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[Recensione] L’erede dei quattro elementi

Da Topolinamarta

Il conto alla rovescia procede: sette giorni di scuola e altri quindici di esami vari di musica mi separano dalle tanto agognate vacanze estive. Non vedo l’ora di potermi spaparanzare a bordo piscina del centro benessere in cui andrò a lavorare per qualche settimana e a passare il resto del tempo in compagnia dei miei amati libri… Intanto però godetevi l’ultima recensione del progetto.
Vi lascio incompagnia del mio amato Lu (<3), e baciotti topolosi a tutti!

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[Recensione] L’erede dei quattro elementiTitolo: L’erede dei quattro elementi
Sottotitolo: Edran e il potere del seme universale
Autore: Nicoletta Debora Ricci
Tags: fantasy, magia, natura, elementi, ecologia
Editore: SBC edizioni
Collana: I luoghi e i giorni
Pagine: 310
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: €20,00
ISBN: 9788863473162
Formato:  brossura
Valutazione: [Recensione] L’erede dei quattro elementi

sito editore [Recensione] L’erede dei quattro elementi amazon spizzico

RIASSUNTOEdran Wood, il protagonista de “L’erede dei quattro elementi” vive tra Cape Horizon e Nature Hill uno spazio di fantasia dove magia e progresso sono volti ad arginare l’inquinamento del pianeta. Dotato di particolari poteri, insieme al fratello Daniel, alle amiche Andrea e Sofia e al cugino Kalyan si scontra con Aspis Maler, losco produttore di pesticidi e diserbanti chimici che cerca di impossessarsi di un seme universale dalle facoltà magiche. Ne scaturirà un’aspra contesa ricca di colpi di scena che li porterà a compiere un viaggio al limite tra sogno e realtà in compagnia di esseri fatati e creature incantate. Il romanzo vuole essere anche un inno alla terra, luogo straordinario che l’avidità umana sta distruggendo poco a poco.

L’AUTORE – Nicoletta Debora Ricci è nata a Monza e vive a Caponago (MB) con il compagno e una figlia. Laureata in architettura, ha moltissimi interessi (lettura, scrittura, cucina – arte, viaggi, musica e in particolare Soul R&B e classica). Ha vissuto e visitato molte parti del mondo, Egitto, Korea, Grecia e diverse regioni italiane (Sardegna, Sicilia, Campania). 

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RECENSIONE

Oggi parleremo di un libro fantasy che, pur non avendomi convinto sotto alcuni aspetti, ho trovato nel complesso davvero divertente e ricco di spunti molto carini e simpatici.
Non nascondo che, dopo aver letto la quarta di copertina e aver sbirciato il prologo e il primo capitolo, temevo che mi sarei ritrovata con l’ennesima delusione: in quanti non avrebbero storto il naso, leggendo del solito ragazzo prescelto che scopre di possedere i poteri degli elementi della natura e che dovrà utilizzarli insieme all’amuleto magico #4258643 per salvare il mondo al termine di un avventuroso viaggio?
Ammetto di aver esasperato un po’ i cliché di questa trama, dal momento che in buona parte le idee di questo libro sono tutt’altro che scontate. Ciò non toglie, tuttavia, che l’inizio de L’erede dei quattro elementi (già il titolo, a mio parere, fa suonare l’”allarme-romanzo-fatto-con-lo-stampino”) non mi abbia trasmesso delle sensazioni tanto positive. Vediamo insieme, ad esempio, l’incipit:

Era una notte fredda e buia a Cape Horizon, il cielo coperto di nubi aveva il colore della pece, nero e impenetrabile, un silenzio di piombo avvolgeva la città congelandola in uno stato d’immobilità surreale, nessun suono vibrava nell’aria, nessun faro di automobile illuminava le vie stranamente deserte.

[Recensione] L’erede dei quattro elementi“Era una notte buia e tempestosa” non vi dice niente? Be’, stereotipi a parte, uno dei limiti più evidenti del romanzo è di sicuro l’uso della punteggiatura: troppe frasi separate solo da virgole suscitano, almeno per come la vedo io, un senso di ansia. Non è meglio piazzare un bel punto fermo dove prendersi una pausa, anziché correre a questo modo senza sapere dove prendere fiato?
Le virgole, inoltre, spesso appaiono messe a casaccio, oppure mancano proprio come nel caso dei vocativi. Non scordiamoci, purtroppo, anche dei tanti refusi disseminati qua e là.

