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Recensione : L’ombra di Mordor

Creato il 15 novembre 2014 da Scimiazzurro
Recensione : L’ombra di Mordor

Se da un lato l’universo creato dall’immensa opera letteraria di Tolkien ha trovato una dimensione qualitativamente valorizzata da una trasposizione cinematografica all’altezza, lo stesso non si può dire per quanto riguarda gli svariati titoli videoludici che si sono succeduti negli anni e che mai, salvo rarissimi casi, sono riusciti a trovare consensi, se non tra i fedelissimi appassionati della celebre saga del Signore degli Anelli. Questa volta è il turno di Monolith Production che, con “L’ombra di Mordor”, si è cimentata in un opera a tratti innovativa e a tratti legata a meccaniche solide già viste in altri titoli; sarà riuscita nell’arduo compito di soddisfare appassionati e non?

La strada del Ramingo

Recensione : L’ombra di Mordor

Cronologicamente posta tra lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, la trama narra le vicende di un Ramingo di nome Talion il quale, durante una battaglia, vedrà uccidere la sua intera famiglia ed egli stesso perderà la vita per mano di uno dei luogotenenti al servizio dell’oscuro signore, Sauron. L’anima di Talion però, si legherà ad un Wraith, uno spirito la cui identità resterà incognita fino alla metà del gioco, il quale riporterà in vita il nostro protagonista e lo aiuterà a fare luce sulle cause che hanno portato alla morte dei suoi familiari e a vendicarsi per le perdite subite. Lo spirito non rammenta nulla di se stesso e del suo passato vissuto, e nel suo viaggio insieme a Talion ricostruirà la propria storia, fino a scoprire chi fosse e cosa lo abbia condotto alla morte. A seguito di un prologo ben diretto e che ben introduce il protagonista e alcuni comprimari, la trama de “L’ombra di Mordor” scorre in maniera abbastanza fluida e mai troppo complessa, presentando momenti riusciti ad altri un po’ più frettolosi e forse un po’ troppo sbrigativi, portando ad un finale che lascia la sensazione di irrisolto e col dubbio che forse si poteva fare qualcosa in più. Del resto, buona parte dei personaggi introdotti sono dotati di una caratterizzazione più che buona, perfettamente in linea con l’ambientazione e il contesto in cui si trovano. Talion, pur essendo un personaggio non troppo estroverso e abbastanza silenzioso, riesce ad imporsi e a mostrare il suo carattere in più occasioni, risultando ben delineato e credibile. Lo stesso vale per il Wraith che lo accompagna; quest’ultimo è saggio e molto razionale e i suoi consigli lasciano intendere che, la sua natura ultraterrena, gli conferisca conoscenze insite che, nonostante la sua mancanza di memoria, lo rendono attento e meticoloso molto più del protagonista. Durante il suo viaggio Talion incontrerà anche personaggi noti della saga come Gollum, che sarà protagonista in diverse missioni della storia principale, e altri del tutto nuovi, alcuni dalla caratterizzazione discreta, altri un po meno riusciti in termini di carisma e personalità.

Nella Terra di Mezzo….Assassini e Uomini Pipistrello? 

