Domani sarà in libreria Althea & Oliver dell’autrice newyorchese Christina Moracho. Un romanzo dolce, frizzante e tenero, moderno, delicato e “tosto”. Tutto insieme. Grazie a De Agostini ho avuto la possibilità di leggere (e apprezzare) in anteprima il primo romanzo di un’autrice che, ne sono certa, sentiremo spesso in futuro. Ecco la trama del libro, alcune note sull’autrice, la mia recensione e alcuni piccoli estratti dal libro!
Althea e Oliver si conoscono da sempre: non solo abitano a pochi passi l’uno dall’altra, ma sono amici per la pelle fin dal primo giorno di scuola. Ora, a diciassette anni, la loro amicizia potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, e Althea lo sa. Così una sera, dopo una festa e qualche birra di troppo, sorprende Oliver con un bacio pieno di passione. Ma, prima che i due abbiano il tempo di chiarirsi, succede qualcosa di inaspettato: Oliver è colpito da una malattia rarissima e cade in un prolungato stato di semi-coscienza. Quando si risveglia, diverse settimane dopo, non ricorda nulla di quanto è accaduto. Disperata, Althea prende la peggiore decisione possibile. L’unica che potrebbe compromettere irrimediabilmente il suo legame con Oliver. Quando il ragazzo lascia la città senza spiegazioni, Althea non può far altro che partire per mettersi alla ricerca del suo migliore amico. E ritrovare così anche se stessa.
La chiave di lettura di questo romanzo sta tutta in una frase che l’autrice ha nella home page del suo sito per descrivere Althea e Oliver:
She writes about bad decisions and does all her own research.
La storia che andrete a leggere potrebbe ricordare la vostra o quella di vostri amici, dove due bambini si conoscono e diventano migliori amici, stanno sempre insieme finché non succede qualcosa che cambia la percezione dell’altro. Lui si rende conto che lei è una ragazza e lei si ritrova a provare sensazioni tutt’altro che fraterne nei confronti dell’amico.
Una storia tanto comune quanto eccezionale, la loro. Ho amato particolarmente i molti elementi che legano Althea ad Oliver (e viceversa), il loro somigliarsi anche fisicamente, questa necessità di vicinanza, il fatto che si inventano dei giochi per stimolare l’altro ad affrontare le proprie paure, le proprie ritrosie. E’ vero, Althea è la prima ad accorgersi che qualcosa è cambiato nei confronti del ragazzo, ma è Oliver a dimostrare al mondo che i due sono la metà di un unico elemento. Loro sono una cosa diversa quando stanno insieme, sono un’entità a parte. Tutto fantastico, non fosse che il destino si mette di mezzo e fa deragliare questo rapporto.
Oliver inizia ad avere delle crisi di sonno improvviso che lo lasciano addormentato da diversi giorni fino a due mesi. I medici non sanno di cosa si tratti ma per Althea, che non è mai nemmeno andata in vacanza per stare vicino a Oliver, è un vero dramma: il suo migliore amico – la sua bussola – c’è, abita nella casa a fianco ma è come se fosse da un’altra parte, un corpo senza cuore, senza mente. Ciò non fa altro che destabilizzare la ragazza e portarla a comportamenti estremi e frequentazioni sconsigliabili, nonché attacchi d’ira, violenza e autolesionismo.
Perché fino a quel momento avevamo pensato fosse proprio lei la parte forte della coppia ma ci sbagliavamo, lei è la parte che ha bisogno di una guida, che senza Oliver non sa cosa fare di sé stessa che si costringe a prendere decisioni che si rivelano spesso le più sbagliate. Ma lui non c’è, non può consigliarla, non può distrarla, non può divertirla, non può contagiarla col suo buon’umore, con le sue trovate scanzonate e originali. E ora che sente qualcosa di più nei suoi confronti, lui si allontana con una malattia che lo rende meno lui e più qualcun’altro che Althea non conosce.
E’ così che Althea prende le proprie decisioni, e lo fa davvero male. Quando Oliver si risveglia tutto è cambiato, Althea è cambiata, sente che gli sfugge qualcosa:
(…) a volte penso davvero che, se non ricordiamo niente, è per colpa del nostro fottuto cervello che ha pietà di noi. Anche se lo spettacolo è ancora in onda, smettiamo di registrarlo. Così ci risparmiamo il ricordo. Non possiamo mettere in replay. (…)
Di solito ero io a essere sempre un passo indietro rispetto ai miei amici. Mi addormento, il tempo si ferma, loro vanno avanti. Adesso sono addirittura rimasto indietro da me stesso. Come riuscirò a raggiungermi? (…)
Possiamo smettere di registrare, ma non possiamo mettere in pausa e non possiamo riavvolgere.
Oliver ha quindi una priorità, cercare di ritrovare il filo della propria vita e una soluzione a questa malattia che gli ruba il tempo. E Althea che ruolo ha – se ce l’ha – nel suo futuro? Quanto successo tra di loro può sistemarsi? Entrambi hanno detto e fatto cose discutibili, ad un certo punto della loro vita hanno iniziato a non capirsi più, a non essere più quei ragazzini spensierati che dormivano insieme nello scantinato di lei e passavano le domeniche sul divano a mangiare pop corn.
Perché la vita va avanti, si cresce e nonostante a volte si preferirebbe rimanere bambini per sempre, dobbiamo iniziare a costruire il nostro futuro e ciò non avviene come per magia, ma con sacrifici, attraverso paure e gioie, incomprensioni e scoperte. Più di ogni altra, sembra dirci Christina Moracho, lo facciamo proprio attraverso le nostre peggiori decisioni.
Da bambina, quando immaginava il passaggio all’età adulta, vedeva una versione più grande di se stessa che spuntava dalla cesta dei giochi ai piedi del letto per assumere il compito di essere veramente Althea. La Piccola Althea si sarebbe ritirata in una specie di paradiso/stazione di controllo per trascorrere il resto della vita in maniera indiretta attraverso la Grande Althea, che sarebbe arrivata convenientemente equipaggiata di buon senso, un diploma scolastico e grandi tette. Si guarda il seno piccolo e sospira. È chiaro che la Grande Althea non verrà, non è in attesa da qualche parte, racchiusa in una crisalide dorata mentre la sua sinuosa figura adulta viene modellata alla perfezione da una serie di angeli zelanti, pronta ad affacciarsi al mondo in forma di amazzone dalla mente acuta. È così. Senza tette, permalosa e triste, abbastanza sveglia da capire quando è stupida, ma troppo stupida per agire meglio: ecco con che cosa deve fare i conti.
Voto: 8.
Cristina Moracho vive a New York. Althea & Oliver è il suo primo strepitoso romanzo.
[Photo credit: Craig LaCourt]
Titolo: Althea & Oliver
Titolo originale: Althea & Oliver
Autore: Cristina Moracho
Traduttore: Maria Alessandra Petrelli
Editore: De Agostini
Collana: Le Gemme
Pagine: 430
Prezzo: 14,90 cartaceo (E.12,91 su Amazon) – E. 6,99 ebook
Data di uscita: 14 ottobre 2014
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