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[Recensione] Il Tessitore di Stelle di Pasquale Capraro

Creato il 10 marzo 2014 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il Tessitore di Stelle di Pasquale CapraroTitolo: Il Tessitore di Stelle
Autore: Pasquale Capraro
Editore: Cinquemarzo
ISBN: 9788897769330
Fomato: Cartaceo
Lingua: Italiano
Numero pagine: 233
Prezzo: 14,00 €
Genere: Fantasy
Voto: [Recensione] Il Tessitore di Stelle di Pasquale Capraro

Trama: Quale può essere la spiegazione ai cerchi nel grano? Cosa si nasconde dietro un segno che due persone si ritrovano identico su una parte del corpo? E soprattutto chi è Nibea e da dove proviene e come fa a sapere tante cose di noi? Le risposte stanno proprio qui, in questo intreccio di trama tra astrologia, paranormale e mistero. Chiunque stia tessendo in questo momento, sicuramente sta filando anche il nostro destino…

Recensione: Anche se non sembra, non mi piace parlare male di un autore emergente specie quando l’autore in questione mette passione in ciò che fa. Nel “Tessitore di Stelle” la passione c’è, tanta passione: lo si nota dalla foga con cui l’autore fa discutere i suoi personaggi. Peccato, davvero. Non sono riuscito a trovare molti aspetti positivi nel romanzo che prenderemo in esameal contrario dei lati negativi presenti in maniera sconsiderataMa andiamo per gradi.

Intanto non riesco a capire se l’autore crede davvero nell’astronomia e nelle altre vaccate descritte nel romanzo: di sicuro i protagonisti ci credono tutti (persino quelli che non sono umani). Nel libro bisogna partire dal presupposto che gli oroscopi e tutte le altre robe riguardanti le stelle siano vere. Ora, posso anche pensare che all’interno di un romanzo siano assodati certi pensieri, magari l’autore ha creato un universo dove l’astronomia è una scienza perfetta, ma tutto ciò non viene mai precisato. Ma tralasciando questi aspetti che possono apparire come un mio attacco personale dettato da pregiudizi, il romanzo scorre?

frase del romanzo...

No, per niente. Prendiamo lo stile di scrittura. La sindrome del “la quale” si avverte pesantemente, vengono spesso usati termini antiquati o avverbi che mai si utilizzerebbero nel linguaggio comune. Non parlo di un linguaggio “aulico”, ma il romanzo non si riesce a leggere con tranquillità, e per stancare un adulatore di Lovecraft ce ne vuole! Insomma, la regola “parla come mangi” non viene per nulla rispettata. Sarebbe accettabile uno stile particolare, ma non in questo caso. Capraro non è un Tolkien che fa le battutine per mostrare il proprio attaccamento agli hobbit né un Martin che narra le vicende immaginandosi uno dei suoi personaggi, è un narratore anonimo che cerca di usare un linguaggio forbito fallendo miseramente.

I dialoghi sono surreali. Mi era già sorto un dubbio nelle prime pagine quando uno dei personaggi urlò “Ahia” per un cane gli stava quasi staccando un braccio. Non leggevo tale termine da venticinque d’anni, praticamente dai tempi in cui compravo Topolino. Non parliamo poi dei comportamenti. Ve ne dico uno, ma occhio allo spoiler.

Praticamente una tizia continua a dare del lei all’ex marito con cui ha avuto un figlio. Va bene che lui si era comportato da carogna, va bene che non si vedevano per anni ma dopo la rivelazione entrambi continuano a darselo tranquillamente. Questa la spiegazione della tizia in questione:

Si sbaglia. Io ero. Ora, io sono. Non sono più quella donna che lei ha conosciuto. Nella vita si cambia. La persona cambia. Cambia la visione della stima, del rispetto… e altre cose. Cresciamo. Non siamo più quelli di una volta. Tendiamo verso il futuro…
Se poi i dialoghi non vi bastano sappiate che scarseggiano le dialog tag, vale a dire i classici “disse tizio” o “rispose caio” e di chiacchierate il libro ne è pieno. Sembra quasi una sceneggiatura e più di una volta mi sono ritrovato a dover rileggere alcune frasi per capire chi stava parlando. A proposito: poche descrizioni, pochissime, e ciò fa si che il lettore si confonda spesso.

Davvero, volevo dare un voto più alto a questo romanzo, ma non ci riesco. L’autore mi ha mandato una copia cartaceo con una bellissima dedica e anche la copertina non mi è dispiaciuta. Purtroppo però mi ritrovo a stroncarlo. Tra le altre cose Pasquale Capraro non è nemmeno un signor nessuno, ha vinto un premio letterario e ha pubblicato diversi libri. Mah, magari questa volta non era ispirato…


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