Recensione : L’ombra di Mordor

L’ombra di Mordor è sostanzialmente un free-roaming abbastanza classico, fatto di missioni principali, secondarie e collezionabili sparsi un po ovunque nell’area di gioco. Al netto di una soddisfacente longevità della trama principale (che si attesta sulle 15 ore), la moltitudine di attività secondarie permetteranno di passare ancora molte ore girovagando per le lande della “Terra dell’ Ombra”. Senza troppi veli, per il suo titolo, Monolith non ha esitato nell’ “ispirarsi” a meccaniche di gameplay ben note agli appassionati degli “assassini col cappuccio” o del celebre “uomo pipistrello”, cavaliere oscuro della città di Gotham. Infatti, il combat system di questo gioco ricorda moltissimo (forse anche troppo potrebbero asserire alcuni) quello della serie Arkham, mentre le arrampicate dinamiche strizzano l’occhio (ma anche tutti e due) ad Assassin’s Creed. Nonostante questo però, non bisogna commettere l’errore di considerare L’ombra di Mordor una semplice “copia” poiché, al netto di una somiglianza palese con i titoli sopra citati, il gioco riesce comunque a trovare una propria dimensione e a mostrare un propria personalità che si accentua proseguendo all’interno del gioco e sbloccando nuove abilità, sfruttando sì meccaniche già note, ma per questo ben rodate e qui perfettamente implementate e amalgamate nel contesto. Non mancano inoltre fasi stealth ispirate, alternate a frenetici combattimenti in mischia con decine di orchi. Il nostro protagonista sarà infatti dotato di una spada, utile nei combattimenti e nelle mischie, un pugnale di cui si servirà per uccisioni silenziose e un arco con cui poter attaccare i propri nemici a distanza. L’ equipaggiamento bellico (che resterà lo stesso per tutto il gioco) è potenziabile tramite apposite rune che saranno rilasciate dai comandanti e capitani sconfitti in battaglia, e che permetteranno di aumentare alcune statistiche dell’arma a cui verranno applicate. Anche Talion potrà sfruttare l’esperienza guadagnata in battaglia per incrementare le proprie abilità e quelle del Wraith, con un albero di skill diviso tra quelle del Ramingo e quello dello spettro. Il sistema di “crescita” del personaggio è forse una delle cose più funzionali dell’intero titolo; le abilità sbloccabili sono numerose e , proseguendo nell’avventura, riusciranno a tenere sempre vivo il gameplay dando nuove possibilità al nostro protagonista, e regalando soddisfazioni al giocatore nel padroneggiarle in battaglia. Tra la molte possibilità offerte dal titolo, c’è anche quella di poter cavalcare Caragor (feroci quadrupedi) e Graug (titanici bipedi dalla forza distruttiva) che potranno essere usate a nostro vantaggio in battaglia e per gli spostamenti sulla mappa di gioco.

Il Nemico del mio Nemico è mio Amico

Recensione : L’ombra di Mordor

Se da un lato, come abbiamo visto, Monolith ha preferito non sbilanciarsi troppo prediligendo meccaniche che, anche se poco innovative, risultano ad oggi ancora estremamente funzionali e divertenti in termini di gameplay, dall’ altro i programmatori hanno messo sul piatto uno dei sistemi meglio concepiti e realizzati degli ultimi anni. Si tratta del “Nemesis System”, un’algoritmo per la creazione dei nemici che crea in maniera del tutto randomica orchi con nomi e caratteristiche tutte diverse tra loro. Partendo da orchi di livello più basso nelle prime fila dell’esercito di Sauron, ci saranno nemici di livello via via sempre più alto, fino ad arrivare ai capitani e, infine, ai comandanti. Tutti gli orchi presenti sulla scacchiera, interagiranno tra loro in una lotta al potere che li vedrà scontrasi per cercare di arrivare ai ranghi più alti dell’esercito. Con tutto questo, ovviamente, noi potremo interagire, ma il sistema è comunque autonomo e, col passare del tempo e delle missioni, la situazione sarà costantemente in evoluzione e varierà dinamicamente. Se ad esempio verremo sconfitti da un orco, questo salirà di livello e verrà premiato per le sue gesta, salendo ulteriormente di rango e risultando più forte in eventuali successivi scontri. Inoltre gli orchi si ricorderanno delle passate interazioni con Talion; tornando da un nemico che ci ha sconfitti in precedenza, questo interagirà verbalmente con noi, ricordandosi del passato combattimento, utilizzando frasi sempre opportune e contestualmente corrette. Viceversa, un nemico scappato da un combattimento in cui è stato ferito, presenterà cicatrici o bruciature, e non mancherà di maledirci o di augurarci la medesima sorte che noi gli abbiamo assegnato. Verso la metà del gioco inoltre, il nostro spettro acquisterà l’abilità di controllare gli orchi dopo averli “marchiati”. Questo aspetto ci permetterà di essere ancora più attivi nel Nemesis System, permettendo, ad esempio, di prendere il controllo di un orco e di aiutarlo a salire nei ranghi dell’esercito, ritrovandoci così alleati tra i capitani o addirittura i comandanti. Sarà inoltre possibile acquisire (sulla mappa o interrogando specifici orchi) informazioni sui nostri bersagli, che ci permetteranno di venire a conoscenza di eventuali punti deboli (come la paura del fuoco o dei Caragor) e forti (invulnerabilità ai colpi a distanza tanto per fare un esempio) dei nostri avversari, permettendoci di pianificare i nostri attacchi e semplificare in parte gli scontri. Per quanto concerne questa particolare e originalissima feature del gioco, c’è ben poco da aggiungere; il tutto funziona egregiamente e, sopratutto, diverte! A patto di perdere qualche ora per apprendere al meglio tutte le possibilità offerte dal sistema (in questo saremo aiutati anche dalle missioni della trama principale), è impossibile non apprezzare tali caratteristiche che regaleranno di certo soddisfazioni sopratutto dopo la prima metà di gioco.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Recensione : L’ombra di Mordor

