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Recensione - "Jukeboxe all'idrogeno" - Allen Ginsberg

Creato il 03 aprile 2011 da Maryg90
Sono letteralmente scioccata. Il mio rapporto con la poesia è stato fino ad oggi decisamente conflittuale, ma qualcosa è cambiato: è arrivato Allen Ginsberg. In realtà, Allen Ginsberg è arrivato e se ne è andato già da un po' di tempo (R.I.P.), ma i nostri cammini non si erano mai incontrati. Mi ci sono imbattuta solamente qualche giorno fa, mentre guardavo un film indipendente che aveva com protagonista James Franco (domandatevi, ora, per quale motivo io stessi guardando tale pellicola...). Mai sentito parlare di "Howl", tradotto in italiano come "Urlo"? No, neppure io. E' un film del 2010, probabilmente uscito in qualche cinema sperduto, ispirato ad un processo per oscenità ai danni di una poesia, "Howl" del 1956 (o meglio, di una raccolta che contiene tale poesia), di Allen Ginsberg, poeta della beat generation. Sarà stato James Franco, una fortuita combinazione astrale o qualcosa d'altro, ma mi sono innamorata di quei versi controversi e non ho resistito alla tentazione di prendere immediatamente in prestito in bliblioteca questa raccolta...
Allen Ginsberg
Jukebox all'idrogeno
In questo caso, non si può parlare di una vera e propria recensione perchè amo utilizzare quel termine solamente per la prosa, ma più che altro di una esternazione di impressioni.
Non sapevo nulla della beat generation, ammetto la mia totale ignoranza in questo campo, quindi un ulteriore effetto positivo di questo libro è proprio la nascita di una grande curiosità ed interesse. Sarà banale e scontato, ma i versi di Ginsberg sono molto attuali. Sì, lui si riferiva al dopoguerra americano, ma basta guardare un qualsiasi telegiornale e non ci possiamo sicuramente vantare di stare tanto bene. La rabbia, la vivacità, la potenza dei suoi versi sono di grande ispirazione a partire già dalle prime parole:
I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked

L'aggressività e l'immediatezza dei suoi versi sono veramente impressionanti. Il linguaggio è crudo, alcune volte volgare, ma sicuramente questo non rovina l'atmosfera, anzi la concretizza. Le visione psichedeliche e oniriche, prodotte dall'utilizzo dichiarato di sostanze stupefacenti, sono un vero pugno nello stomaco e tendono ad essere alienanti. Provate a leggere ad alta voce i versi in lingua originale (o cercate sul web qualche registrazione dello stesso Ginsberg) e capirete di  cosa sto parlando. Il ritmo è incalzante, musicale, a tratti fastidioso, ma "bello" nella sua totalità. Sicuramente non è immediato e non può piacere a tutti, però rientro sicuramente nella categoria di coloro che considerano questo autore un vero genio innovatore. "Howl" è solamente l'esempio più celebre e importante delle sue poesie, ma ce ne sono altre "minori" di ugual valore. "A Supermarket in California" rientra sicuramente nella mia top 3.
Un dettaglio sicuramente da non tralasciare è l'introduzione di Fernanda Pivano. Anche qui mi sono sentita molto ignorante, ma dopo una breve ricerca su internet, ho compreso la sua importanza nel campo letterario. Un'introduzione da non saltare e da leggere attentamente. Sono certa che vi catturerà.
Avevate già sentito parlare di questo poeta? Conoscete altri autori della beat generation cone Jack Kerouac, William Burroughs e Gregory Corso (in quel caso, datemi consigli!!!)?

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