiettive che avesse trovato, aggiungendo la passione, l’amore e la ricerca della grandezza per addolcire gli angoli del romanzo che a volte si fanno un po’ troppo meccanici.
Devo dire che avrei preferito uno stile meno rigido. D’accordo, si tratta di un libro che aveva la ferma intenzione di raccontarci un importante frammento di storia d’occidente, ma gli elementi propriamente “romanzi” sono pochi, sono una cornice, e non perdono quella loro aura di austerità se non verso la fine dove Bagoa può abbandonarsi al dolore; gli affetti e l’emotività sono descritti in maniera poetica, potente e assoluta, abilmente esposti in modo che gli eccessi – sia positivi che negativi – non risultassero mai troppo, e questa è davvero prova di talento narrativo… Ma avrei preferito comunque che vi avesse dato un pochino più di peso, così, per soddisfazione.
Passando a un parere prettamente personale… Come ho detto prima, ho amato il film Alexander, e con lui anche il rapporto tra Alessandro ed Efestione – che anche qui viene immancabilmente preso in considerazione, dato che, stando a tutti i documenti del periodo, la loro relazione ben più che militare è data praticamente per certa – quindi vedere l’attenzione affettiva di Alessandro essere dirottata verso un terzo allontanandola da Efestione mi ha un po’ lasciato l’amaro in bocca. Anche se verso il finale, e soprattutto dopo la morte di Efestione, la reazione di Alessandro ha reso un po’ di sana giustizia al mio lato romantico.
Tornando all’obiettività, Il ragazzo persiano è un libro di cultura, denso di avvenimenti e dai sentimenti forti ma delicati, un ritratto veritiero e interessante di un personaggio mai stanco, alla ricerca dell’immortalità e dell’infinito, per se stesso e per il suo popolo, un uomo che aveva varcato ogni confine, geografico, sociologico, umano.
Se volete rivivere le atmosfere di Alexander – nonché ritrovare numerosi riferimenti che il bravo Oliver vi ha infilato qua e là (anche se un po’ incasinati ma va beh) – e saperne di più sul più grande conquistatore che la Terra abbia mai conosciuto, date un’occhiata a questo romanzo.