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Recensione, Kayla 6982 di Karen Sandler

Da Glinda
L'ho atteso senza troppo entusiasmo e l'ho letto senza crearmi delle aspettative troppo alte. Risultato? Kayla 6882 è stata una piacevole sopresa. Romanzo per giovani adulti che può appassionare lettori di ogni età, primo di una promettente trilogia distopica e sci-fi con un tocco di intenso romance, questa è senza dubbio una lettura che consiglio agli amanti del genere!
Data di uscita: 12 Settembre 2012
Tradotto da: Sara Reggiani Titolo originale: Tank Born Autrice: Karen Sandler Titolo: Kayla 6982 Editore: Giunti 
Collana:
Il mio voto:

   


Il pianeta Loka è stato colonizzato da un'élite di terrestri facoltosi e spregiudicati, gli unici superstiti di una Terra ormai inabitabile. Fra loro ci sono scienziati senza scrupoli che hanno creato una sub-razza di schiavi da sfruttare biecamente. Sono androidi senzienti costituiti da genoma umano e circuiti elettrici, e occupano il posto più infimo della società nel sistema di caste gerarchiche di Loka. Ma queste creature hanno un cuore, un'etica e una volontà. Sono quasi umani e, forse, troppo umani. Questa è la storia di una di loro, la quindicenne Kayla 6982 che, con l'aiuto dell'amica Mishalla, si lancia in una pericolosa avventura per scoprire le terribili verità che si nascondono dietro al mostruoso piano degli umani. Una trama sorprendente in cui si intrecciano umiliazioni, razzismo, coraggio e lealtà, ma in cui trova posto anche l'amore. Sul polveroso pianeta Loka, illuminato da due pallidi soli, sboccia la storia proibita fra un umano di alto rango, nipote di un vecchio scienziato illuminato, e la giovane Kayla. La mia recensione 
Kayla 6982 è un romanzo appassionante, che si legge in un fiato e lascia il segno.  Ambientato in un universo futuristico e su un pianeta che non è la Terra, questo libro scritto in pieno stile sci-fi, riesce a trascinare il lettore in un'esperienza intensa e formativa che difficilmente può essere dimenticata.  Le originali e valide idee dell'autrice Karen Sandler conquistano su più livelli grazie alla vincente mescolanza di temi importanti come l'origine della vita e il significato dell'essere umani, e sentimenti intrinsechi nell'animo di ogni uomo, ovvero amicizia e amore. Se siete in cerca di romanticismo puro e semplice, Kayla 6982 non è il libro che fa per voi, ma se non vi spaventate di immergervi in un vortice di emozioni e domande le cui risposte potrebbero mutare il vostro modo di valutare l'esistenza, allora non vi resta che tuffarvi in questa lettura!


Quindici anni sono pochi per poter dire di essere pronti a lasciare la propria casa e la propria famiglia al fine di iniziare una vita indipendente. Ma per Kayla e Mishalla non è così. Loro sono degli NGM, delle Non Umane Geneticamente Modificate, e quindici sono gli anni di "libertà" concessi a quelli come loro prima che il sistema scelga il lavoro che dovranno svolgere per il resto della loro breve esistenza.  Pur essendo del tutto simili ai comuni esseri umani, gli NGM in reatlà vengono creati in capsule di allevamento mescolando DNA animale e umano a circuiti elettronici, per dar vita a creature potenziate e dedite al lavoro. Un tatuaggio cibernetico, un cervello annesso molto simile a un hard disk, e caratteristiche peculiari (super udito per le future nutrici, super forza per i futuri braccianti) fanno degli NGM delle creature eccezionali, ma anche incredibilimente deboli: esistono esclusivamente per servire la razza Pura, che si trova al vertice della società. Gli NGM sono degli schiavi e vengono trattati senza alcun rispetto: nutriti con scarti, minacciati di continuo, uccisi senza pietà al primo errore, riciclati come materiale sintetico. Così vanno le cose sul pianeta Loka, nuova dimora della specie umana sin da quando la Terra ha dato i primi segni di collasso, sin dal momento in cui questo pianeta arido e illuminato da due soli gemelli ha conosciuto l'uomo. Kayla e Mishalla, migliori amiche sin dalla capsula, lo sanno e attendono con terrore il momento in cui dovranno lasciare la loro famigia d'allevamento e i propri amici.

