Titolo: Inferno: canti delle terre divise
Autori: Francesco Gungui
Editore: Fabbri Editore
ISBN: 8845194345
Num. Pagine: 430
Prezzo: 14,90€
Voto:
Trama: Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l’autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un’isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l’Inferno che Dante ha immaginato nella Divina Commedia, qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi: gli ingranaggi infernali si stringono senza pietà attorno ai prigionieri che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l’impresa mai riuscita a nessuno: scappare con lei dall’Inferno, combattendo per sopravvivere prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli…
Recensione: Sono stata attirata da questo romanzo per via dell’idea di base, ovvero un inferno dantesco in chiave distopica; l’ambientazione m’ispirava moltissimo, quindi mi sono buttata nella lettura sperando che non mi deludesse.
Dall’inizio del libro possiamo capire come nel mondo di Gungui ci siano un Inferno e un Paradiso, ovvero una prigione in cui vengono portati i condannati per poter poi essere assegnati a un determinato cerchio in base al reato commesso e un mondo ideale a cui solo i ricchi e pochi eletti possono accedere. Di sicuro è una delle ambientazioni distopiche più affascinanti che abbia trovato finora.
Fin dai primi capitoli ci si accorge di qualche problemino a livello stilistico: nel secondo capitolo il punto di vista è quello di Maj, ma Alec viene chiamato dall’autore per nome ancora prima che si presenti alla ragazza. Nel terzo capitolo si mostrano due persone accanto a un cadavere di animale, ma il cadavere indica il corpo di una persona morta, non di un animale. È una differenza sottile, ma credo che si debba essere molto attenti a usare i termini corretti, tanto più in un libro.
Spesso le descrizioni dei luoghi spezzano la narrazione, è il caso del secondo capitolo, quando viene descritto ciò che si vede dalla finestra di Maj senza neppure che lei sia andata a guardare.
Un’altra cosa che proprio non mi è piaciuta è stato l’inizio della storia d’amore tra Maj e Alec: tutto troppo improvviso e poco giustificato. La scintilla scocca praticamente fin dalla prima volta che si vedono, e senza motivi sufficienti, visto che Alec non è il primo ragazzo di Europa che vede Maj. È anche vero che queste cose nella vita reale possono anche accadere, ma in un libro a me sembrano forzate e basta, se non vengono almeno giustificate in qualche modo. Viceversa ho apprezzato il desiderio di Maj di voler conoscere il mondo al di fuori di Paradiso, ho trovato interessante il suo sentirsi bloccata anche in un luogo dove le condizioni di vita sono molto agiate.
I protagonisti quindi non mi hanno convinta, ho invece trovato interessanti alcuni personaggi secondari come Jorgos, bambino nato a Inferno, e Cloe, condannata che diventa amica di Maj.
Una cosa per cui faccio tanti complimenti allo scrittore è l’inserimento di una cotta (amore mi sembrava troppo) omosessuale . Bravo, bravo, bravo. Ho apprezzato moltissimo la presenza di un personaggio del genere, soprattutto mostrato con una tale naturalezza, come è giusto che sia (ma non scontato). Ci dovrebbero essere più romanzi dove l’amore omosessuale viene presentato in questo modo, davvero. E mi rendo conto che sia un particolare apparentemente di poco conto nella totalità del libro, ma l’ho apprezzato comunque, e tanto. Mi chiedo se e come si svilupperà la cosa nei libri successivi.
In definitiva, sebbene non possa dire di aver apprezzato questo libro in tutto e per tutto, l’ho trovato comunque interessante, soprattutto per via dell’ambientazione, e credo che leggerò il seguito.