Anche se sotto il profilo tecnico il gioco presenta alti e (qualche) basso, nel complesso la grafica risulta di buon livello; i modelli poligonali sono solidi e ben rifiniti, ricchi di poligoni e mossi da animazioni fluide e realistiche. Il mondo di gioco, considerando anche la buona vastità degli ambienti, restituisce scorci evocativi, con una illuminazione densa e una vegetazione nel complesso buona. In genere l’immagine a schermo è pulita (è evidente la presenza di un filtro anti-aliasing) e sopratutto molto fluida, con un frame rate ancorato ai 30 fps (in rarissimi casi si è notato un leggero calo legato alla mole a volte enorme di personaggi a schermo) è un vsync che azzera eventuali tearing. Le due mappe di cui è costituito il gioco (e che risultano all’incirca di pari estensione) sono però poco varie; è evidente il riciclo di texture e strutture che rendono l’ambientazione abbastanza piatta e noiosa dopo qualche ora di gioco, nota che fa storcere in naso poiché, con un po di diversificazione, il risultato finale sarebbe potuto essere di gran lunga superiore. Proprio le texture inoltre, pur presentando una buona risoluzione nel più delle occasioni, si alternano in alcuni casi con altre più scadenti e meno definite, scelta probabilmente obbligata per poter garantire una certa fluidità su console. Nel complesso ci troviamo comunque di fronte a un prodotto tecnicamente valido, il cui motore grafico è stato certamente ben ottimizzato per le console dell’attuale generazione. Discorso diverso invece per la versione PC, dove alle già migliori texture ed effettistica generale, si aggiunge la possibilità di download di un pacchetto di texture UltraHD. Tale possibilità eleva la versione PC a migliore disponibile sul mercato, a patto però di avere una scheda video con ben 6GB di memoria dedicata per beneficiare di tali texture (oltre a un monitor con risoluzione Ultra HD). E’ ovvio quindi che tale privilegio sia prerogativa di pochi fortunati, ma fa piacere vedere che Monolith ha deciso di accontentare anche i videogiocatori più esigenti che avranno qualcosa da dare in pasto alle bestie che abitano i loro PC. Il comparto sonoro, pur non presentando traccie memorabile, risulta discreto nell’accompagnamento. Il doppiaggio, sopratutto di Talion e dello spettro, è buono, ma anche diversi altri personaggi sono caratterizzati da voci credibili. Ottimo il doppiaggio di Gollum che, nonostante non vanti il doppiatore della versione cinematografica, risulta molto simile a quest’ultimo. Moltissime le voci donate alla moltitudine di orchi orchi presenti nel gioco, anche qui (con alternanza di alcune migliori, altre un po meno) di fattura nel complesso pregevole.

Conclusioni

Recensione : L’ombra di Mordor

In una nuova generazione, dove nomi di brand noti e blasonati sgomitano per emergere in un mercato sempre più esigente ed affollato, L’ombra di Mordor riesce a farsi notare e non passa inosservato grazie ad un gameplay funzionale e al suo innovativo Nemesis System.  Monolith è riuscita nell’arduo compito di risollevare il nome di una saga dopo una serie di titoli non troppo riusciti e mai veramente incisivi. Se amate i free-roaming, pensate che il combat system della serie Arkham sia fantastico e non potete fare a meno di arrampicarvi su qualsiasi parete o roccia che vi si pone davanti non resterete delusi da questo gioco è l’acquisto è da prendere in seria considerazione. E’ d’obbligo invece se siete amanti della saga del Signore degli Anelli, visto che qui ritroverete lo stesso clima tipico delle opere cinematografiche ispirate all’universo tolkeniano e diversi personaggi veramente ben contestualizzati all’interno della trama.


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