Iniziare questa lettura equivale a prendere parte a un viaggio denso di avventura, emozioni, brutalità e domande scomode. Nonostante alcune discutibili scelte stilistiche dell'autrice che che, specie nelle prime pagine, disorientano e confondono, non ci si può non lasciare trascinare nell'avvincente storia di Kayla il cui destino apparentemente prevedibile riserva in realtà sorprese di ogni genere.  Quando Kayla riceve la propria investitura, ovvero l'incarico che le spetta per la vita, succede qualcosa di strano: nel suo cervello annesso vengono caricati dei file di contrabbando e le viene affidado un pacchetto che deve custodire sino a nuovo ordine. Da quel momento la lettura si arricchisce di misteri e strani avvenimenti che presagiscono le avvisaglie di una rivolta. Ma è possibile che in un mondo dominato da esseri umani convinti di poter schiacciare i propri simili appellandosi alla propria discendenza, si sviluppi una rivoluzione per liberare gli oppressi? Be' lo scopriremo solo leggendo. E mentre osserviamo la giovane e spaventata Kayla, dotata di una rara forza nelle braccia, prendere confidenza con l'anziano Puro di cui deve prendersi cura e destreggiarsi con l'impossibile attrazione che prova per il nipote del suo "padrone", vedremo che anche Mishalla, affidata a una casa per l'infanzia come nutrice, è stata coinvolta in strane attività proibite e rivoltose. La lotta per abattere i muri che dividono gli esseri umani da quelli non umani ha inizio e saranno due semplici NGM a portarne alta la bandiera. Toccante e originale, questo primo libro della trilogia di Karen Sandler affonda le unghie nel cuore dell'etica umana ponendo quesiti le cui risposte riescono a sconvolgere lettori e protagonisti. Ci si ritrova catapultati in un futuro tragicamente probabile, anche se molto fantascienfico, in cui la popolazione è stata suddivisa in caste. Se anche il controllo dittatoriale da parte della forza militare  e della razza dominante, quella considerata Pura, ricordano i più classici distopici, il modo in cui la Sandler ha deciso di affrontare la questione etica rende questo romanzo unico dal punto di vista emotivo.  Il razzismo, la crudeltà e il degrado che ruotano attorno al mondo degli NGM e di tutti coloro che sono stati classificati come Impuri, sollevano questioni morali difficili da ignorare e davvero molto attuali. Adoro i libri che riescono a farti riflettere, ponedo sul piatto della bilancia ciò che è guisto e ciò che invece dovrebbe essere giusto. Cosa fa di un uomo un essere umano? Bastano una manciata di circuiti e un pizzico di DNA animale per trasformare una persona in una creatura a cui dignità e rispetto non sono più dovuti? Per quanto facile potrebbe sembrare la risposta a queste domande, la Sandler dimostra con perizia che, prutroppo, la sete di potere è spesso più forte della giustizia. Unica pecca di questo romanzo? L'uso spropositato ed esponenziale di termini, nomi e nomignoli inventati dall'autrice per rafforzare l'ambientazione aliena da lei scelta. Ora, pur trovandoci su un nuovo pianeta con nuove piante e nuovi animali, bisogna riconoscere che i protagonisti sono pur sempre dei comunissimi e esseri umani.  Perchè mai i Terrestri, dopo essersi trasferiti su un nuovo pianeta, dovrebbero decidere di chiamare ogni cosa con nomi diversi? E quando dico tutto intendo proprio tutto: dagli animali alle piante al cibo. Finanche i vestiti non hanno più lo stesso nome. I pantaloni si chiamano Gambali, gli abiti si chiamano Korta (almeno credo) e così via. Per non parlare dei nomi propri di persona, che sono spesso degli scioglilingua irripetibili. Per quanto mi riguarda se l'autore si sente in dovere di informarmi ripetutamente che un tale mezzo di trasporto viene chiamato Alobus, una specie di tablet viene chiamato Sekai e un qualcosa di somigliante a una chiavetta usb viene chiamata Datapod, mi aspetto che almeno mi venga spiegato che forma e che uso abbiano questi oggetti. Altrimenti perché bersagliarci con una tale veemenza con nomi di difficile comprensione che distraggono dalla bella storia? Avrei senza dubbio preferito un pizzico di "normalità" in più, che avrebbe sicuramente dato maggior credibilità al tutto, oltre che rendere il linguaggio più chiaro.
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Verdetto: un romanzo che tocca le corde del cuore senza bisogno di romanticismo

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