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[Recensione] L’arciere di Kerry – Lynn Flewelling

Creato il 07 settembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] L’arciere di Kerry – Lynn FlewellingTitolo: L’arciere di Kerry
Autore: Lynn Flewelling
Editore: Editrice NORD
Traduttore: Annarita Guarnieri
ISBN: 978-8842908586
Num. Pagine: 541
Prezzo: Non pervenuto
Voto: [Recensione] L’arciere di Kerry – Lynn Flewelling

Trama:
Chi volete che si curi di un giovanotto, senza titoli né fortune, accusato e arrestato ingiustamente? Non gli resta altro che meditare sulla malasorte nella sua cella buia, a meno che… A meno che il suo compagno di prigionia non si riveli un personaggio a dir poco imprevedibile! Così quando Seregil di Rhiminee decide di evadere dalla prigione, il giovane Alec di Kerry lo segue senza immaginare neanche lontanamente dove lo condurrà quella fuga. Perché Seregil non è mai esattamente o solamente ciò che sembra: ladro, aristocratico, guerriero, negromante, spia, ha un nome diverso per ogni occasione e cambia aspetto, età, perfino sesso grazie ad abili mascheramenti.

Recensione:
Partiamo con una premessa: sono parecchio incazzata.
Questa saga, meglio conosciuta come Nightrunner, è stata pubblicata nel 1996 in Italia per la prima volta da Editrice NORD, che poi ha fatto seguire altri due romanzi, prima di prendere la simpaticissima decisione di sospendere ogni attività sia di traduzione (la saga ha anche un quarto, un quinto e un sesto romanzo, ultimo dei quali uscito a maggio di quest’anno) sia attività di ristampa. Cosa significa questo? Significa che chi volesse acquistare i cartacei – o il cartaceo, siccome fu pubblicato anche in un monovolume unito – dovrebbe arrabattarsi tra mercatini, librerie polverose, robivecchi, oppure affidarsi o a eBay o siti di cambio-scambio, che ovviamente non esitano ad approfittarsi della domanda per sparare cifre esorbitanti a dir poco. L’ebook non è neanche contemplato visto che all’epoca non esistevano nemmeno, anche se si può trovare piratato, visto che grazie a Illior esistono persone che ci tengono ad aiutare chi cerca.
Ora, indoviniamo un po’ perché la pubblicazione della saga fu sospesa. Ta-daaaaaaaan: qual è una delle tante chiaviche della letteratura di questo paese? La tematica LGBT. Già.
Finalmente ci troviamo tra le mani un fantasy ben scritto, di quelli vecchio stampo – un epic medieval di cappa e spada, veleni e magie, guerrieri ed esseri fantastici – che però ha il fatto che il protagonista è apertamente omosessuale, e dopo il terzo libro – che tra gli editi in Italia è il più eloquente su questo argomento – tutto è stato sospeso, ristampe incluse. Oh, cara vecchia omofobia, m’eri tanto mancata durante l’estate.
Sì, sto facendo polemica.
Polemica perché questa è una delle migliori saghe fantasy sword & sorcery che io abbia mai letto (e devo dire che questo è l’unico genere di fantasy che approvo particolarmente) e mi trovo completamente spiazzata di fronte alla prevedibile stupidità di un mercato che preferisce pubblicare centinaia di palesi boiate al mese che non valgono una cicca né sotto termini di narrativa né tantomeno di fantasy in sé come pretendono di essere, ma siccome sono etero pare che vadano bene a tutti.
Non nascondo il mio disprezzo per questa politica attuata da Editrice Nord (soprattutto vista la robaccia che viene spacciata per fantasy al giorno d’oggi), e francamente penso che non darò più un centesimo a questa CE, limitandomi a chiedere in prestito o farmi inviare gratuitamente se e quando sarà necessario.

Scusate la digressione iniziale, ma nelle vesti di recensore E di lettrice mi sentivo in dovere di esprimere il mio disappunto per l’ennesimo scempio ai danni di qualcosa che avrebbe meritato un gradino in più d’attenzione e che invece è stato come al solito relegato nel nulla per semplice marketing da pollaio.
Passando alla recensione vera e propria, ora non so neanche cos’altro dirvi, perché ormai avete capito che vado pazza per questi romanzi!

In questo primo capitolo incontriamo Alec e Seregil, il primo è rinchiuso in cella con l’accusa di essere una spia, il secondo è colui che lo salva, che si rivelerà essere molto più del menestrello che pretende di mostrarsi.
Inizia così un’avventura in un mondo che rispecchia i classici canoni di un world building costruito in maniera impeccabile, tra faide di sangue, regni, duelli per l’onore e incantesimi che contribuiscono a intessere trame elaborate che attirano tra le loro spire personaggi e avvenimenti che pian piano si snodano fino a un ventaglio finale che si ricollegherà col secondo romanzo.
Una cosa che ho molto apprezzato del talento della Flewelling è la sua capacità di incastonarsi perfettamente nei comportamenti e negli intrighi di palazzo, dettagli e sottigliezze che al giorno d’oggi sembrano scontati o ridicoli ma che lei ha saputo tratteggiare con maestria. Un’altra cosa che ho letteralmente adorato è stata l’ironia.
Nei romanzi sword & sorcery che ho letto in precedenza – Ann Marston per dirne una – si riscontra che l’ironia o il sarcasmo sono perfettamente inglobati nel mondo della narrazione, della struttura stessa della storia, ma che presi in un altro contesto non farebbero granché ridere, anzi, apparirebbero quasi imbarazzanti.
Qui invece ho letto scene assolutamente esilaranti e graziose, simpatiche e capaci di strappare un denso affetto per i personaggi, battutine sagaci e frecciatine perfettamente odierne, col risultato di strappare risatine genuine a cui il lettore non riesce a sottrarsi. Lo stile è impegnato e dettagliato come da buon genere che si rispetti, le descrizioni dei paesaggi, delle navi e dei palazzi sono esaustive, che mirano a lasciar trasparire anche il valore delle parole e per disegnare nella mente di chi legge esattamente quel che la stessa autrice ha visto nella propria fantasia, rendendo il tutto realistico, piacevole e interessante.
È un libro che ho letto nell’arco di un giorno e mezzo – non riuscivo assolutamente a staccarmene perché ero curiosissima di sapere come si sarebbe concluso – e nessuna delle mie aspettative è stata delusa.
Piccola nota: in alcuni punti ho trovato la traduzione un po’ forzata, caotica o non esattamente in linea col contesto, titoli compresi: il soggetto sempre nominato è – indirettamente e direttamente – Alec, quando nell’originale si tratta di titoli più generici o al contrario che specificano la persona di Seregil. Comunque sono nei che non compromettono l’opera complessiva.
Che altro dire? Leggetelo!
Se lo trovate…


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