Insomma, per quanto riguarda lo stile, suggerirei all’autrice di prestare un po’ più di attenzione: non si tratta di errori gravi, anzi, però la riuscita di un libro è data anche dai piccoli dettagli. Per il resto non mi pare di aver incontrato altre mancanze significative, se si escludono un paio di descrizioni raccontate e talvolta noiose:

Un’onda dorata s’increspò nelle acque del torrente assumendo le sembianze di un volto femminile di bellezza senza eguali, dove occhi verdissimi brillavano come pietre preziose. (pag. 26 – Segue un succulento infodump che termina a pag. 29)

 C’è da dire, comunque, che la maggior parte dei difetti si trova all’inizio del libro, diciamo entro le prime 50 pagine: in questa sezione, stile a parte, la storia fatica a decollare e si incontrano parecchi episodi alquanto prevedibili. Credo, ad esempio, che nessuno rimarrà stupito sapendo che Edran – il protagonista – non sospetta niente della sua natura e dei poteri che possiede, ma che fin da piccolo la sua vita è piena di bizzarri fenomeni riconducibili a un qualche tipo di magia… bene, perché in queste pagine si viene a sapere proprio questo.

[Recensione] L’erede dei quattro elementiA partire dal 2° capitolo le cose, per fortuna, migliorano, perché ben presto si scopre che la trama non è poi così scontata come credevamo. Il mondo che Edran dovrà salvare, infatti, non è minacciato dall’esercito di un qualunque Oscuro Signore delle Tenebre, bensì dall’uomo, che sta inquinando la terra a tutt’andare e che sta distruggendo poco alla volta il suo stesso pianeta. L’antagonista, inoltre, è nientemeno che Aspis Maler, produttore di pesticidi e altri prodotti nocivi per l’ambiente, e l’oggetto da recuperare è il Seme Universale dalle notevoli capacità magiche.
Un romanzo che mischia l’elemento fantasy al problema della salvaguardia della natura, dunque: non la cosa più innovativa di sempre, magari, ma per come è stata trattata devo dire che mi è piaciuta un sacco.

Il maggior punto di forza, a mio parere, sono stati i personaggi. Non tanto il protagonista (ormai avrete capito che nutro una generale antipatia nei confronti dei giovani prescelti), che ho trovato abbastanza ben caratterizzato anche se non sufficientemente brillante da restarmi nel cuore. I migliori, infatti, sono stati il cugino Kalyan, spassosissimo, e soprattutto i due lumaconi giganti Yake e Augustin, che mi hanno strappato sane risate con le loro battute spiritose e il loro divertente accento.
Molto ben riuscita anche la costruzione del background in cui è ambientato il romanzo, in modo particolare la tecnologia. Fantastica, inoltre, la scena della battaglia contro le Fatemantidi.

Non un libro esente da difetti, in definitiva, ma che di sicuro saprà tenervi compagnia per parecchie ore. Lo consiglio a tutti, se desiderate immergervi in un fantasy un po’ diverso dal solito.

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In sintesi…

[Recensione] L’erede dei quattro elementi [Recensione] L’erede dei quattro elementi

Trama originale, ricca di spunti
interessanti. Situazioni scontate e clichè, ma
solo all’inizio.

Parecchie scene molto divertenti. Problemi di punteggiatura.

Personaggi ben definiti e accattivanti,
soprattutto Kalyan, Yake e Gus.

Background innovativo e ben strutturato.

Ottimo connubio tra fantasy, natura e
tecnologia.

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Una frase significativa…

«State tutti bene?» Urlò Robert, contando con lo sguardo i membri del gruppo.
Le risposte si persero nella tempesta, ricominciarono a correre ormai senza fiato, a grandi passi coprirono l’ultimo tratto di foresta e fradici e ansimanti sbucarono nella radura dove Sofia e Kalyan già li attendevano. L’angoscia traspariva dai volti pallidi, i capelli scarmigliati, i corpi scossi da tremiti nascosti sotto pesanti impermeabili.
«Cosa…» Iniziò Andrea.
«Aspis, ha trovato l’albero custode» rispose Sofia, mentre un nuovo boato riecheggiava nel cielo.
E fu così che il temuto presagio che aveva albergato nei loro animi fino a quel momento divenne una terribile realtà.


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