A Novembre ho letto questo meraviglioso libro, finalista del Premio Campiello. Un libro di
Fabio Stassi, edito dalla
Sellerio Editore. Avevo incontrato l'autore a scuola e gli avevo rivolto alcune domande (potete leggere l'articolo:
qui). Ieri finalmente sono riuscita a scrivere una breve recensione, quindi vi lascio alla lettura.
L'ULTIMO BALLO DI CHARLOT
AUTORE: Fabio Stassi
EDITORE: Sellerio
PAGINE: 279
PREZZO: 16,00
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In una sera di
Natale la Morte va a trovare
Charlie Chaplin nella sua casa in Svizzera. Il grande attore e regista ha passato gli ottant’anni ma ha un figlio ancora piccolo e vorrebbe vederlo crescere accanto a sé. In un lampo di coraggio Chaplin propone un patto alla Vecchia Signora: se riuscirà a farla ridere si sarà guadagnato un anno di vita. Inizia così un singolare balletto con la Morte, e quella notte a salvarlo non sarà la tecnica consumata dell’attore ma la comicità involontaria che deriva dagli impacci dell’età. La questione però è solo rinviata: anno dopo anno, a Natale, la Vecchia tornerà a reclamarlo e bisognerà trovare il modo di suscitarle almeno una risata. Nell’attesa dell’incontro fatale Chaplin scrive una lunga e appassionata lettera al figlio. Vuole raccontargli la storia vera del suo passato, quella che nessuno ha mai ascoltato, ed ecco che dalle sue parole scaturisce l’avventura rocambolesca di una vita e il ritratto di un’epoca rivoluzionaria.
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Prima di leggere questo libro non
sapevo molto della storia di Charlie Chaplin, e forse proprio per
questo ho apprezzato maggiormente il libro di
Fabio Stassi.
L'ultimo
ballo di Charlot è una biografia, in chiave fantastica, del
famosissimo comico Charlie Chaplin, l'intera storia è raccontata in
prima persona proprio da Charlot, insieme alla sua storia conosceremo la storia del cinema, conosceremo il suo inventore secondo il protagonista.
Durante la sera di Natale del
1971 riceve la visita inaspettata da parte della Morte. Ma lui ha un
figlio piccolo, Christopher e non vuole lasciarlo solo, proprio per
questo stringe un patto con la Morte: se riuscirà a farla ridere,
essa dovrà rimandare la sua morte di un anno. La prima volta,
Charlie riesce a far ridere la Morte a causa dei suoi acciacchi da
ottantenne e non per le sue famose mosse.
Da questo avvenimento Charlot inizia a
studiare di nuovo tutte le sue battute, per far in modo che l'anno
dopo riesca a far ridere nuovamente la Morte, anno dopo anno riesce a
rimandare. Ma quando capisce che la sua vita è finita e che non farà
più ridere la vecchia signora, decide di scrivere una lettera al
figlio, nella quale racconta tutta la sua vita, com'è nato il suo
personaggio e come si è evoluto negli anni. Raccontando dei suoi
viaggi da Londra al nuovo continente, di tutti i lavori che ha svolto prima di trovare il suo "essere". Il lettore inizia così a leggere della
storia di Charlot, con gli occhi del figlio, come se quella lettera
fosse indirizzata ad ognuno di noi.
"Ma fin dal primo rigo che composi con le mie dita, capii che non si trattava soltanto di leggere e basta. Le parole le stringevo nel pugno, potevo pesarle, misurarle, graffiarmici la pelle: prima di essere qualsiasi altra cosa, per me era piombo, stagno, antimonio." Estratto del libro
Ho apprezzato tantissimo l'idea molto
originale dell'autore, che è riuscito ad inserire in una storia
abbastanza “seria” degli elementi fantastici, per farci sorridere
come sapeva fare il protagonista del suo libro, quando era
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ancora in
vita; spesso leggendo ci ritroviamo davanti a scene improbabili che
ci faranno ridere, attraverso un filo di comicità sottilissimo, che
forse non tutti riusciranno a percepire. La lettura è abbastanza
scorrevole, il libro si può leggere in pochi giorni. L'autore ha un
modo di scrivere semplice e abbastanza descrittivo, ma assolutamente
non rende la lettura noiosa, anzi il lettore man mano che va avanti è
incuriosito sempre più dalla storia. Fabio Stassi vi farà
avvicinare al personaggio di Charlot, sollecitando la vostra
curiosità verso questo personaggio, di cui spesso non si conosce la
vita, ma soltanto i suoi film muti.
Non è un caso che questo libro sia
arrivato finalista al premio Campiello. A me è piaciuto parecchio, e
lo consiglio vivamente a tutti voi lettori, sono sicura che
apprezzerete anche voi il modo di scrivere di Fabio.
VOTO: