Recensione in Anteprima: "LE STANZE DELLO SCIROCCO" di Cristina Cassar Scalia
Creato il 01 giugno 2015 da Blog
Genere: Romanzo
Editore: Sperling&KupferPagine: 468Prezzo: € 19,90Uscita: 1 Giugno 2015
Sinossi: È il 1968 quando il notaio Saglimbeni decide di tornare in Sicilia con la famiglia, dopo una lunga assenza. Vittoria, la figlia più giovane, indipendente e contestatrice, non ha potuto che assecondare il desiderio del padre e trasferirsi. A Montuoro, per Vicki, cresciuta a Roma e appassionata di fotografia e di auto da corsa, l’impatto con una società conservatrice, ai suoi occhi maschilista e schiava dei pregiudizi, è destabilizzante.Quello di Diego Ranieri è un nome ricorrente negli ambienti a lei più vicini, un volto conosciuto che all'improvviso entra con prepotenza nella sua vita. Ombroso e sfuggente, ancorato a una mentalità assai diversa dalla sua ma capace di legarla a sé, Diego porta i segni di un passato doloroso da cui stenta ad affrancarsi, e con cui lei dovrà fare presto i conti.Vicki trova nella facoltà di Architettura di Palermo, in piena occupazione, un rifugio in cui sentirsi meno estranea. Armata di macchina fotografica inizia a scoprire la città, a conoscerne la bellezza e i lati oscuri, fino a rimanerne stregata. E proprio per le strade di Palermo la sua storia s’intreccerà con quella, drammatica, di zia Rosetta, la cui apparenza mai lascerebbe intuire cosa nasconde il suo passato.
L'autrice:
CRISTINA CASSAR SCALIA è nata a Noto nel 1977. Medico chirurgo specialista in Oftalmologia, attualmente vive e lavora a Catania. Il suo primo romanzo, La seconda estate, è stato insignito del Premio Internazionale Capalbio Opera Prima ed è stato tradotto in Francia. Per Le stanze dello sciroccol’autrice ha scelto come teatro la sua terra, la Sicilia. A CURA DI CATHERINE BCLe stanze dello scirocco è il secondo romanzo dell’autrice Cristina Cassa Scalia, che aveva esordito lo scorso anno con La seconda estate,vincendo il Premio Internazionale Capalbio Opera prima. Mentre il primo romanzo era ambientato a Capri, per questa sua seconda opera l’autrice ha scelto la sua terra, la Sicilia. Una scelta azzeccata, di cuore, lo stesso che ha saputo riversare nelle pagine del romanzo, donando al lettore un affresco solare, denso di vita e passione, di una regione che, tra contraddizioni e problemi endemici, sprigiona da sempre una bellezza straordinaria.Il romanzo racconta la storia di Vittoria Saglimbeni, studentessa di Architettura, che si trasferisce nel caldo 1968 da Roma a Montuoro, in Sicilia, paese d’origine della famiglia di suo padre. Un trasferimento accettato un po’ a malincuore e vissuto come una sorta di involuzione: a Roma Vittoria seguiva con interesse il fervore politico e lo sviluppo del movimento studentesco e si occupava di fotografia e motori, in Sicilia tutte queste stravaganze continentali non sono viste di buon occhio. Consuetudini ancestrali e la mentalità maschilista e ristretta della gente costringono Vicky a mantenere, almeno all’inizio, un profilo basso. Tuttavia, il vento del cambiamento arriva inesorabile, come lo scirocco caldo e sonnolento, che sembra sbiadire i contorni dell’orizzonte, facendoli confluire in un’immagine sfuocata e tremolante.Un cambiamento che smuove le coscienze dei suoi compagni d’università, ma che per lei indossa un paio di occhi verdi e magnetici, quelli di Diego Ranieri, figlio del più caro amico di suo padre. Molto diverso da lei, conservatore e tradizionalista fino al midollo, altero e ombroso, Diego nasconde un passato pesante che ne condiziona ancora scelte e atteggiamento. L’incontro con Vittoria lo riporterà alla sua famiglia e alla pace con se stesso, almeno fino a che le mezze verità unite alle menzogne più becere non reclameranno il loro conto.La storia tra Vittoria e Diego, raccontata da entrambi i punti di vista abilmente alternati, vede poi al suo interno un cameo prezioso, un’altra vicenda con un diverso contesto temporale: la tristestoria di zia Rosetta e di Peppino, il farmacista e fidanzato di un tempo. La guerra con le sue atrocità commesse in nome di un’ideologia totalizzante imposta viene giudicata attraverso le idee forti che nascono dal basso e che smuovono le basi di ogni tipo di istituzione, da quella politica a quella famigliare. Lo stile narrativo dell’autrice è molto buono, anche se, a mio parere, dal taglio teatrale: alcuni passaggi sono molto veloci, quasi si fosse passati da un contesto all’altro cambiando abilmente lo scenario alle spalle degli attori principali. Le descrizioni sono particolareggiate e mirano a mostrare a chi legge le particolarità e le bellezze di Palermo, di Mondello o della campagna attigua, ma talvolta rischiano di spezzare il ritmo del romanzo stesso. È comunque uno stile evocativo, che sa intrigare e coinvolgere, facendo vedere al lettore i colori di quella terra, captarne i profumi, godere dei suoi sapori forti e decisi, come l’animo dei suoi abitanti. Il sangue siciliano ribolle, dotando di passione e forza, senso dell’onore e gelosia: un calderone di sentimenti umani che muovono le azioni dei protagonisti del romanzo, caratterizzati entrambi da grande personalità, orgoglio e testardaggine. Spigoli acuti che rischierebbero di far scoppiare come una bolla di sapone il loro giovane rapporto, se l’amore non parlasse al loro cuore in modo dolce ma inesorabile, come il soffio dello scirocco nelle misteriose stanze sotterranee dei palazzi.
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