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[Recensione] L’intermittenza di Andrea Camilleri

Creato il 20 novembre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] L’intermittenza di Andrea CamilleriTitolo: Intermittenza
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Mondadori
Anno:
2011
ISBN:
9788866210153
Formato:
libro
Lingua:
italiana
Numero pagine:
171
Prezzo:
€ 12,00
Genere:
Narrativa
Voto: [Recensione] L’intermittenza di Andrea Camilleri

 


Contenuto:
Una grande azienda, la Manuelli, che sostiene l’economia del Paese e dà lavoro a migliaia di operai. Il suo presidente, vecchio padre della rinascita industriale italiana. Il figlio di lui, inetto e velleitario. Il direttore del personale, abile e cinico. E il direttore generale, il solo a non mostrare cedimenti: Mauro De Blasi. Su questa realtà si allunga l’ombra della crisi: e allora bisogna tagliare e cassintegrare, trattare con ministri e sottosegretari, fronteggiare sindacalisti e occupazioni. Ma la Manuelli tiene botta, anzi, fiuta l’affare: si tratta dell’azienda Birolli, il cui proprietario è assillato dai creditori e pronto a svendere tutto pur di salvarsi. Un solo bene nemmeno il curatore fallimentare potrebbe togliergli: la nipote Licia, superbo esemplare di femmina determinata, intelligente e sensuale. Ancora una volta Mauro De Blasi si dimostra più furbo di tutti anche se c’è qualcosa, uno strano fenomeno, che inizia a manifestarsi con inquietante frequenza nelle sue giornate: l’intermittenza. Un thriller finanziario spietato, un dramma che ha il passo implacabile che Camilleri ci ha già mostrato in “Un sabato, con gli amici”, quando i suoi personaggi appaiono scolpiti con scabra efficacia, quasi con crudeltà, rastremati attorno alle pure motivazioni del loro agire: l’odio, il desiderio, la vendetta, il potere.

RecensioneSi tratta di un romanzo in cui lo squallore trascina tutti i personaggi, nessuno escluso. A regnare sovrana è la totale diffidenza gli uni verso gli altri. Essa assume i contorni della macchinazione o del ricatto, sia pure immaginari. Credo sia questo elemento ad avere indispettito più di un lettore.

Ognuno si crede il “ burattinaio”, colui che tende e allenta ad libitum i fili di altrettante marionette. A differenza di queste ultime il vero burattinaio ha sempre l’ultima carta da giocare, poco importa di quale genere essa sia: si chiami etica, morale, o poesia. Dettando lui le regole ha modo di interpolarle, interpretarle, confondere le acque.

La cosa buffa è che Mauro De Blasi, il protagonista, in apparenza il più accorto, prudente e sveglio, ignora chi tenga realmente in mano il suo destino. Mauro De Blasi è il pezzo da novanta, governa le leggi del suo mondo. Ignora e si fa beffe degli avvertimenti, dell’ironia dello scrittore che su tutto veleggia. In fondo Camilleri ha un debole per lui, ne è affascinato, forse spaventato: Mauro de Blasi è il più intelligente, il più arguto, il più diabolico. Si destreggia abilmente tra buche, insidie, trappole, ma è troppo sicuro di sé. Non si può fermarlo senza innescare l’intermittenza, giocare sull’interruttore.

La presenza caustica dell’autore è la particolarità di questo romanzo breve: si esprime non a parole ma con segni, tracce che il lettore coglie facilmente. L’intermittenza è il segno dei segni, un modo per mettere in guardia il protagonista, e fargli capire chi comanda realmente.

Gli altri personaggi non hanno bisogno di questi sotterfugi, sono spenti di loro, rappresentano un’umanità latente che rincorre il tempo per riempire il vuoto che li circonda. Temono il nulla dietro il quale si acquatta l’autore.

De Blasi è un osso duro. Pure quando l’inganno, la truffa, il fatidico accordo segreto viene svelato e il terreno gli cade da sotto i piedi, non demorde, non discende, non cade, non si umilia. Anzi. Si sveglia, si attiva, per riemergere più in forma di prima, lui che è appeso a un filo. Vi ricorda nessuno?

A questo punto lo scrittore se la prende: ma come, con tutti gli avvertimenti che ti ho dato, nemmeno il medico ascolti, eppure gli ho messo in bocca le parole giuste, le mie.

Nessuno può gabbare il Burattinaio – quello vero – qualunque sia lo stratagemma, l’arguzia, il colpo di genio. Nel corso del romanzo il burattinaio è intervenuto con mano leggera, palesandosi attraverso coincidenze e circostanze. Così facendo ha confuso le menti più brillanti, che trovavano un senso o un complotto dove semplicemente non c’era.

Basta solo strappare il filo, quel tenue, risicato e consumato filo che tiene in piedi il De Blasi, staccare definitivamente la spina. Solo così cesserà l’intermittenza.


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