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[Recensione] L’alba dei libri di Alessandro Marzo Magno

Creato il 31 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

L' alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondoTitolo: L’alba dei libri – Quando Venezia ha fatto leggere il mondo
Autore: Alessandro Marzo Magno
Editore: Garzanti 
Collana: Collezione storica
Anno: 2012
ISBN Libro: 9788811682080
Num. Pagine: 209
Prezzo: 22,00 €
Voto: [Recensione] L’alba dei libri di Alessandro Marzo Magno

Contenuto: (dal risvolto) Dov’è stato pubblicato il primo Corano in arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller? La risposta è sempre e soltanto una: a Venezia. Nella grande metropoli europea – perché all’epoca solo Parigi, Venezia e Napoli superavano i 150.000 abitanti – hanno visto la luce anche il primo libro di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato di architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a icone, il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina, medicina, arte militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno permesso al mondo di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al di là dell’Atlantico. Venezia era una multinazionale del libro, con le più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare in qualsiasi lingua la metà dei libri pubblicati nell’intera Europa. Committenti stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, cèco, serbo. Appena pubblicati, venivano diffusi in tutto il mondo. Aldo Manuzio è il genio che inventa la figura dell’editore moderno. Prima di lui gli stampatori erano solo artigiani attenti al guadagno immediato, che riempivano i testi di errori. Manuzio si lancia in progetti a lungo termine e li cura con grande attenzione: pubblica tutti i maggiori classici in greco e in latino, ma usa l’italiano per stampare i libri a maggiore diffusione. Inventa un nuovo carattere a stampa, il corsivo (…)

Recensione: La storia qui raccontata non ha eguali in Europa, e poco importa il primato della Germania con il suo Guttenberg, inventore dei caratteri mobili (chi afferma che egli sia l’inventore della stampa non è molto preciso, di tecniche di stampa ve ne erano a iosa, e non solo in Europa: credo sia la prima cosa che imparano gli aspiranti bibliotecari).

Sono stati tre i presupposti che hanno consentito alla laguna una centralità senza precedenti:

1. un’alta concentrazione di letterati. Da non trascurare la presenza, all’interno della Repubblica di Venezia, dell’Università di Padova e la presenza di lettori forti: se in Germania la lettura aveva carattere elitario (1,5% della popolazione) a Venezia coinvolgeva un quarto della popolazione maschile tra i 6 e i 15 anni che andava a scuola.

2. un’ampia disponibilità di capitali oltre a notevoli capacità imprenditoriali

3. l’assenza di censura a causa di una ridotta influenza della Chiesa e dell’Inquisizione, almeno fino alla metà del secolo XVI.

Sarà grazie a uno stampatore d’eccezione come Aldo Manuzio che a Venezia fiorisce l’editoria e non solo quella italiana. Su molte cose egli è stato precursore:

  • ha diffuso i libri tascabili (libelli portatiles)
  • ha inventato il corsivo (non per niente si chiama italic: occupando meno spazio consentiva il risparmio della carta, assai costosa)
  • ha inventato il best seller
  • è autore di una rivoluzione intellettuale senza precedenti: quella del libro come svago, cosa inconcepibile durante il Medioevo fatto di copisti e di incunaboli.

Dopo di lui l’editoria sarà irrevocabilmente diversa da come era prima. Ancora ai nostri giorni conviviamo con le sue intuizioni. Ci vorrà, forse, il libro elettronico per mandarle in soffitta (p. 33).

Di capitolo in capitolo l’autore ricostruisce una storia affascinante che chi ama la lettura e i libri non può ignorare: scopriamo come e quando sia stato pubblicato il primo Talmud, come sia nato il ghetto di Venezia. Un avvincente capitolo è dedicato al ritrovamento, dopo mezzo millennio, della prima copia del Corano mai stampata, frutto un po’ del caso e un po’ della tenacia e perizia di una bibliotecaria: Angela Nuovo, ora docente presso l’Università di Udine. Un altro è dedicato al monopolio di Venezia nell’editoria geografica e militare, un altro alle tecniche di stampa degli spartiti musicali.

Altro personaggio d’eccezione, di per sé controverso:

Un genio, un pornografo, un pervertito, un raffinato intellettuale (p. 160)

è Pietro Aretinoautore dei Sonetti lussuriosi che possono essere considerati a tutti gli effetti il primo libro pornografico della storia.

Come tutte le cose straordinarie, viene sempre il momento di sbaraccare: l’ultimo capitolo è dedicato alla decadenza, dovuta al venir meno di una o più delle condizioni che hanno reso possibile l’avventura veneziana dell’editoria. Da una parte la mano dell’Inquisizione, un papa (Paolo IV) che dir terribile è poco, il rogo dei libri e il danno che ne consegue, una centralità che a poco a poco si dissolve.

Tuttavia qualcosa resta ancora: a passeggiare per Venezia qualche stamperia la si vede ancora, nascosta tra i negozi di souvenir e il mercato della frutta. Non ci sono mai entrato.


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