Titolo: Kafka sulla spiaggia
Autore: Haruki Murakami
Editore: Einaudi
ISBN: 978-88-06-18603-6
Prezzo: 20 €
Numero pagine: 522
Voto:
Trama: Il libro presenta due trame parallele che si intrecceranno man mano: la storia di Tamura Kafka, quindicenne scappato da casa per fuggire al padre e alla sua profezia, e quella di Nakata, uomo rimasto analfabeta in seguito a un misterioso incidente, persona semplice in grado di parlare con i gatti, preferendoli alle persone.
Recensione: Kafka sulla spiaggia è senza dubbio uno dei libri migliori che abbia mai letto, forse addirittura il migliore. Se qualcuno mi avesse chiesto di fare una classifica dei miei libri preferiti, probabilmente al primo posto avrei messo Dance dance dance, sempre di Murakami, eppure Kafka sulla spiaggia è addirittura superiore. È il terzo libro che leggo dell’autore, dopo Dance dance dance(primo che ho letto) e Norvegian Wood, e mi sono avvicinata a Murakami quasi per caso. Mio fratello mi aveva parlato benissimo di questo autore, avevo il computer rotto e decisi di cominciare Dance dance dance, nonostante non avessi capito granché della trama, perché con Murakami è così: solo leggendolo si può capire, raccontare la trama porta spesso a un’impressione sbagliata.
Nel mondo di Murakami, tutto ha senso. Gatti che parlano? Normale. Pesci che piovono dal cielo? Come no, mi è successo l’altro ieri. Pietre magiche? Nulla di strano. Vi ritroverete catapultati in un mondo assurdo, ma tutto avrà senso.
Io non ho mai amato le descrizioni troppo lunghe e dettagliate, né come aspirante scrittrice né come lettrice, ho sempre preferito uno stile asciutto che non si dilunghi troppo, eppure per me questo libro è la perfezione. Più di 500 pagine ricche di descrizioni chilometriche, eppure tutt’altro che fastidiose. Tutto è descritto in maniera eccelsa, vi sembrerà di far parte della storia.
I protagonisti di questo romanzo sono due: Tamura Kafka, quindicenne fuggito di casa, e Nakata, un uomo rimasto stupido, come ripete più volte lui stesso, dopo un misterioso incidente.
Kafka cerca di fuggire dalla profezia di suo padre, che predisse la sua morte per mano del figlio, il quale avrebbe poi fatto sesso con madre e sorella. Incontrerà quindi diversi personaggi: Sakura(che mi ha ricordato molto Midori di Norvegian Wood), Oshima, la signora Saeki. Quando Murakami racconta delle vicende di Kafka, la narrazione è in prima persona. Kafka è un quindicenne anomalo, più maturo della sua età ma con molte debolezze tipiche di un ragazzino. È stato segnato dalla mancanza di sua madre, andatasene via quando aveva quattro anni, portandosi via sua sorella. Di loro non conosce né volto né età.
Le vicende di Nakata sono invece narrate in terza persona. È un personaggio adorabile: innocente, semplice. Vive una vita tranquilla, priva di sofferenze. Non parla spesso con le persone, nemmeno con i suoi familiari, preferisce i gatti, specialmente quelli neri e i siamesi, con i quali si intende meglio. Sarà proprio questo rapporto così particolare con i felini a portarlo a vivere un’avventura assolutamente fuori dal comune, ma non vi anticipo altro. Accanto a Nakata ci sarà il camionista Hoshino, che come tutti non potrà fare a meno di dare ascolto alle stramberie dell’uomo.
L’unica pecca del libro, significativa ma limitata a un breve pezzo, è l’eccessiva crudeltà di una scena vissuta da Nakata. Il libro si avvicina comunque molto alla perfezione, eppure quella scena l’ho patita parecchio.
È superfluo dire che è un libro che consiglio di leggere. È uno di quei libri da leggere e rileggere più volte, una di quelle letture che ti tengono incollato fino alla fine.