Recensione "Io che amo solo te" di Luca Bianchini

Creato il 14 febbraio 2014 da Saraguadalupi

Titolo: "Io che amo solo te"
Autrice: Luca Bianchini
Editore: Mondadori
Pagine: 262
Prezzo: 16,00 €
SINOSSI   Ninella ha cinquant’anni e un grande amore, don Mimì, con cui non si è potuta sposare. Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia si fidanza proprio con il figlio dell’uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio evento per Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più magici della Puglia. Gli occhi dei 287 invitati non saranno però puntati sugli sposi, ma sui loro genitori. Ninella è la sarta più bella del paese, e da quando è rimasta vedova sta sempre in casa a cucire, cucinare e guardare il mare. In realtà è un vulcano solo temporaneamente spento. Don Mimì, dietro i baffi e i silenzi, nasconde l’inquieto desiderio di riavere quella donna solo per sé. A sorvegliare la situazione c’è sua moglie, la futura suocera di Chiara, che a Polignano chiamano la “First Lady”. È lei a controllare e a gestire una festa di matrimonio preparata da mesi e che tutti vogliono indimenticabile: dal bouquet “semicascante” della sposa al gran buffet di antipasti, dall’assegnazione dei posti alle bomboniere – passando per l’Ave Maria -, nulla è lasciato al caso. Ma è un attimo e la situazione può precipitare nel caos, grazie a un susseguirsi di colpi di scena e a una serie di personaggi esilaranti: una diciassettenne che deve perdere cinque chili e la verginità; un testimone gay che si presenta con una finta fidanzata; una zia che da quando si è trasferita in Veneto dice “voi meridionali” e un truccatore che obbliga la sposa a non commuoversi per non rovinare il make-up. Io che amo solo te è un romanzo sulle gioie segrete, sull’arte di attendere e sulle paure dell’ultimo minuto. Tra ironia e commozione, quello di Luca Bianchini è un avventuroso viaggio sull’amore, che arriva – o ritorna – quando meno te lo aspetti, ti rimette in gioco e ti porta dove decide lui. Come il maestrale, che accompagna i tre giorni di questa storia, sullo sfondo di una Puglia dove regnano ancora antichi valori e tanta bellezza.
Questo romanzo ho iniziato a leggerlo seguendo il consiglio di un'amica: non avevo mai letto niente di questo autore, vedevo questo libro sugli scaffali delle librerie e m'incuriosiva, si, ma non tanto da decidere di comprarlo..forse semplicemente per via del titolo che lasciava presagire il mio classico dei romanzi d'amore. Ecco, in questo caso, avrei dovuto lasciar perdere il mio istinto fin da subito e lasciarmi tentare. Ci sono voluti mesi e numerosi consigli prima di convincermi e davvero, miei followers, ora che l'ho riposto nella libreria, ammetto di aver sbagliato alla grande! Dovevo leggerlo subito, perchè questo è uno di quei libri che merita davvero di essere letto e che ti lascia il retrogusto dolce/amaro tipico della vita. Tipico dell'amore.
Quando aveva compiuto diciott'anni, sua madre le aveva regalato un biglietto con questa frase: "Se nella vita non vorrai avere problemi, gli uomini lasciali comandare, o almeno lasciaglielo credere. L'amore è innanzitutto non rompere i coglioni. Mamma"
Scenario è la cittadina pugliese di Polignano, a ridosso del mare, su cui soffia impetuoso il maestrale. L'occasione è l'imminente matrimonio di Chiara e Damiano. Attorno ai due sposi, uno scenario tipico delle famiglie numerose composte da tre (a volte anche quattro) generazioni, con visioni, sentimenti e modi di vivere estremamente diversi: Damiano, ha con sé una mamma fin troppo apprensiva che comanda tutti a bacchetta e non ammette errori, ed un fratello omosessuale, non accettato, che dovrà inventarsi una delle sceneggiate più tragi-comiche per sopravvivere agli sguardi dei paesani di provincia. Dal canto suo, Chiara ha uno zio incriminato che spunta fuori all'improvviso chiedendo perdono, ed una sorella fissata con la perdita dei chili..e della verginità. Segreti risaputi ma inconfessabili, messaggi nascosti, capelli ritrovati sul cruscotto di un auto, uomini "innominati" e donne "first lady". Ecco cosa ci racconta Luca Bianchini.
Il clou però, del romanzo, non è tanto il matrimonio, né il circo di parenti e amici che si sussegue alla velocità del maestrale..bensì gli sguardi rubati, l'amore interrotto tra Ninella, mamma di Chiara e don Mimì, padre di Damiano. Sono loro i veri protagonisti, i loro pensieri, le loro sensazioni. I loro cuori che, nonostante le strade diverse, riescono a battere ancora all'unisono. La forza nel non cedere alla tentazione per amore di quelle famiglie che ora contano solo di loro, per amore di quei due figli che stanno per sposarsi, legando indissolubilmente le due famiglie, anche se in modo diverso da quel che Ninella e Mimì avrebbero voluto in gioventù.
- Allora, sei felice oppure no? - Ci sto pensando - Se ci stai pensando allora non sei felice..
Uno spaccato di vita, d'amore e anche di tristezza prende vita dalle abili mani di Luca Bianchini che ci regala una storia talmente vera da sembrare viva sotto gli occhi del lettore, che si vede catapultato in Puglia, a camminare silenziosamente tra le stradine di Polignano - tra gli sguardi delle comari ed i saluti dei paesani che tutto sanno ma niente raccontano.
"Io che amo solo te" è un romanzo che merita. Merita di essere letto, assaporato fino in fondo e che scorre, pagina dopo pagina, come la marea che s'infrange sugli scogli ed il maestrale che soffia dalle finestre. Ve lo consiglio miei cari lettori, e non solo perchè oggi è San Valentino, ma perchè l'amore è nella vita di tutti i giorni.
-Ho fatto una figura di merda.
-E' vero..ma sai che vita noiosa senza figure di merda?


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