Magazine Cultura
Recensione in anteprima: Questione di dettagli
Creato il 19 agosto 2013 da Miriam Mastrovito @miriammasAutori: Ashley Edward Miller e Zack Stentz
Editore: Corbaccio
Pagine: 224
Prezzo: 14,00 euro
In libreria dal 29 agosto
Descrizione:
Colin Fischer ha quattordici anni e pesa cinquantacinque chili. Nella sua vita ci sono alcuni punti fermi: i genitori, il fratello minore, un blocco su cui appunta le sue riflessioni, un tappeto elastico su cui salta per sfogarsi quando gli sembra che niente vada per il verso giusto. Cioè quasi sempre. Perché Colin è diverso dagli altri, la sua percezione della realtà è più intensa. La sua sensibilità maggiore. Infatti i rumori forti gli provocano crisi di panico e non ama essere toccato. Ma è intelligente, curioso ed è un fine osservatore. Sherlock Holmes lo avrebbe voluto al suo fianco perché nessuno è attento ai dettagli quanto lui. E così, quando viene ritrovata una pistola nel bar della scuola, Colin è l’unico deciso a capire cosa è successo veramente. Starà a lui dimostrare che la pistole non è di Wayne Connelly, il bullo della scuola e tormento quotidiano di Colin. Wayne non si capacita del perché Colin abbia deciso di aiutarlo, ma tant’è: al mondo non siamo tutti uguali e capire cosa pensano gli altri resta il mistero più incredibile per tutti…Questione di dettagli è una storia di ragazzi e di amicizia, con un protagonista irresistibilmente simpatico che comunica con un linguaggio tutto suo e che fatica a adeguarsi al resto del mondo. La storia di un ragazzo adolescente in cui tutti, in un modo o nell’altro, ritroveremo tracce di noi stessi.
Gli autori:
Ashley Edward Miller e Zack Stentz si sono conosciuti su internet grazie alla loro comune passione per Star Trek. Insieme, Miller e Stentz hanno scritto e coprodotto centinaia di serie tv e hanno fatto le sceneggiature dei film X-Men: First Class e Thor. Vivono entrambi a Los Angeles.
La mia recensione:Colin Fisher è un ragazzino che non passa inosservato. Quattordici anni, fisico esile, occhi vispi e blocchetto sempre a portata di mano. All’occorrenza può snocciolare nozioni con la stessa precisione di un dizionario, vi sono però dei concetti elementari che sfuggono alla sua comprensione. Le emozioni sono un’incognita che lo disorienta, il contatto fisico un pericolo da cui fuggire. Non è semplice stravaganza la sua, le stramberie di Colin hanno un nome: sindrome di Asperger, è questo a far di lui un adolescente diverso dagli altri, un idiot savant che fatica ad adattarsi al mondo.
La quotidianità è per lui quasi una corsa a ostacoli, una sfida che si fa dura specialmente quando è costretto ad abbandonare il microcosmo domestico. La scuola in particolare è un territorio minato; lì deve fare i conti con il suono assordante della campanella che lo terrorizza, con il costante rischio di un contato fisico indesiderato, con i bulli come Wayne che lo sottopongono alle peggiori angherie.
Osservare e annotare tutto su un taccuino è il personale metodo che Colin ha elaborato per non perdersi nella realtà che lo circonda. I suoi appunti, rigorosamente vergati con inchiostro verde, sono una sorta di mappa o, se preferite, un codice che gli consente di dare un senso all’incomprensibile, per esempio traducendo in faccine le emozioni che tanto lo mandano in confusione.
Incontrare Colin e innamorarsene sono azioni simultanee. È impossibile non provare simpatia per un ragazzino così fuori dagli schemi, non provare tenerezza e stupore di fronte alla spiccata intelligenza che in lui convive con la più disarmante ingenuità. Non vi nascondo che quando ho letto la trama di Questione di dettagli il mio pensiero è corso a Lo strano mondo di Alex Woods; mi è parso di scorgere delle affinità tra i due protagonisti e, memore delle intense emozioni che quel libro mi ha regalato, mi sono accostata alla lettura carica di aspettative.
In effetti l’incontro con Colin Fisher non mi ha delusa. Al pari di Alex è uno di quei personaggi che ti entrano nel cuore e non si lasciano dimenticare facilmente. Tuttavia il romanzo non è riuscito a entusiasmarmi come avrei voluto. La mia impressione è che la storia non sia all’altezza del suo protagonista, un po’ come se gli autori avessero ingaggiato il più forte dei supereroi per combattere un moscerino.
La trama in cui si inserisce Colin ha il sapore di un poliziesco per i più piccoli. Tra le tante stranezze e manie, Fischer coltiva una grandissima passione per Sherlock Holmes. Lo considera un vero modello e in lui si identifica condividendo la sua naturale propensione all’osservazione, la sua attenzione quasi ossessiva per i dettagli. Quando scoppia una rissa nella mensa scolastica e qualcuno fa esplodere un colpo di pistola, Colin non resiste alla tentazione di investigare. Il suo desiderio di collaborare alle indagini diviene ancora più forte quando scopre che il maggior sospettato è Wayne. Benché si tratti del suo principale nemico, la logica lo induce a credere fermamente nella sua innocenza; dimostrarla diviene per lui un obiettivo imprescindibile.
La storia si sviluppa così sulla scia del giallo che vede Colin trasformarsi in un provetto quanto improbabile detective. I toni rimangono leggeri dall’inizio alla fine, la trama avviata tra il serio e il faceto si incanala definitivamente in quest’ultimo binario, rinunciando a riflessioni più profonde o a svolte che mirino a far vibrare le corde dell’emotività.
Nonostante la malattia entri nel romanzo quasi da coprotagonista, non viene mai affrontata davvero come tale. Gli autori mostrano solo il suo volto più superficiale, fatto di sintomi e stranezze che suscitano il riso, preferendo tacere sulla sofferenza che pure è inevitabile. Una scelta questa che sicuramente centra l’obiettivo di sdrammatizzare ma che, a mio avviso, conferisce un’aura di superficialità al racconto fornendo un’idea parziale e, forse leggermente distorta, della realtà.
Una lettura piacevole nel complesso, divertente e scanzonata, adatta soprattutto ai lettori più giovani; da un caso editoriale e un personaggio ricco di potenzialità come Colin però mi aspettavo qualcosa di più.
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