Titolo: L’amore è un uccello ribelle
Autore: Serena Scandellari
Editore: Miraviglia editore
ISBN: 978-8889993255
Num. Pagine: 176
Prezzo: 17.00€
Voto:
Trama:
Elisa è una ragazza bolognese dalla vita apparentemente perfetta: è bella, guadagna bene facendo un lavoro che le piace, ha un fidanzato affascinante e una cockerina di nome Scema. Ha degli amici che adora, come Angela detta Gigi, innamorata di un chitarrista rock che un giorno è partito per un tour e non è più tornato, e Gian, un tenore gay con un grande senso dell’umorismo e una vita sentimentale piuttosto frivola. Elisa dovrebbe solo smettere di tormentarsi il cervello. Dovrebbe accettare la sua vita così com’è e smettere di chiedersi sempre la stessa cosa. Sempre la stessa. Tonino si è trasferito a Bologna dalla provincia di Napoli. Fa l’art director in un’agenzia pubblicitaria ed è sempre incasinato, arruffato come Massimo Troisi nei film o come Superman nei panni di Clark Kent. Una mattina, per caso, si imbatte in Stefania, una ragazza siciliana che entrerà con prepotenza nella sua vita e con la quale potrebbe essere amore; potrebbe, se non fosse per il ricordo di quegli occhi che Tonino ancora cerca in tutti gli altri occhi. Basterà una proiezione mattutina di Eternal Sunshine of the Spotless Mind a ricordare che, per quanto ci si provi, è difficile cancellare dalla mente la persona che si è amata davvero.
Recensione:
Quante volte ci siamo ritrovati a guardarci allo specchio e a chiederci cosa desideriamo veramente? Quante volte preferiremmo arrenderci alle circostanze, lasciarci vivere e prendere quello che ci capita, piuttosto che gettarci in un anello infuocato cui non vediamo attraverso? Quante volte vorremmo semplicemente accontentarci di quello che troviamo sul nostro cammino ogni giorno piuttosto che abbandonarci davvero alla densa intensità di qualcosa che molto probabilmente ci scotterà fino a farci male?
È questa la base che muove le fila del romanzo e che anima i personaggi che si avvicinano e si incontrano, Elisa e Tonino, differenti eppure affini, dai comportamenti che sono l’uno lo specchio dell’altro, due poli opposti che però di tanto in tanto riescono a toccarsi creando scintille che nessuno dei due sa gestire.
Questo romanzo per me ha rappresentato alti e bassi, tra cose che mi hanno fatto storcere il naso durante la lettura e cose che invece mi hanno lasciato qualcosa.
Ci sono stati momenti in cui Elisa ha risvegliato in me una sonante antipatia – capricciosa, nevrastenica, inutilmente aggressiva nei confronti del fidanzato ed esageratamente egocentrica – così come Tonino ha avuto dei comportamenti che definirei allucinanti – se qualcuno si tagliasse le vene per me più che sentirmi lusingata io proverei un tocco di paura mista a rabbia, e per diversi motivi – ma sono opinioni personali che comunque non hanno compromesso il succo di fondo dell’opera.
L’intreccio che si snoda tra le pagine ci racconta una sensazione che chiunque si sia innamorato almeno una volta nella vita sa come fa sentire.
Il timore, il rifiuto, la tentazione, l’eccitazione celata, tutte queste emozioni e altre ancora che esplodono violente quando ci si trova di fronte al vero amore e si ha paura di riconoscerlo, perché potrebbe fare male, potrebbe svuotare e rendere inutile tutto il resto; l’analisi psicologica ci dimostra quanto ognuno di noi possa essere variabile, incerto sui passi che vorrebbe percorrere ma col terrore di fare uno sbaglio che totalizza l’intera esistenza, mette di fronte a un futuro che non si può prevedere, dove non ci sono certezze, in cui più il sentimento è grande e più è forte il dolore che si potrebbe provare.
Un romanzo con personaggi che si alternano in una girandola di drammi e risate, passato e presente, una spruzzata di rosa e un finale aperto che non rinnega la liricità del titolo che, per chi non se ne fosse accorto, riprende con delicata discrezione un passo della Carmen.