TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE"... almeno per me :-)
Se in Switched. Il segreto del regno perduto Wendy scopriva la sua vera natura e in Torn. Ritorno al regno perduto si trovava a dover scegliere tra istinto e ragione, ora la nostra eroina si trova ad avere l'intero destino di un mondo tra le mani.
COVER ORIGINALE
Siamo alla resa dei conti finale e Wendy Everly si trova di fronte a una scelta impossibile. Ormai è una donna pienamente consapevole dei suoi poteri, ma l’unico modo per salvare i Trylle dal loro nemico mortale è sacrificare se stessa. Se non si arrenderà ai Vittra, il suo popolo dovrà affrontare una brutale guerra, ma come può Wendy abbandonare tutti i suoi amici, anche se questo fosse l’unico modo di salvarli?La principessa deve anche decidere chi amare, se Finn o Loki, a entrambi i quali è profondamente legata. Uno di loro due è la sua anima gemella e l’ha capito solo nel momento del più grave pericolo.
Il destino di un intero mondo è nelle mani della ragazza, che seguendo il suo cuore arriverà dove nessuno era mai riuscito, là dove i due popoli conosceranno per la prima volta la pace.
Cosa penso:
E così si conclude questa strana trilogia fantasy, che parla di Troll o “Trylle”, come amano definirsi loro, iniziata circa un anno fa con “Switched. Il segreto del regno perduto”, e che si concluderà proprio domani con l’uscita in libreria di “Ascend. Il regno ritrovato”.
Sappiamo ormai tutti come questa trilogia è approdata nelle librerie americane prima e in quelle del resto del mondo – comprese le nostre – dopo: attraverso un’autopubblicazione del primo libro, “Switched”, che poi attraverso il passaparola è diventato un caso mediatico vero e proprio, tanto da essere stato conteso dalle principali case editrici americane.
Bene, sapete benissimo che proprio “Switched. Il segreto del regno perduto” non mi aveva entusiasmato poi così tanto, tanto da chiedermi il perché di questo successo… ebbene la risposta l’ho avuta dopo aver letto “Torn. Ritorno al regno perduto”, secondo libro della trilogia, dove lo stile narrativo, la trama e, cosa più importante, la psicologia dei personaggi, li avevo trovati totalmente diversi e cambiati rispetto al primo libro, tanto da chiedermi se Torn fosse stato scritto dalla stessa autrice.
Come ho scritto recensendo Torn:
[…] in certi momenti Torn dava la GRADITA impressione di essere stato scritto da tutt’altra persona.
Cos’è? Una specie di maturità artistica della Hocking? Una strana forma di “blanda possessione” da parte di un’entità sovrannaturale che le ha inferto una sana dose di creatività? […]
Infatti, ho assistito ad un’evoluzione di stile, che mi ha stupito parecchio… stupito in positivo, e l’introduzione di nuovi personaggi e di nuove relazioni mi lasciavano ben sperare per un finale di serie alternativo e del tutto diverso a quello che si pensava dovesse essere, leggendo solo il primo libro.
Se mi seguite da un bel po’ sapete che io sono per i finali e le scelte impossibili… ebbene anche il finale di serie di questo libro ha confermato le mie aspettative.
È vero, sapevo già come sarebbe andata a finire prima ancora di iniziare a leggere Ascend, visto che mi sono spolierata fino alla nausea, ma sapere non mi ha precluso il piacere di leggerlo da me e anche il piacere della scoperta.
Ebbene, Ascend riconferma tutti i punti di forza che ho riscontrato in Torn - personaggi più maturi, più azione, scene più forti, “scene hot”, personaggi che hanno avuto il ben servito… *colpo di tosse* Finn, e un finale davvero, davvero inaspettato - e anche i suoi punti deboli – certi dialoghi che rasentavano la banalità e alcuni personaggi che, nonostante l’età e il proprio vissuto personale, spesso e volentieri risultavano al quanto puerili… *colpo di tosse* Finn.
Sì, lo so, lo so... è vero, Finn mi è stato sulle scatole sin dal primo libro, che ci posso fare l’ho preso in antipatia e quando si parla di lui non sono molto obiettiva… ma pazienza, mia la recensione, mia la sentenza di personaggio più antipatico della storia dei fantasy.
Riconfermo anche il giudizio che ho dato a Torn, quattro stelle più, perché sì, anche Ascend mi è piaciuto.
Che altro dire…
Questa serie non è perfetta, ha avuto i suoi alti e bassi, ma alla fine merita di essere letta, anzi di essere scoperta: è come le scatole cinesi, più spacchetti e più ti avvicini al tesoro che esse contengono… ebbene la serie Trylle è un “tesoro” che si fa scoprire piano piano, che rivela i suoi punti di forza col tempo, senza nessuna premura, dando il tempo a chi la legge di assimilarla, di conoscerla meglio e poi fare di lei il proprio tesoro.
CONSIGLIATA!!!
L'ho letto il... 24 Gennaio 2013GIUDIZIO: +