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[Recensione] L’amore lungo di Giovanni Mariotti

Creato il 07 ottobre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] L’amore lungo di Giovanni MariottiTitolo: L’amore lungo
Autore: Giovanni Mariotti
Editore: et al./edizioni
ISBN: 9788864630960
Numero pagine: 96
Prezzo: € 10,00
Voto:[Recensione] L’amore lungo di Giovanni Mariotti

Trama:
È per amore che camminano per qualche tempo, sempre insieme, nelle vie di un quartiere – o perché, fragili e malandati, non avrebbero, senza il sostegno reciproco, il coraggio di uscire dalle stanze dove abitano? Entrambe le cose: giacché anche di quel bisogno, e di altri che l’amore giovane non conosce, è fatto l’amore lungo dei vecchi. Che cosa accade quando uno dei due muore? tutto s’interrompe – oppure, per qualche tempo, nel segreto della casa dove vivevano, l’amore lungo continua?
In questo libro, dedicato a tutte le coppie che sognano d’invecchiare insieme, Giovanni Mariotti ci accompagna, con infinita delicatezza, alla scoperta degli spettri (i vecchi) che ci sfiorano nelle vie dei nostri quartieri e vivono ignorati al nostro fianco.

Recensione:
Sfogliando questo libretto di un centinaio di pagine, inizialmente, ero scettico. Trovavo difficile che tematiche tanto profonde potessero essere rappresentate in sette capitoli, a loro volta suddivisi in brevissimi paragrafi.
Mi sono ricreduto poche righe dopo. Il tono sommesso e meditativo, in certi punti addirittura poetico, si unisce a un’accurata scelta di parole e scenari che trasportano in un attimo all’interno del libro, così verosimili che chiunque li legga troverebbe qualche riferimento alla propria città, con i suoi anziani solitari e poco presi in considerazione.
Quando un amore giovane e irruente è ai suoi inizi, sembra di avere il mondo in mano e tutto il futuro davanti. L’altra persona è tutto, e rimane sempre una sottile inquietudine di fondo, il timore che tutto possa finire da un momento all’altro. Sono rari i testi che raccontano della vecchiaia, ancora più raro è trovarne qualcuno che parli di un amore lungo decenni. Che cosa succede a una coppia che ha condiviso l’intera esistenza, all’amore che diventa una tenera abitudine, una routine quotidiana? E soprattutto, che cosa succede quando uno dei due coniugi muore?
Lo stile sereno e malinconico mi ha ricordato Memorie di un vecchio felice di Piero Ottone, ma la cosa che più ho apprezzato è stato il tessuto più metafisico, più simile forse a Viaggio nell’aldilà di Franco Piccinelli. Religione e credenze a parte, nessuno può davvero sapere cosa ci sia dopo la morte. Quando due persone si sono amate per tutta la vita e solo la morte ormai può cambiare questo stato di cose, chi rimane non si sente del tutto solo. Nel silenzio, nella casa vuota, si sente ancora l’eco di chi non c’è più. Sospiri, scricchiolii, oggetti che si credevano persi da chissà quanto, improvvisi ricordi e correnti d’aria lievi come una carezza: come se l’altro non se ne fosse andato, come se, citando Sant’Agostino, fosse semplicemente “nella stanza accanto”.
Di questi tempi frenetici, in cui tutto è spesso immediato e meccanico, l’amore ha assunto sfaccettature che i nostri nonni non conoscevano: una frase tanto abusata quanto veritiera inquadra gli anziani nel tempo in cui, se qualcosa si rompeva, si aggiustava. Relazioni comprese. Oggi spesso basta una brutta litigata per mandare a pezzi il rapporto tra due persone, si vuole il “tutto e subito” e ci si ritrova senza una base, a scoprire il compagno solo dopo avere iniziato una forma di convivenza. Non a caso una delle frasi più usate quando due persone si lasciano è un’accusa reciproca, un “sei cambiato” che le generazioni passate non conoscevano. Adesso, quando una relazione finisce, non restano che rancori e delusioni.
Un libro come questo è stato una dolce parentesi che getta una nuova luce sulla vecchiaia dimenticata. L’ho letto senza mai staccarmene, rifugiandomi nel tempo dei nonni, e mi ha lasciato con un dolceamaro sorriso. Bello, toccante e commovente, dà da pensare e fa guardare gli anziani che si incontrano per strada con tenerezza e forse una punta di invidia.
Perché, d’accordo, i tempi sono troppo cambiati, ma certi loro insegnamenti sono eterni.


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