«È alto, ha la testa di un compressore e la faccia di un imperatore. Ha spalle ampie, è forte ed energico. Ha occhi vivaci, ma è come se la morte avesse baciato le sue labbra. È un maestro nel destare la curiosità altrui, e un genio nel deluderla. Starlo a sentire è come osservare un dio che gioca con i mondi. Se si tace, si è nelle sue mani. È armato da ogni lato ma proprio per questo è sempre vulnerabile. È una sfida all’intelligenza, una minaccia per l’orgoglio, una lusinga per la vanità»
Dopo 57 pagine ci si trova immersi in un’atmosfera densa di mistero, tutto ruota intorno alla figura di Jonathan Scrivener, uomo ricchissimo e sempre in viaggio, che si distingue per la sua assenza. Possiede una casa lussuosa e moltissimi libri, assume per corripondenza il trentanovenne James Wrexman, con l’unico incarico di catalogarli. E nel silenzio assoluto e vibrante della biblioteca si avvicendano personaggi stralunati e altrettanto misteriosi, che hanno conosciuto Scrivener due mesi prima, che possiedono le chiavi della sua casa, tutti in cerca di qualcosa. Chi è Jonatahan Scrivener? Non resta che proseguire la lettura.
Il romanzo, scritto nel 1930 e riproposto oggi da Castelvecchi con la traduzione di Allegra Ricci e la prefazione di Henry Miller, è stato presentato dalla critica come un nuovo Stoner (il romanzo di John Williams resuscitato da un oblio durato decenni).
Henry Miller ne parla cosi: «Nel modo di tessere i suoi super-polizieschi, di tenere il lettore col fiato sospeso, c’è una particolarissima dote di disperazione, unica e tipica. E questa forza vi travolge anche al di là del finale stesso, come un vento imperioso il cui vorticare è lo stesso dei suoi libri. Tale costante, tale tratto distintivo da autentico autore inglese eccentrico, genera l’aria allucintaoria che fin dal principio permea di ossessione l’intera vicenda, che cupa e cruenta si dipana in uno scenario inglese»
Claude Houghton (1889-1961), scrittore inglese, popolare e apprezzato dalla critica. Fu autore di romanzi psicologici attraversati da un’originale vena di misticismo, che ricevettero sostegno e ammirazione da parte di molti scrittori, da G.K. Chesterton a Hugh Walpole, da Graham Greene a Tomáš Masaryk.